L’inferno di fuoco minaccia Gerusalemme, allarme di Netanyahu. L’ipotesi sulla matrice dolosa: i sospetti e le accuse – I video
Yair Netanyahu si è detto sicuro del coinvolgimento degli arabi, e ha ipotizzato la colpa anche dei manifestati anti-governativi. Intanto su Telegram i miliziani palestinesi incitano ad appiccare ulteriori roghi. A Gerusalemme fermato un piromane L'articolo L’inferno di fuoco minaccia Gerusalemme, allarme di Netanyahu. L’ipotesi sulla matrice dolosa: i sospetti e le accuse – I video proviene da Open.

Gli incendi, che da stamattina imperversano sulle colline intorno a Gerusalemme, potrebbero presto raggiungere la città. È l’allarme lanciato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio trasmesso dalle tv del Paese. «Il vento da ovest potrebbe facilmente spingere l’incendio verso i quartieri periferici di Gerusalemme, o addirittura all’interno della città stessa». L’ipotesi più accreditata, al momento, è che a causare gli incendi sarebbe stato il rapido aumento della temperatura, combinato con le forti correnti d’aria che alimentano i roghi. Dai suoi canali Telegram, Hamas incita i palestinesi a «bruciare tutto ciò che riescono». Mentre da Tel Aviv il figlio del premier Netanyahu, Yair, rilancia il sospetto che possano essere stati gli stessi coloni israeliani.
Il figlio del premier: «Spero c’entrino solo gli arabi, senza la collaborazione del nostro popolo»
«C’è qualcosa di sospetto», ha scritto Yair Netanyahu su Telegram. «La sinistra si è scatenata nelle ultime settimane cercando di cancellare la celebrazione del Giorno dell’Indipendenza», che avrebbero dovuto festeggiare oggi, salvo poi doversi limitare alla trasmissione registrata delle ultime prove generali. «Spero vivamente che l’incendio doloso provenga solo dagli arabi, senza alcuna collaborazione da parte del nostro popolo».
Oltre 7mila persone evacuate, l’allarme di Tel Aviv
Cinque tra villaggi e quartieri sono stati evacuati, per un totale di circa 7mila persone, dopo che le fiamme si sono propagate a partire dalla foresta di Eshtaol. Il ministro della Difesa Israel Katz ha già dichiarato l’emergenza nazionale e ha diramato un ordine speciale, chiedendo che alcuni reparti dell’esercito israeliano si mettano a disposizione per contenere i roghi. Italia e Croazia, intanto, sono tra i primi Paesi a rispondere alla richiesta di aiuto da parte di Tel Aviv. Intanto la polizia israeliana ha comunicato di aver arrestato un 50enne nella zona est di Gerusalemme, dopo averlo sorpreso mentre appiccava il fuoco alla vegetazione. Dopo un breve inseguimento, l’uomo è stato fermato: addosso avrebbero avuto un accendino, cotone idrofilo e materiali infiammabili.
Villaggi evacuati e gli aerei da Italia e Grecia
Una domanda di supporto urgente, rivolta agli alleati più vicini: Cipro, Grecia, Croazia, Bulgaria e Italia. Roma e Zagabria hanno immediatamente inviato aerei antincendio verso Gerusalemme, dove i villaggi Neve Shalom, Beqoa, Taoz, Nakhshon e di un quartiere della città di Beit Shemesh. L’autostrada 1 è stata chiusa al traffico e diverse persone sono state tratte in salvo dalle loro automobili, che ormai avevano preso fuoco. Al momento sono attivi dodici aerei e 105 squadre di terra, in quella che è una vera e propria mobilitazione generale.
Il messaggio di Hamas : «Bruciate tutto, boschi e case»
Intanto sui canali Telegram di Hamas i miliziani palestinesi starebbero incoraggiando a «bruciare tutto ciò che possono: boschi, foreste e case dei coloni. I giovani della Cisgiordania, di Gerusalemme e quelli di Israele hanno dato fuoco alle loro auto… Gaza attende la vendetta dei liberi». Poco prima alcuni canali israeliani avevano diffuso l’immagine di una locandina in arabo, su cui ci sarebbe stampato un messaggio di incitamento: «Bruciate le foreste e gli insediamenti degli occupatori».
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