McLaren: il segreto nella gestione termica delle gomme sta nel mozzo

McLaren ha adottato una soluzione che in F1 è molto interessante. Ci rifermi all’anteriore della monoposto, dove possiamo scorgere una mossa singolare in termini di forme e che farà senza dubbio parlare di se nell’arco del campionato. Si tratta di una configurazione che ha il compito di portare il flusso d’aria dall’interno ruota, dove viene […]

Mar 19, 2025 - 18:48
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McLaren: il segreto nella gestione termica delle gomme sta nel mozzo

McLaren ha adottato una soluzione che in F1 è molto interessante. Ci rifermi all’anteriore della monoposto, dove possiamo scorgere una mossa singolare in termini di forme e che farà senza dubbio parlare di se nell’arco del campionato. Si tratta di una configurazione che ha il compito di portare il flusso d’aria dall’interno ruota, dove viene poi pescato tramite i consueti “duct” al lato esterno. Nel tragitto, pertanto, avviene uno scambio termico con cui si smaltisce il calore sviluppato dalle componenti frenanti.

McLaren, la natura dello scambio termico

Passando al lato pratico, possiamo studiare in maniere effettiva come è stata progettata questa presa d’aria sulle vetture color papaya. Iniziamo con il chiarire un concetto, prima di tutto: portare a termine simulazioni fluido dinamiche su queste componenti è alquanto difficile, in quanto va tenuto presente che le geometrie sono molto più complesse di quello che si possa pensare.

Bisogna infatti anche considerare tutta la parte termica e il moto della ruota che influisce sulla struttura dell’aria. Parliamo quindi di simulazioni altamente non lineari, con una serie di incognite “ingombranti”, per le quali servono delle tempistiche di sviluppo più che abbondanti. Prendendo in esame la grafica in alto, realizzata dal nostro amico ohad_bark di technical.f1, possiamo notare due canalizzazioni preferenziali suddivise da un labbro.

McLaren F1
l’asse anteriore della McLaren MCL39

Elemento che ha la funzione di incrementare la superficie del cestello e di conseguenza sommare valore allo scambio termico che si produce. Elemento che ha la funzione di incrementare la superficie del cestello e di conseguenza sommare valore allo scambio termico che si produce.

Lo scopo di questa geometria è quello di migliorare l’attivazione dell’asse anteriore e in linea generale di contribuire al mantenimento della finestra di esercizio. E infatti, nel primo round del mondiale di F1 2025, tutti hanno notato come la McLaren ha chiaramente dimostrato di sapere gestire meglio degli altri avversari le coperture.

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La gestione del calore nel mozzo della McLaren MCL39

Lo stesso pilota della Mercedes George Russell ne ha parlato dopo il Gran Premio l’Australia, sostenendo che, nel terzo settore di Melbourne, le due MCL39 erano super competitive proprio per come gestivano le mescole. Quello che abbiamo analizzato in grafica è sicuramente è uno dei segreti che concorrono a generare un’ottima gestione termica delle coperture.

La soluzione per evitare l’asincrona termica

Inoltre, possiamo anche prendere in esame due ulteriori appendici aerodinamiche che portano la massa fluida verso il basso. Per di più va detto che in questo caso il flusso in uscita ha una grande rilevanza per la gestione delle turbolenze della ruota anteriore. Queste appendici dall’effetto downwash si incaricano di spostare verso il basso il vortice che poi si stacca dalla gomma stessa.

La finalità di questa soluzione è molto attraente, in quanto si lega ad altre scelte progettuali fatte dalla squadra di Woking. Se ricordate, avevamo spiegato che per la vettura di F1 che partecipa al mondiale 2025, la sospensione anteriore della MCL39 evidenziava un’alta percentuale di anti-dive, per scopi aerodinamici, sottolineando il rischio di accentuare un’asincronia termica sugli assi della monoposto.

McLaren F1
Il mozzo anteriore della McLaren MCL39

Dubbi condivisi da Pierre Waché, direttore tecnico della Red Bull. La squadra austriaca di F1 ebbe reali problemi maturando una certa esperienza, in quando l’anti-dive troppo marcato diminuisce la percentuale di trasferimento di carico che attiva gli elementi interni. Attenzione, non parliamo della quota totale, ma bensì soltanto di quella porzione che sollecita le componenti smorzanti interne. Il carico verrà quindi scaricato sui braccetti.

Se da un parte si migliora l’aerodinamica, però, dall’altra si diminuisce l’energia che viene sviluppata nella gomma. Questo si traduce nel rischio di un’asincronia termica non indifferente, visto che l’anteriore potrebbe scaldarsi meno. Nel caso della McLaren, invece, con la soluzione studiata ad hoc dal reparto tecnico, si evita anche questo tipo problema e si riesce a portare in temperatura l’asse anteriore alla perfezione.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini: Scuderia Ferrari – F1