Minerali critici, tutto sui progetti italiani di Circular, Glencore, Itelyum e Solvay ritenuti strategici dall’Ue

Dei 47 progetti strategici sulle materie prime critiche individuati dalla Commissione Ue, quattro si trovano in Italia e si occupano di riciclo: sono di Circular Materials, Glencore, Itelyum e Solvay. Ecco i dettagli.

Mar 25, 2025 - 18:38
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Minerali critici, tutto sui progetti italiani di Circular, Glencore, Itelyum e Solvay ritenuti strategici dall’Ue

Dei 47 progetti strategici sulle materie prime critiche individuati dalla Commissione Ue, quattro si trovano in Italia e si occupano di riciclo: sono di Circular Materials, Glencore, Itelyum e Solvay. Ecco i dettagli

Oggi la Commissione europea ha adottato la lista finale dei quarantasette progetti strategici per le materie prime critiche, che dovrebbero rafforzare le filiere dell’Unione e ridurre la dipendenza – oggi fortissima – dall’estero per gli approvvigionamenti dei materiali necessari ai settori della difesa, dell’elettronica e dell’energia pulita.

Il commissario europeo per il Mercato interno, Stéphane Séjourné (nella foto), ha dichiarato che “l’Unione europea non vuole sostituire la sua dipendenza dai combustibili fossili con una dipendenza dalle materie prime critiche: il litio cinese non si trasformerà nel gas russo di domani”.

QUATTRO PROGETTI DI RICICLO DELLE MATERIE PRIME CRITICHE SONO IN ITALIA

Con il Critical Raw Materials Act, entrato in vigore lo scorso maggio, la Commissione ha stabilito che entro il 2030 l’Unione europea dovrà estrarre almeno il 10 per cento dei minerali critici che consuma, dovrà processarne il 40 per cento e riciclarne il 15 per cento. A proposito di riciclo, quattro dei dieci progetti europei sul recupero dei minerali critici si trovano in Italia: nel Lazio, in Toscana, in Veneto e in Sardegna.

In Toscana, le autorità europee sosteranno il progetto di riciclo dei metalli del gruppo del platino (utilizzati negli elettrolizzatori per l’idrogeno e nell’industria aeronautica, per esempio) chiamato Alpha Project, portato avanti dalla società chimica Solvay Italia.

Nel Lazio, in provincia di Frosinone, il progetto supportato è quello di Itelyum, chiamato Inspiree e dedicato al recupero delle terre rare dai magneti degli hard disk e dei motori elettrici: lo stabilimento è in grado di processare venti tonnellate di magneti all’anno e ottenere cinque tonnellate di composti di terre rare. Le terre rare sono un gruppo di diciassette elementi metallici impiegati nella produzione di dispositivi elettronici, di magneti per i veicoli elettrici e le turbine eoliche, di armamenti e non solo. Al progetto Inspiree partecipa anche Erion, il multi-consorzio per la gestione dei rifiuti. 

Nel Veneto si trova il progetto Recover-It di Circular Materials per il riciclo di metalli (rame, nichel e platino) dalle acque reflue industriali.

Infine a Portovesme, in Sardegna, c’è il progetto sul recupero di litio dalle batterie di Glencore, dal valore stimato sui 500 milioni di euro. A fine 2023, però, la compagnia anglo-svizzera aveva annunciato la cancellazione dei piani per via delle incertezze autorizzative.

GLI ALTRI PROGETTI EUROPEI

I quarantasette progetti ritenuti strategici dalla Commissione sono distribuiti in tredici stati membri dell’Unione – Belgio, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia – e riguardano quattordici materie prime critiche, come il litio, il nichel, il manganese e la grafite. Coprono, inoltre, più segmenti della filiera: venticinque progetti, infatti, riguardano la fase di estrazione, ventiquattro quella di trasformazione e dieci quella di riciclo, mentre due progetti si focalizzano sulla sostituzione dei materiali critici.

Per entrare in attività, questi quarantasette progetti richiedono un investimento complessivo di 22,5 miliardi di euro che verrà sostenuto dalla Commissione europea, dagli stati membri e dalle istituzioni finanziarie.