Naviglio Grande, una meraviglia ’Fiori & Sapori’: dal florovivaismo a tutto il gusto della tradizione

Un tripudio di colori lungo le sponde Naviglio Grande domenica 13 aprile. L’edizione primaverile di ’Fiori & Sapori’, organizzata dall’Associazione...

Apr 11, 2025 - 06:51
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Naviglio Grande, una meraviglia ’Fiori & Sapori’: dal florovivaismo a tutto il gusto della tradizione

Un tripudio di colori lungo le sponde Naviglio Grande domenica 13 aprile. L’edizione primaverile di ’Fiori & Sapori’, organizzata dall’Associazione del Naviglio Grande con il contributo degli sponsor, l’Erbolario e Orvital, è gratuita, aperta al pubblico con accesso dalle 8 del mattino.

Presenti oltre 200 espositori, tra florovivaisti provenienti da tutta Italia con fiori, piante da giardino e da appartamento, bonsai, piante grasse, semi, piante da orto, rampicanti, piante carnivore, accessori e attrezzi per il giardinaggio.

Non ci saranno solo i profumi dei fiori, ma anche quelli delle cucine tipiche regionali e di prodotti tipici enogastronomici. L’associazione Naviglio Grande, fondata nel 1982 per valorizzare uno dei luoghi più caratteristici ed apprezzati di Milano, ha un fitto calendario, l’ultima domenica del mese il tradizionale mercatone dell’antiquariato, l’arte sul naviglio Grande il 4 maggio e il 14 settembre, e l’edizione autunnale di fiori e sapori il 5 ottobre. La zona dei navigli è molto pittoresca, come il vicolo dei Lavandai con i suoi rivi a cascata per lavare i panni, tante sono le opere che ne testimoniano l’uso del Naviglio come luogo di lavoro per le lavandaie.

Il poeta Luigi Cazzetta ha dedicato al vicolo il componimento ’Vicol di Lavandèe’, che ha vinto il premio Carlo Porta nel 1964. Il vicolo prende il nome da un lavatoio pubblico, rimasto tuttora in gran parte intatto, in uso dall’Ottocento fino agli anni ’50 del Novecento per lavare indumenti e biancheria.

Originariamente era chiamato ’Vicol de Bugandee’ (da ’bugada’, bucato) e, in seguito, ha preso l’attuale denominazione. Il nome ’lavandai’ è dato dal fatto che ad occuparsi del lavaggio, in origine, erano alcuni addetti di sesso maschile, organizzati nella Confraternita Lavandai di Milano che si occupava soprattutto di lavare la biancheria delle famiglie abbienti.

I lavandai, dopo aver sciacquato i panni nel ruscelletto (’el fossett’), alimentato dalle acque del Naviglio Grande, li strofinavano sugli stalli di pietra tuttora presenti. Già durante la seconda guerra mondiale i lavoratori della confraternita vennero sostituiti dalle donne, che portavano lì i propri panni da lavare.

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