Mediobanca vola in Borsa all’indomani dell’offerta su Banca Generali che la uscire dai salotti

Mediobanca riprende quota all’indomani del lancio dell’offerta da 6,3 miliardi di euro in azioni Generali su Banca Generali, che lunedì l’aveva fiaccata in Borsa. Ventiquattro ore dopo l’annuncio a sorpresa, il titolo di Piazzetta Cuccia ha ingranato la marcia e ha corso per tutta la seduta, chiudendo in rialzo del 5,27% a 18,37 euro contro […] L'articolo Mediobanca vola in Borsa all’indomani dell’offerta su Banca Generali che la uscire dai salotti proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 29, 2025 - 17:59
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Mediobanca vola in Borsa all’indomani dell’offerta su Banca Generali che la uscire dai salotti

Mediobanca riprende quota all’indomani del lancio dell’offerta da 6,3 miliardi di euro in azioni Generali su Banca Generali, che lunedì l’aveva fiaccata in Borsa. Ventiquattro ore dopo l’annuncio a sorpresa, il titolo di Piazzetta Cuccia ha ingranato la marcia e ha corso per tutta la seduta, chiudendo in rialzo del 5,27% a 18,37 euro contro il calo dello 0,8% della vigilia.

Il mercato ha così iniziato a metabolizzare l’offerta di acquisto per Banca Generali che, in caso di successo, avrà l’effetto di far uscire Mediobanca dall’azionariato delle Generali alla quale viene offerto il 6,5% di azioni del Leone in cambio del 51% della banca che ha ingranato la marcia fin dall’annuncio e ha chiuso in rialzo anche martedì (+1,7% a 52,2 euro), mentre Generali, che dovrà decidere se consegnare la quota di maggioranza a Piazzetta Cuccia, è cresciuta dell’1,6% a 32,11 euro, dopo che lunedì aveva perso l’1,1% in scia alle incertezze sugli assetti di controllo della compagnia che si verrebbero a creare con l’operazione. Avanza anche Mps, che aveva a sua volta lanciato un’offerta per Mediobanca e deve fare i conti con la contromossa di Alberto Nagel, e registra un rialzo del 3,77% a 7,63 euro.

Secondo alcuni analisti la mossa di Nagel aggiunge valore anche all’operazione di Siena, mentre secondo altri le strade tra le due banche si farebbero sempre più distanti. Resta il fatto che al mercato piace un’operazione che spogli Mediobanca dalla regia delle Generali con tutto ciò che comporta, per proiettarla in un progetto industriale. “Il razionale strategico è forte e i rischi di esecuzione limitati”, afferma Barclays, secondo cui “la combined entity (tra Mediobanca e Banca Generali, ndr) avrebbe un ritorno sul capitale più alto, un modello a basso consumo di capitale e un alto potenziale di crescita”. Per Deutsche Bank l’operazione “ha senso da un punto di vista industriale” anche se “non è immune da rischi di esecuzione”, richiedendo l’accettazione da parte di Generali e l’approvazione dell’assemblea di Piazzetta Cuccia, cosa che “non sarà necessariamente facile” in quanto, alla luce della possibile opposizione di Caltagirone e degli eredi Del Vecchio, servirà il sostegno di “più del 30% del capitale”. Barclays non esclude la possibilità di un rilancio alla luce del fatto che “il potenziale stand-alone di Banca Generali è ampio” e il premio offerto da Mediobanca, che dispone di “un’ampia disponibilità di capitale”, “può apparire limitato”.

Da canto suo Deutsche Bank, nel sostenere come Banca Generali aumenti l’appeal di Mediobanca per Mps, sottolinea che gli utili da wealth management, asset management e private banking del Monte “triplicherebbero per l’entità combinata, contribuendo per circa il 27% all’utile”, mentre “da un punto di vista finanziario, l’operazione rimane fattibile”, con un “consumo di capitale incrementale di soli 30 punti base” in più rispetto all’acquisizione della sola Mediobanca. “L’operazione – hanno invece commentato gli analisti di Bofa – aggiunge incertezza e uno strato di complessità al progetto di un terzo polo Mps-Mediobanca”. Non la vedono così a Siena dove apparentemente tira tutt’altro che aria di resa. Non solo l’offerta su Banca Generali viene giudicata non “ostativa” della scalata a Mediobanca, ma viene anzi ritenuta in grado di “rafforzare il valore industriale” dell’operazione di Mps, che punta a aumentare la sua presenza nel wealth management e valuta “non strategica” e cedibile la quota nel Leone e ha dalla sua il governo oltre a Caltagirone e gli eredi Del Vecchio.

Insomma, se le diplomazie non si attiveranno, non resta che attendere il verdetto del mercato e se Nagel sarà in grado di convincere i suoi azionisti che è meglio una Mediobanca indipendente e con una solida presenza nel wealth management ad un matrimonio con Mps, che con Piazzetta Cuccia punta invece a diversificare il suo business e a creare il terzo polo bancario. Ma anche se saprà spingere i soci di Banca Generali, a partire dal Leone, a consegnare le azioni. In cambio di una quota rilevante di Trieste che in base ai termini dell’operazione verrebbe congelata per un anno. Una partita su cui potrebbero avere qualcosa da dire Intesa e Unicredit, ma anche il governo.

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