L’ombra dei dazi sulla stagione delle trimestrali: cosa aspettarsi in Usa e Ue

Per le società incluse nell'indice S&P 500 si prevede una crescita media dell'EPS del 6% nel primo trimestre, mentre per le "colleghe" europee include nell'indice Stoxx 600 si attende una contrazione media del 5% dell'utile per azione

Apr 30, 2025 - 08:36
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L’ombra dei dazi sulla stagione delle trimestrali: cosa aspettarsi in Usa e Ue

Una fase di rallentamento post “cura” inflattiva delle banche centrali, problemi strutturali che assillano specifici settori, come quello dell’auto europea, la dipendenza dalle catene globali e la svolta protezionistica di Trump stanno condizionando l’economia ed i risultati trimestrali  delle società quotate, anche sotto forma di deterioramento delle prospettive.

La stagione degli utili del primo trimestre del 2025 sta entrando nel vivo, questa è la settimana dedicata alle Magnifiche 7, ma già emerge una “scarsa visibilità delle aziende sulle prospettive future“, derivante dal il contesto dell’incertezza del commercio globale.

Ma allora cosa attendersi dai risultati delle big europee ed americane? E come impatterà l’effetto dazi? Secondo Chiara Robba, head of LDI Equity di Generali Asset Management, è lecito attendersi un calo del 5% su base annua degli utili per azione (EPS) delle società dello STOXX 600 (blue-chips europee) ed una crescita del 6% su base annua delle società dell’indice S&P 500 (americane), inferiore rispetto alle stime di inizio anno.

L’effetto dei dazi sull’economia

Secondo l’esperta di Generali AM,

“oggi, non siamo in grado di stimare i danni che i dazi arrecheranno alla crescita globale”.

La Presidente Lagarde ha indicato un impatto di -40 punti base sul PIL dell’area euro per dazi statunitensi del 20%. E sebbene una crescita inferiore avrà un effetto disinflazionistico, l’impatto netto sull’inflazione dipenderà dalla risposta dell’Ue e dalle reazioni valutarie (il cambio euro-dollaro). Da un punto di vista geografico, sembra che Germania e Italia siano più soggette a impatti negativi rispetto a Francia o Spagna, ma tutto è ancora da vedere nei prossimi 90 giorni di negoziazioni.

Impatto diverso settore per settore

A livello settoriale, l’analista di Generali AM si aspetta che i settori orientati al consumo interno come i servizi di pubblica utilità, le telecomunicazioni e il settore immobiliare registreranno risultati migliori. Al contrario, i settori più esposti alle esportazioni statunitensi, come Medtech, il settore automobilistico, e il lusso dovrebbero subire la maggior parte delle revisioni al ribasso degli utili in caso di applicazione di dazi del 20%. E la crescita dell’utile per azione (EPS) in Ue potrebbe arrivare ad azzerarsi.

Anche per Reuters vi sono

diverse aree vulnerabili, in particolare nei settori ciclici – energia, immobiliare, materiali, industria e beni di consumo – dove le aspettative di crescita degli utili sono state ridotte in media del 65% dal 31 dicembre. Alcune delle revisioni negative più significative si sono verificate nel settore alimentare“, ma “anche le aspettative nel settore automobilistico sono già in forte calo”.

In Usa occhi puntati sulle Magnifiche 7

Nonostante la pesante correzione dell’indice S&P 500, le stime di consenso sugli utili per azione (EPS) 2025 delle società incluse nell’indice S&P 500 sono diminuite solo del 2% da inizio anno.

Gli analisti – spiega Chiara Robba di Generai AM – prevedono che l’utile per azione dell’indice S&P 500 del primo trimestre crescerà del 6% su base annua, un livello inferiore rispetto ai trimestri precedenti e inferiore alle aspettative di crescita dell’11% di inizio anno. I settori Energia e Materiali hanno registrato le peggiori revisioni negative, mentre il settore Finanziario è rimasto invariato.

In realtà, l’ultima previsione Factset del 25 aprile scorso, indicava per le società dell’S&P 500 una crescita media dell’EPS del 10,1% nel primo trimestre, sicuramente inferiore ai trimestri recedenti, ma ancora a doppia cifra.

Alcuni dei titoli tecnologici a mega-capitalizzazione come Microsoft e Google hanno già pubblicato i risultati il 25 aprile, mentre questa sarà la settimana di Amazon e Meta (il 30 aprile) ed Apple (il 2 maggio). Nvidia chiuderà la coda (il 28 maggio), ma entro il 9 maggio, l’85% della capitalizzazione di mercato dell’indice S&P 500 avrà pubblicato i risultati del primo trimestre. Il consenso prevede che la crescita dei Magnificent 7 supererà nuovamente quella del resto dell’indice, ma con il divario più ristretto dal primo trimestre del 2023.

“Tuttavia, anche qui, l’impatto delle tariffe e l’escalation con la Cina potrebbe farsi sentire sulle revisioni degli utili”

commenta Robba.

Previsioni più grigie per l’Europa

In Europa, la stagione degli utili è iniziata con LVMH e ASML. L’indice STOXX 600 ha perso il 10% rispetto al picco di marzo, mentre le stime di consenso sugli utili per azione (EPS) 2025 sono diminuite di meno del 2% da inizio anno.

“Considerata l’incertezza sui dazi e le probabili pessime prospettive delle aziende, sono prevedibili ulteriori tagli

evidenzia Robba.

Per le società incluse nell’indice pan-europeo Stoxx 600, le stime di consenso prevedono ora un calo del 5% su base annua degli utili per azione (EPS) nel primo trimestre. Si prevede che il settore energetico sarà tra i più deboli, mentre tecnologia e industria potrebbero offrire alcuni contributi positivi. Tuttavia, non va sottovalutato che l’apprezzamento dell’euro del 10% rispetto al dollaro da inizio anno, con un cambio a 1.13, può costituire una problematica quando circa il 60% dei ricavi dello Stoxx 600 è generato al di fuori dell’Europa.