Maialini chiusi in gabbia e privati di cibo e di acqua fino alla morte: l’artista Marco Evaristti fa discutere. Gli animalisti: “Inaccettabile il sacrificio di animali”

L’installazione dell’artista cileno, già noto per alcune opere controverse come quella in cui usa il suo grasso corporeo per preparare delle polpette, è finita al centro delle polemiche sui social L'articolo Maialini chiusi in gabbia e privati di cibo e di acqua fino alla morte: l’artista Marco Evaristti fa discutere. Gli animalisti: “Inaccettabile il sacrificio di animali” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 3, 2025 - 13:39
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Maialini chiusi in gabbia e privati di cibo e di acqua fino alla morte: l’artista Marco Evaristti fa discutere. Gli animalisti: “Inaccettabile il sacrificio di animali”

Tre maialini, chiusi in una cella di fortuna creata con dei carrelli della spesa e lasciati senza acqua, né cibo, fino alla loro morte, per inedia. Sarebbe questa l’ultima installazione dell’artista cileno Marco Evaristti a Copenaghen, in Danimarca: l’opera si intitola “And Now You Care” e il suo intento sarebbe quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita precarie a cui sarebbero costretti gli animali negli allevamenti intensivi. Il suo progetto, però, ha scatenato polemiche e indignazione. E, la scorsa notte, infatti, i tre maialini sarebbero stati rapiti, si presume, da degli attivisti che, forse, avrebbero cercato di evitare la loro morte.

’And Now You Care’ è un confronto con la sanguinosa realtà danese. Ogni giorno, 38.500 maiali vengono spinti verso il loro destino nei macelli danesi, ridotti da esseri senzienti a un successo economico in un foglio Excel. La mostra smaschera l’illusione ben costruita del benessere animale danese, dove i maiali all’aperto, con il caratteristico ricciolo sulla coda, sono l’eccezione, non la regola. Due maialini vivi fanno parte dell’esposizione: devono vivere o morire?”, scrive l’artista sul suo profilo Instagram.

L’opera, che è stata inaugurata lo scorso 28 febbraio, prevede che i tre maialini, rinchiusi in una cella creata con dei carrelli della spesa, vengano privati di acqua e cibo fino alla loro morte. Un modo, secondo l’artista, per scuotere la coscienza umana e “rendere visibile una realtà che avviene nell’ombra”, sostiene ancora Evaristti.

L’installazione, però, ha suscitato numerose polemiche, soprattutto da parte di alcune organizzazioni animaliste locali e mondiali, che si sono opposte al trattamento che l’artista ha previsto per i tre suini. Tra queste c’è anche Animal Protection Denmark, la più grande e antica associazione animalista danese: “Capiamo l’indignazione (dell’artista, ndr), ma non accettiamo che i tre maialini, tre esseri viventi, debbano patire la fame e la sete fino alla loro morte. È illegale ed è abuso sugli animali”, spiega, invece, una portavoce dell’organizzazione, Birgitte Damm, ad Associated Press.

“Il fatto che accada a migliaia (di animali, ndr) ogni giorno non vuol dire che sia eticamente giusto”, ha poi aggiunto. Anche l’associazione animalista Anima, inoltre, ha preso distanza dall’opera, denunciando l’artista cileno per il maltrattamento degli animali, secondo quanto riporta Ansa: “Condividiamo la critica di Evaristti alla crudeltà che caratterizza l’agricoltura industriale, dove milioni di animali soffrono quotidianamente, lontano dagli occhi e dal cuore. Ma crediamo che sia assurdo usare la crudeltà sugli animali per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crudeltà degli animali”, ha sottolineato Mathias Madsen, responsabile dell’associazione.

Alle polemiche delle varie associazioni, però, si aggiungono anche quelle degli utenti privati che, in molti, hanno voluto criticare l’opera di Evaristti commentando sotto al post con cui l’artista ha annunciato l’opera, su Instagram: “Dici sul serio? Far soffrire gli animali per criticare la sofferenza degli animali? O questo serve più per farti un nome? Una ridicola, disgustosa e crudele messinscena”, sostiene uno dei commentatori. Intanto, l’installazione sembra sia stata presa di mira da alcuni sconosciuti che, nella notte successiva all’inaugurazione, avrebbero deciso di agire e liberare i tre animali, forse con l’intento di salvarli da una morte certa. A denunciare il furto sarebbe stato lo stesso Evaristti, che avrebbe anche sporto querela alla polizia. “Non sappiamo chi abbia preso i maialini, ma chiunque sia stato ha evitato loro una morte orribile. Il nostro obiettivo è denunciare la crudeltà negli allevamenti, ma non accettiamo che gli animali vengano sacrificati per un’installazione artistica”, ha aggiunto ancora Madsen.

Non è la prima volta che Evaristti si rende protagonista di un’opera ritenuta controversa. Nel 2000, l’artista cileno aveva esposto, al Trapholt Art Museum di Kolding, in Danimarca, l’opera intitolata Helena, che presentava dieci frullatori funzionanti con all’interno pesci rossi vivi. Durante l’esposizione, i visitatori potevano decidere se accendere i frullatori, uccidendo, quindi, gli animali al suo interno, oppure se lasciarli spenti. Nel 2006, invece, Evaristti ha pubblicato l’opera intitolata “Polpette al grasso di Marco”: come si evince dal nome, si tratta di polpette preparate usando il grasso corporeo dell’artista, estratto da se stesso e conservato in una lattina.

“L’artista ha poi mangiato parte di queste polpette e ha riempito il resto della lattina”, si legge sul sito web di Evaristti. Ora, l’artista cileno è tornato al centro delle polemiche con un’altra installazione ritenuta controversa, con cui, da un lato, vorrebbe concentrare l’attenzione del pubblico sul problema, in costante crescita, degli allevamenti intensivi, dall’altro, però, ha posto interrogativi e dubbi etici su quale sia il modo più corretto per una denuncia di questo tipo.

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