Un confine invisibile che regola il clima globale Nel panorama delle
dinamiche meteo-climatiche globali, pochi elementi risultano così determinanti come la
zona di convergenza intertropicale, conosciuta con l’acronimo
ITCZ. Si tratta di una
fascia di bassa pressione che circonda la Terra in prossimità dell’equatore, dove convergono
gli alisei provenienti dai due emisferi. Questo incontro tra
masse d’aria umida e calda, spinto dalla forza solare quasi perpendicolare, dà origine a una
forte instabilità convettiva, cioè a
nubi cariche di pioggia e temporali che alimentano i
monsoni tropicali.
Una cintura mobile e vitale: come si comporta l’ITCZ L’ITCZ non è una linea fissa: segue il
ciclo stagionale del Sole, spostandosi verso nord durante l’estate boreale e tornando verso sud in inverno. Questa oscillazione è fondamentale, perché regola l’
avanzamento e il ritiro delle piogge monsoniche, influenzando direttamente la produzione agricola, la biodiversità e persino la salute pubblica in molte regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Durante i mesi primaverili, l’
ITCZ comincia a salire verso l’emisfero nord. Quando questo movimento è regolare, il
deserto del Sahara si scalda rapidamente, attivando i
flussi di aria calda che alimentano l’
anticiclone nordafricano. Se però la fascia ITCZ resta
più bassa del normale, come accade nel 2025,
i monsoni africani faticano a svilupparsi, e l’
aria calda subtropicale non riesce a risalire verso il
Mediterraneo.
Perché l’ITCZ è decisiva per il meteo in Italia Il collegamento tra questo fenomeno equatoriale e il nostro meteo è meno misterioso di quanto sembri. La
forza e la posizione dell’ITCZ condizionano la
nascita e l’intensità dell’anticiclone subtropicale, quel gigantesco serbatoio d’aria calda e stabile che in
Primavera e
Estate può estendersi dal
Nord Africa verso il
Sud Europa. Se l’ITCZ resta troppo a sud, come sta avvenendo in queste settimane,
l’anticiclone africano resta confinato, lasciando spazio a
perturbazioni che si insinuano facilmente fino all’
Italia. Questa anomalia, che nel 2025 si sta verificando in maniera piuttosto persistente, spiega perché nonostante un breve episodio caldo a inizio Maggio,
la stagione primaverile non riesca a stabilizzarsi. Le
correnti fresche atlantiche continuano a dominare la scena, e l’
alta pressione subtropicale appare debole, discontinua, addirittura assente.
Una bilancia climatica globale in equilibrio precario È importante comprendere che l’ITCZ non si limita a influenzare l’area tropicale o il Mediterraneo, ma fa parte di una più ampia rete di
meccanismi atmosferici interconnessi. Quando la sua posizione si discosta dai valori medi, le ripercussioni si fanno sentire su vasta scala: si possono verificare
ritardi nei monsoni in India,
stagioni più secche in Africa occidentale, o
estati anomale in Europa. Alcuni studi stanno analizzando come i
cambiamenti climatici stiano modificando la
frequenza e l’ampiezza degli spostamenti della fascia ITCZ, con scenari ancora difficili da prevedere.
Il ruolo dei modelli meteorologici Prevedere la posizione dell’ITCZ non è semplice. I
modelli globali tengono conto di una miriade di fattori:
temperatura della superficie marina (SST),
attività solare,
circolazioni oceaniche e persino fenomeni come
El Niño e
La Niña. La
Primavera 2025, con l’ITCZ più meridionale del solito, rappresenta un
caso interessante per osservare come
una fascia equatoriale possa modulare anche il
meteo in Europa.
Meteo: instabilità persistente? L’elemento misterioso che può sparigliare le carte