Marco Biagi, autentico eroe civile

Marco Biagi, a ventitré anni dalla morte, rimane un riferimento per coloro che vogliono un mercato del lavoro inclusivo. Il Canto libero di Sacconi.

Mar 19, 2025 - 07:29
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Marco Biagi, autentico eroe civile

Marco Biagi, a ventitré anni dalla morte, rimane un riferimento per coloro che vogliono un mercato del lavoro inclusivo. Il Canto libero di Sacconi

Marco Biagi, a ventitré anni dalla morte, rimane il necessario riferimento per coloro che vogliono un mercato del lavoro inclusivo, con elevati tassi di occupazione anche per giovani e donne.

Eurostat ci ha confermato in questi giorni fanalino di coda nella Europa a 27 nonostante gli indubbi progressi nel numero e nella percentuale degli occupati grazie ad una economia tra le più resilienti in Europa dopo la crisi pandemica.

Nel Paese che ha avuto il più grande Partito Comunista dell’Occidente, permangono infatti strozzature dovute al sovraccarico ideologico sul lavoro e sulla educazione. Biagi ne era consapevole e nel Libro Bianco prodotto per il governo poco prima del tragico omicidio segnalava la necessità di liberarcene.

Nell’educazione, introducendo l’integrazione tra apprendimento teorico e pratico in modo che diventasse possibile, attraverso due tipologie di apprendistato, conseguire diplomi, qualifiche, persino lauree attraverso la collaborazione tra scuole, Università, imprese.

Nel mercato del lavoro, liberalizzando quanto più il collocamento in modo che una pluralità di intermediari, pubblici, privati e privato-sociali, sia indotta a competere per offrire opportunità a tutti. Anche ai più svantaggiati.

È stato assassinato nel contesto di una campagna di odio causata dalla intolleranza nei confronti delle sue proposte. Gli stessi colleghi di accademia gli si posero contro o si girarono dall’altra parte. Egli era consapevole del rischio che correva ma, autentico eroe civile, proseguì fino all’ultimo nella sua opera indicando perfino come questa avrebbe potuto essere perfezionata in sua assenza.

In questi giorni lo ricordiamo tuttavia non solo per ribadire che, soprattutto in Italia, le parole possono diventare pietre per cui, memori del suo sacrificio, dobbiamo sempre il rispetto alle idee altrui. Lo ricordiamo anche perché si sta realizzando il suo auspicio per un impulso, anche legislativo, alle forme di partecipazione dei lavoratori ai destini dell’impresa. E perché, paradossalmente, contemporaneamente, saremo chiamati ad un referendum su quesiti inerenti il lavoro che egli, oltre venti anni fa, avrebbe giudicato antistorici.