Mafia, da Giovanni Cusimano a Francolino Spadaro: i boss scarcerati riorganizzavano i clan. Gli affari nelle scommesse online
Tra gli arrestati ci sono alcuni nomi noti: c’è, per esempio, Giovanni Cusimano uscito dal carcere nel 2021 e c’è Francolino Spadaro, libero dal 2017 L'articolo Mafia, da Giovanni Cusimano a Francolino Spadaro: i boss scarcerati riorganizzavano i clan. Gli affari nelle scommesse online proviene da Il Fatto Quotidiano.

Tornati in libertà per riabbracciare la mafia. Tra gli arrestati della maxi operazione ci sono alcuni nomi noti alle forze dell’ordine. C’è, per esempio, Giovanni Cusimano uscito dal carcere nel 2021 e tornato come “capo pretorio” di Cosa Nostra e c’è Francolino Spadaro, libero dal 2017, da quando cioè era andato a vivere nei quartieri eleganti del cuore di Palermo, proprio accanto a dove abitava Giovanni Falcone. Una volta scarcerato Spadaro era andato, infatti, a vivere in via Notarbartolo.
Figlio di Masino Spadaro, considerato il “re” della Kalsa, Francolino era stato accusato dell’omicidio del maresciallo Vito Ievolella, avvenuto il 10 settembre 1981: il processo, protrattosi per 20 anni, aveva poi portato alla sua assoluzione. Nel frattempo aveva avuto una condanna per traffico di droga, due condanne per associazione mafiosa e una condanna per l’estorsione alla nota “Focacceria San Francesco”. Da 8 anni viveva in un lussuoso appartamento in una delle zone più in di Palermo, nei pressi dell’albero di Falcone, apparentemente conducendo una vita da cittadino modello. Entrava e usciva da casa, sempre passando per l’albero di Falcone. Una di queste volte andava ad un summit di mafia dove Gregorio Di Giovanni gli proponeva di “prendere tutte cose”, ovvero le redini del mandamento di Porta Nuova, in caso di un suo arresto. Spadaro però rifiutava, non già perché avesse cambiato vita ma perché “non c’è la gente che gli piace a lui”. Di recente era, invece, diventato il punto di riferimento del mandamento di Palermo Centro. Il suo ritorno tra le file mafiose era diventato ancora più evidente dopo l’arresto, il 4 marzo del 2024, del latitante Giuseppe Auteri.
Tra i 181 coinvolti nella maxi operazione della procura di Palermo, condotta dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella e dal capo della procura, Maurizio de Lucia, spicca anche quello di Angelo Barone, un noto imprenditore, impegnato nel gioco online, con quote societarie in scommettendo.it, uno dei siti di scommesse legali più conosciuti. Barone, è emerso dalle indagini, è l’imprenditore che “ha navigato Cosa Nostra dall’era della riffa a quella dei lucrosi affari dei giochi e delle scommesse telematiche”, scrivono i magistrati. È, non a caso, andato alla riunione del 5 settembre del 2023 a Carini, voluta da Nunzio Serio, reggente del mandamento di San Lorenzo. Un summit che segnerà la svolta per i mandamenti palermitani, verso il gioco d’azzardo clandestino. In questa riunione Barone si metteva a disposizione. Aveva ricevuto l’incarico di promuovere, dirigere ed organizzare il settore del gioco illegale d’azzardo on line. Una figura “di altissimo rilievo economico per Cosa nostra”, Barone, dopo essere sfuggito, l’1 marzo 2024, all’inseguimento di una pattuglia della Guardia di Finanza, programmava, con la propria famiglia, “di rifugiarsi all’estero e di mettere al riparo l’ingente patrimonio, accumulato con i giochi online, da un’eventuale aggressione giudiziaria”: “L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare perché non intendo assolutamente perdere quello che ho creato fino ad oggi (..) Ho preso ora quindici milioni di gioco, … ma secondo te io perdo questo che ho fatto nella mia vita”.
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