Mercati emergenti: il dollaro debole spinge le valutazioni, ma pesa l’instabilità geopolitica
La potenziale inversione del ciclo dei tassi potrebbe ridurre la forza del dollaro e migliorare l’appeal degli asset dei mercati emergenti. Tuttavia, pressioni inflazionistiche e instabilità geopolitica limitano la capacità di implementare politiche monetarie espansive. L'articolo Mercati emergenti: il dollaro debole spinge le valutazioni, ma pesa l’instabilità geopolitica proviene da FundsPeople Italia.

I mercati emergenti continuano a suscitare l'interesse degli investitori grazie a rendimenti elevati, opportunità di diversificazione e bilanci che si stanno progressivamente stabilizzando. Tuttavia, dato il contesto macroeconomico, il 2025 si conferma come un anno carico di incertezze (ma anche di opportunità) per il debito emergente, alla luce di un ambiente globale caratterizzato da un dollaro debole, politiche monetarie divergenti e un panorama geopolitico caotico.
La debolezza del dollaro
Il primo fattore a favore del debito dei mercati emergenti è la debolezza del dollaro USA, che ha avuto un impatto positivo sui rendimenti del debito in valuta locale. Secondo Francesco Lomartire, head of intermediary client coverage Southern Europe di State Street Global Advisors, l’indice Bloomberg EM Local Currency Liquid Government ha registrato un rendimento di circa il 4,25% da inizio anno, con una significativa componente di questo guadagno derivante dalla svalutazione della moneta americana. “Il rendimento valutario per l’indice è stato del 2,22%”, evidenziando come la debolezza del dollaro abbia aiutato a rafforzare le valute dei mercati emergenti e a migliorare i ritorni per gli investitori.
Tuttavia, i rendimenti non sono stati uniformi. Mentre Paesi come la Turchia, l’Indonesia, l’India e Israele hanno visto una certa volatilità nelle loro valute, altre nazioni, come l’Ungheria, hanno beneficiato di una stabilità delle proprie monete. Come sottolinea Lomartire, in alcuni casi i rendimenti obbligazionari positivi si sono parzialmente annullati con le fluttuazioni valutarie, come nel caso delle obbligazioni turche, che, pur mostrando rendimenti obbligazionari elevati a seguito dei tagli ai tassi d’interesse, sono state penalizzate da una valuta indebolita.
Da dollaro USA a rupia indiana
I mercati dei titoli di Stato
desmondD’altra parte, i mercati dei titoli di Stato in valuta forte sono stati influenzati da dinamiche diverse. Secondo Des Lawrence, senior investment strategist di State Street Global Advisors, gli spread dei debiti emergenti in valuta forte si sono ridotti, ma le prospettive per i Treasury statunitensi, un altro punto di riferimento cruciale per gli investitori globali, suggeriscono che c'è ancora spazio per il valore aggiunto in questo segmento. Sebbene i tassi d’interesse negli Stati Uniti rimangano relativamente alti, la potenziale inversione del ciclo dei tassi potrebbe ridurre la forza del dollaro e migliorare l’appeal degli asset dei mercati emergenti. “La riduzione dei tassi negli Stati Uniti potrebbe aprire la strada per politiche monetarie più accomodanti nei mercati emergenti, creando un contesto favorevole per il debito in valuta locale”. Tuttavia, Lawrence mette in guardia contro una visione troppo ottimistica: ogni Paese dei mercati emergenti affronta sfide interne differenti, come pressioni inflazionistiche o instabilità politica, che potrebbero limitare la capacità di molte nazioni di implementare politiche monetarie espansive.
MSCI Emerging Markets
Migliora la parte corporate
Un altro aspetto rilevante del panorama del debito dei Mercati emergenti è il miglioramento della parte corporate, con una riduzione significativa della leva finanziaria nei settori più vulnerabili. Anthony Kettle senior portfolio manager, emerging markets debt di RBC BlueBay evidenzia come la riduzione della leva, accelerata dalla crisi sanitaria e dal conflitto in Ucraina, abbia ripulito il panorama dei crediti emergenti. Di conseguenza, la performance delle obbligazioni corporate ha mostrato segnali di stabilizzazione e potenziale crescita, con un significativo miglioramento dei fondamentali rispetto ai picchi di indebitamento pre-Covid. Molti mercati emergenti stanno ora beneficiando di bilanci più sani, che permettono loro di affrontare meglio i periodi di alta volatilità. Le valutazioni dei debiti emergenti, soprattutto quelli ad alto rendimento, rimangono interessanti, con tassi di default in calo. “Prevediamo che quest'anno i default dei titoli di Stato dei mercati emergenti saranno praticamente prossimi allo zero, seguendo una traiettoria dinamica simile a quella dei corporate bond, dove si è registrato un livello relativamente alto di default negli ultimi tre o quattro anni che è andato poi normalizzandosi”. Secondo Kettle, alcuni segmenti del debito corporate emergente potrebbero offrire rendimenti superiori rispetto ad altre asset class, con una maggiore capacità di ristrutturazione dei crediti più deboli e una riduzione dei rischi associati.
Nonostante i segnali di ripresa, i mercati emergenti restano esposti a una serie di rischi politici e geopolitici. La politica commerciale degli Stati Uniti, per esempio, continua a rappresentare una fonte di incertezza. La possibile implementazione di dazi, in particolare verso la Cina, potrebbe avere un impatto negativo sulle economie emergenti, influenzando le loro valute e le loro performance.
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