Meloni con la strategia “zero per zero” tenta la carta della diplomazia
Giorgia Meloni incontrerà Trump il 17 aprile a Washington per proporre l’azzeramento dei dazi industriali e mobilitare 32 miliardi da Pnrr e fondi Ue per difendere le imprese italiane

Giorgia Meloni ha calato l’asso su cui intende giocarsi il match con Donald Trump: la cancellazione reciproca dei dazi industriali tra Stati Uniti e Unione Europea, la formula “zero per zero” su cui l’Italia spinge da tempo e che ora viene riproposta come cardine della linea economica dell’esecutivo. A Palazzo Chigi, davanti a Confindustria, Cna, Confartigianato e Confcommercio, la premier ha delineato una strategia che tiene insieme diplomazia e bilancio, intrecciando trattativa e finanza pubblica.
Il panorama è complicato, c’è la missione a Washington il 17 aprile, ci sono pressioni da parte dell’Italia a Bruxelles per ottenere lo sblocco di fondi europei al momento non ancora utilizzati, e un cuscinetto da 32 miliardi da destinare alle imprese sotto scacco.
Il sostegno dell’Unione Europea alla proposta italiana
La proposta dello “zero per zero”, cavallo di battaglia del governo italiano, ha ottenuto il via libera anche da Bruxelles.
“La sfida da esplorare è invece quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la Presidente Von der Leyen lo ha ribadito ieri, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero'”, ha dichiarato Giorgia Meloni.
Un concetto che a Palazzo Berlaymont non suona affatto nuovo: il commissario al Commercio Valdis Dombrovskis, da mesi impegnato sul dossier, avrebbe manifestato un atteggiamento favorevole alla rimozione simmetrica delle barriere tariffarie. Un’ipotesi che, se trovasse sponda anche Oltreoceano, aprirebbe una finestra pragmatica dentro a un confronto che finora ha prodotto solo minacce e controffensive.
Missione a Washington: Meloni incontrerà Trump il 17 aprile
Il 17 aprile la presidente del Consiglio sarà a Washington per una visita ufficiale. Tra i dossier sul tavolo, ci sarà anche quello legato alla possibile eliminazione delle barriere tariffarie su scala industriale.
“È questo il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il Presidente degli Stati Uniti”, ha precisato Meloni.
Esportazioni italiane: attesa per una svolta nei rapporti transatlantici
La proposta ha attirato l’interesse delle realtà produttive italiane, che da tempo chiedono un alleggerimento degli oneri sulle esportazioni verso il mercato statunitense. Se il progetto dovesse avanzare, potrebbe rappresentare un cambio di passo rilevante nelle relazioni economiche bilaterali.
La formulazione “zero per zero” richiama altri accordi commerciali di successo, in cui la rimozione simultanea delle imposte doganali ha generato benefici tangibili per entrambe le parti coinvolte. Meloni ha ricordato che una contrapposizione tra Europa e Stati Uniti avrebbe l’effetto di indebolire l’intero blocco occidentale, con conseguenze dirette su settori strategici per l’Italia come il manifatturiero, l’agroalimentare e l’automotive.
Meloni ha ribadito che le economie occidentali sono ormai legate da una rete di interdipendenze che rende inefficaci, se non addirittura dannose, politiche di tipo protezionista. Le filiere più esposte rischiano un contraccolpo significativo, mentre per altri settori è ancora in corso un’analisi approfondita degli impatti potenziali.
Strategia del governo per aiutare le imprese colpite dai dazi
Meloni ha proposto un patto tra governo e mondo produttivo, con l’obiettivo di reagire a una congiuntura che funzioni. Bilancio rigoroso, investimenti selettivi e tagli agli sprechi sono le basi del piano.
A Palazzo Chigi, davanti a Coldiretti, Cia e Confagricoltura, la premier ha presentato una strategia a tre binari: negoziato con Washington, revisione delle regole europee, nuova gestione dei fondi comunitari. La presidente del Consiglio ha poi aperto alla creazione di tavoli permanenti con le imprese, per individuare interventi rapidi e precisi da affiancare all’azione diplomatica.
Pnrr, coesione e clima: i 32 miliardi per rilanciare il sistema produttivo
Il governo conta su 32 miliardi per mettere in sicurezza il sistema produttivo, tra risorse del Pnrr, fondi di coesione e Piano sociale per il Clima. Secondo Giorgia Meloni, almeno 25 miliardi potranno arrivare direttamente alle imprese, ma servirà un’intesa con Bruxelles e con le Regioni. A occuparsi del dossier sarà Raffaele Fitto.
Tra i capitoli in discussione: un possibile allentamento sulle regole sugli aiuti di Stato e un uso più flessibile dei fondi per la transizione ecologica.
A guidare il lavoro, una squadra ristretta: Tajani, Salvini, Giorgetti, Urso, Roccella, Lollobrigida, Mantovano e Fazzolari. Con loro, l’obiettivo è aprire tavoli stabili con il mondo produttivo per affrontare energia, credito e accesso ai mercati.