Mia Martini, unica e malinconica. Tutti conoscono l’artista, pochi hanno davvero visto la donna

Sono già trascorsi 30 anni da quel 12 maggio 1995 ma la scomparsa di Mia Martini occupa prepotentemente la mente di molti di noi, anche di chi a quei tempi era giovanissimo o non era ancora nato ma ha imparato a conoscerne l’immenso talento e l’infinita classe per via della fama che rende il ricordo […] L'articolo Mia Martini, unica e malinconica. Tutti conoscono l’artista, pochi hanno davvero visto la donna proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 12, 2025 - 09:03
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Mia Martini, unica e malinconica. Tutti conoscono l’artista, pochi hanno davvero visto la donna

Sono già trascorsi 30 anni da quel 12 maggio 1995 ma la scomparsa di Mia Martini occupa prepotentemente la mente di molti di noi, anche di chi a quei tempi era giovanissimo o non era ancora nato ma ha imparato a conoscerne l’immenso talento e l’infinita classe per via della fama che rende il ricordo incorruttibile dal passare del tempo e regala l’immortalità agli artisti.

Il velo di malinconia che da sempre ha attraversato lo sguardo di una donna unica e particolare come lei si è addensato in una fitta nube di tristezza quella domenica di maggio quando l’allora manager di Mimì fu costretto a chiamare i pompieri che irruppero nel suo appartamento di Cardano al Campo e la ritrovarono senza vita, stesa in pigiama sul letto con il walkman nelle orecchie e una mano protesa verso il telefono. L’autopsia individuò la causa della morte in un arresto cardiaco conseguente ad un’overdose di sostanze stupefacenti; i media parlarono di suicidio, sempre smentito dalla famiglia, spesso ipotizzato per via del periodo difficile che la cantante ebbe ad affrontare negli ultimi decenni e del quale parlò lei stessa apertamente in alcune interviste.

“Non mi sento neanche bella in questo pomeriggio di domenica, il mio specchio è una padella come una disperata cenerentola, vorrei bere il detersivo e morire in questo caldo, non è poi così cattivo lo so, un frullato di smeraldo” recitava il testo di una sua canzone, Lacrime. Le lacrime di chi è così innamorato della vita da non poter più sopportare di viverla senza un senso.

Perché l’immensa carriera di Mia Martini, come purtroppo è avvenuto anche per altri artisti, è stata funestata dalla forma più odiosa e infame di calunnia perché molto probabilmente emanava un carisma e una luce così potenti da scatenare l’invidia e la cattiveria di “piccoli uomini” che possono vivere come grigi satelliti solo del suo riflesso. Mimì raccontò ad un giornalista che tutto era cominciato nel 1970 quando ebbe l’ardire di rifiutare un’esclusiva a vita propostagli dal suo impresario di allora che approfittò di un tragico incidente per appiccicarle addosso l’etichetta di porta sfortuna: il pullmino su cui viaggiava il gruppo di Mimì di ritorno da una tournee in Sicilia fu coinvolto in uno scontro nel quale persero la vita due ragazzi e da allora per la cantante cominciarono i guai sfociati in un ostracismo da parte di colleghi, personaggi televisivi e case discografiche che ebbe il suo culmine negli anni 80 e determinò l’abbandono delle scene per un lungo periodo.

Quando Mia Martini tornò al successo lo fece con un brano che rimase per sempre scolpito nella storia della musica italiana e non solo e il testo di quella canzone portata al Festival di Sanremo racconta forse più di tutte il grido di un’artista e di una donna che chiede di essere vista e amata per quello che è perché tutti meritiamo di essere un po’ felici. Non a caso Almeno tu nell’Universo è uno dei brani più ripresi e interpretati da artisti navigati e giovani emergenti nelle kermesse e nei talent musicali che riempiono i palinsesti televisivi perché evoca emozioni, aspettative, sogni e bisogni che ognuno di noi prima o poi si trova a condividere nella propria esistenza.

La travagliata storia d’amore con Ivano Fossati divenne insostenibile quando, a detta di Mimì, il cantautore era “geloso” – come lei stessa dichiarò in un’intervista – dei suoi progetti, dei discografici e dei musicisti e le imponeva scelte artistiche che mutilavano la sua voglia di continuare a crescere e sperimentare con nuove collaborazioni come quella purtroppo sfumata con Pino Daniele e Dio solo sa quali meraviglie sarebbero potute nascere da un sodalizio fra due anime grandi come le loro. “Fossati diceva che mi voleva come donna ma non era vero perché non ha voluto nemmeno un figlio da me e la prova d’amore era abbandonare del tutto anche la sola idea di cantare e distruggere completamente Mia Martini” raccontò.

“Mio padre se ne andò di casa un giorno vent’anni fa e da allora non lo abbiamo più rivisto. Ho saputo incidentalmente che abita a Milano e insegna in un liceo”. Non è facile chiedere di essere visti e amati per quello che si è quando i primi a non farlo sono le persone che dovrebbero amarti e prendersi cura di te prima di chiunque altro e i segni si portano dentro per lungo tempo, a volte per sempre.

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