“Meglio un figlio che ruba di certi poliziotti. La violenza che c’è in giro? Nessuno ci insegna ad amare. Ho studiato dalle suore, mi vogliono molto bene. A Sanremo ci penso”: ecco il fenomeno Centomilacarie

"Io Nessuno" è una boccata d'aria fresca con suoni che spaziano dagli Anni 90 (sì abbiamo riconosciuto Radiohead e Nirvana) al sound del 2025. Testi urgenti, intimi e di livello L'articolo “Meglio un figlio che ruba di certi poliziotti. La violenza che c’è in giro? Nessuno ci insegna ad amare. Ho studiato dalle suore, mi vogliono molto bene. A Sanremo ci penso”: ecco il fenomeno Centomilacarie proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 8, 2025 - 10:54
 0
“Meglio un figlio che ruba di certi poliziotti. La violenza che c’è in giro? Nessuno ci insegna ad amare. Ho studiato dalle suore, mi vogliono molto bene. A Sanremo ci penso”: ecco il fenomeno Centomilacarie

“Uno, nessuno e centomila” non è solo il capolavoro di Luigi Pirandello sulle sfaccettature dell’identità e della crisi di un uomo. Ma è anche un punto di collegamento con “Io Nessuno”, il disco di esordio di Centomilacarie (vero nome Simone, ndr), un cantautore di 23 anni con l’urgenza di esprimersi, sfogare la propria rabbia e in cerca di qualcuno che gli insegni ad amare. Dal punto di vista musicale ci sono gli Anni 90, ma anche gli anni 2000. Un saliscendi di note e di parole che arrivano forti e chiare. Centomilacarie è da tenere d’occhio, con l’augurio che possa calcare presto il Festival di Sanremo. “All’Ariston voglio andare, – ci rivela -. Ma senza la canzone giusta e che sia molto bella, almeno per me non vado”.

“La mia unica valvola di sfogo” – Nella mia vita ho sempre avuto persone a me vicine che la rabbia la sfogavano col calcio o con lo sport, insomma le classiche cose utili per sfogarsi fisicamente. Ho provato a fare musica, perché il calcio non piaceva e nemmeno fare sport in generale. Quindi la musica è sempre stata la mia valvola di sfogo perché se sarei diventato più matto di quanto lo sia oggi. Ed ecco perché a questo disco tengo perché c’è davvero tutto di me e sono due anni che ci lavoro, tra alti e bassi. Devo molto a questo disco.

“Ho fatto psicanalisi da quando avevo 11 anni” – Ho fatto psicanalisi per tantissimi anni, da quando avevo 11 anni. Parlo per la mia personale esperienza, sia chiaro, dopo un po’ ho dovuto mollare qualsiasi tipo di percorso, perché non lo reputavo più salutare per me e quindi ho scelto la musica. Non a caso ‘Io Nessuno’ si chiama così perché è veramente pieno di sfaccettature, è stato figo inserirle tutte, mettendo un titolo che comunque rispecchiasse ci sono io. Ci sono tanti stili che potrebbero essere ricondotti a tanti artisti diversi che ho ascoltato nel corso degli anni. Sono sempre stato un grande amante della musica, non mi sono fatto ‘fregare’ dai generi, riuscendo a produrre qualcosa di mio, personale.

“La violenza nasce dal non amore” – In ‘Solite cose c’è la frase ‘Come pensare di amare i tuoi figli. Se nessuno l’amore te l’ha mai insegnato?’. Una frase molto chiara e comunque non parla solo della mia storia, parla di tante storie…La violenza nasce nella città, nel mondo, perché qualcuno non ha spiegato a questi ragazzi, a noi ragazzi, che l’amore va insegnato, l’amore va rispettato. Non è amore la violenza, le botte, il sangue. Io devo ancora imparare, ma è difficile, molto difficile. Perché? Perché a volte non c’è il supporto giusto. Serve un supporto che possa far capire che l’amore è molto più facile di quanto possa sembrare. Per supporto intendo un aiuto, il non farti sentire solo, farti sentire comunque voluto bene. A me è capitato ed è anche grazie a questo supporto che ho capito che voglio comportarmi bene nella vita. C’è stata qualche occasione in cui avei potuto comportarmi male ma non l’ho fatto, mi sono dato una regolata.

“Non voglio essere un esempio. Mi criticano? La mia è musica” – Ho le mie visioni dell’amore, del bene, della vita… Ma questo disco non vuole e non deve esser d’esempio per nessuno. Perché ci sono molte cose anche sbagliate, in realtà. Ma ricordo sempre che non sono un educatore, quindi ho raccolto solo la mia visione delle cose. Le critiche per i miei testi? Ipotesi che ho considerato e sono pronto ad accettare. Faccio solo la mia musica, non sono un politico, che deve dire le cose giuste per forza.

“Meglio un figlio che ruba di certi poliziotti” – Capisco che la frase del brano ‘Tg1’ possa sembrare forte. Non faccio di tutta l’erba un fascio, ma la cronaca è piena (non solo nel nostro Paese) di esempi in cui le forze dell’ordine esercitano in maniera estrema. Ci sono delle volte che chi dovrebbe difendere non lo fa. Conosco comunque degli amici, molto giovani, che hanno subito magari qualche ingiustizia e, posso assicurarvi, che non se lo meritavano”.

“A 16 anni ho iniziato con la musica, ma prima mi sono diplomato” – La musica è sempre stata una mia grande passione, sin da quando avevo 16 anni, ma sono sempre stato consapevole che era importante prendere il diploma. Ho fatto Economia Sociale, dalle suore. Mi sono trovato benissimo da loro, sono suore canossiane, hanno una visione particolare dell’insegnamento e dell’approccio. Ci vogliamo bene e con alcune di loro sono ancora in contatto. Il loro cruccio? Che io non credo in Dio, proprio a loro non va giù (ride, ndr). Credere in realtà è una bella cosa perché è una cosa che ti parte da dentro. Poi che sia giusto, sbagliato, non esistono giusto e sbagliato, c ‘è una scelta personale, una luce che ti senti dentro se c ‘è, c’è veramente.

L'articolo “Meglio un figlio che ruba di certi poliziotti. La violenza che c’è in giro? Nessuno ci insegna ad amare. Ho studiato dalle suore, mi vogliono molto bene. A Sanremo ci penso”: ecco il fenomeno Centomilacarie proviene da Il Fatto Quotidiano.