L’Obbedisco del cardinale Becciu: “Non entro in conclave per il bene della Chiesa”
Il porporato ha ribadito la propria innocenza pur facendo un passo indietro “per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave”. La svolta dopo che il cardinale Parolin gli ha mostrato le due lettere siglate da Papa Francesco

Roma, 29 aprile 2025 – "Avendo a cuore il bene della Chiesa, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco di non entrare in Conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza". Lo afferma il cardinale Angelo Becciu che parla per la prima volta dopo che ieri erano circolate voci sulla sua decisione di fare un passo indietro e non entrare nella Cappella Sistina per votare il prossimo Papa. Tutto mentre i cardinali, in arrivo in Vaticano alla sesta Congregazione pre Conclave, mantengono sulla vicenda il più stretto riserbo.
Il passo indietro
La notizia del passo indietro di Becciu circolava già da giorni, ma si attendeva una sua presa di posizione ufficiale. Di fronte alle due lettere del Papa che indicherebbero la sua volontà di non includerlo tra gli elettori, il cardinale aveva lasciato intendere di essere pronto a rinunciare alla sua battaglia. Nonostante Becciu abbia sempre ribadito la sua innocenza e il conseguente diritto di entrare in conclave, alla fine è prevalsa la decisione di fare un passo indietro "per il bene dell'unità della Chiesa", come avrebbe detto ad alcuni porporati.
Il processo e le accuse
Becciu è coinvolto nel processo sulla malagestione dei fondi della Segreteria di Stato, a partire dalla vicenda del palazzo di Sloane Avenue. Il 22 settembre si aprirà il processo d'appello. Becciu ha sempre proclamato la sua innocenza ma è stato in primo grado condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di peculato e truffa aggravata ai danni della Santa Sede.
Le due lettere siglate da Francesco
Becciu, fino a qualche giorno fa sicuro di essere ammesso tra gli elettori, puntava sul fatto che Papa Francesco, invitandolo agli ultimi concistori, il momento più alto della vita della Chiesa, di fatto lo avesse riabilitato. In ogni caso, l'altro punto sul quale si faceva forza da un punto di vista del diritto canonico, era il fatto che Papa Francesco non avesse mai scritto, nero su bianco, che Becciu non doveva entrare in conclave. Poi il cardinale Pietro Parolin gli avrebbe mostrato quelle due lettere siglate 'F'. A quel punto Becciu avrebbe messo in discussione la volontà di andare fino in fondo nella sua battaglia. Poi ha visto anche che i suoi principali sostenitori cominciavano a prendere le distanze. Di qui la decisione del passo indietro per il “bene della Chiesa”