L’offerta di Putin. Pronto a fermare la guerra. Ma sulla linea del fronte
Il Financial Times: la proposta fatta all’inviato Usa. Col riconoscimento della Crimea. Zelensky apre alle trattative dirette. Oggi vertice dei ’volenterosi’ a Londra .

Continuano i tentativi degli Stati Uniti per chiudere il conflitto fra Russia e Ucraina. Il numero uno di Kiev, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che il suo Paese è pronto a trattative dirette con il Cremlino dopo un cessate il fuoco ‘in qualsiasi formato’, previo il silenzio delle armi. Il Paese invasore, dal canto suo, non sembra avere fretta. Ieri il Financial Times ha rivelato, citando fonti russe, che Putin potrebbe proporre di congelare il conflitto sull’attuale linea del fronte. L’unica certezza è che per Steve Witkoff, inviato speciale della Casa Bianca, questa sarà l’ennesima settimana in giro per il mondo. Oggi sarà a Londra, per partecipare alla riunione del gruppo dei ‘Paesi volonterosi’ ed esporre il piano del presidente Trump per raggiungere la cessazione delle ostilità. Il clima non è dei migliori. Ieri l’Alto Rappresentante per la Politica estera europea, Kaja Kallas, ha bacchettato gli Stati Uniti, affermando che non hanno utilizzato ‘tutti gli strumenti’ per fare pressione sulla Russia. "Non hanno rispettato la tregua. È chiaro che la Russia sta giocando, cercando di guadagnare tempo e non vuole davvero la pace". In settimana Witkoff sarà nuovamente a Mosca, per un nuovo round di confronto con il Putin. Il presidente, probabilmente proporrà il riconoscimento della Crimea e dei territori attualmente sotto il controllo russo come condizione per la fine del conflitto. A quel punto la palla passerà al premier Zelensky, che sabato prossimo spera di incontrare il presidente Trump in Vaticano a margine dei funerali solenni di Papa Francesco e che sulla cessione dei territori del Donbas alla Russia è sempre stato contrario. Il numero uno ucraino ha anche affermato che il Cremlino ha utilizzato la tregua pasquale, più volte violata, per spostare le proprie truppe e i mezzi in funzione di nuovi attacchi in futuro.
Sulla Piazza Rossa sembrano comunque non avere fretta. Dmitry Peskov, portavoce del presidente Putin, ha spiegato che, nonostante il dialogo in corso fra Usa e Russia, non ci si può aspettare che il conflitto si possa risolvere in pochi giorni, contrariamente a quello dichiarato da Trump in campagna elettorale. "Continuiamo i nostri contatti con gli americani – ha spiegato Peskov durante un’intervista -. Questo argomento è così complesso che non è possibile fissare scadenze rigide e cercare di affrettare la risoluzione del conflitto in tempi brevi". Una dichiarazione che il ministro della Difesa di Kiev, Andryi Kovalenko, ha commentato con sarcasmo: "I loro diplomatici cercavano di raccontare che è la Russia a volere la pace e l’Ucraina a non volerla, che è l’Ucraina a violare la tregua, e loro no. Dal 2014 il sistema russo e il regime di Putin non hanno cambiato il loro approccio diplomatico".
"Putin ha voluto la guerra, non può imporre le sue condizioni", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato ieri a Porta a Porta, ribadendo che bisogna "parlare con gli ucraini". Per la Lega è invece quello di Putin è "un segnale da non ignorare".