L’impegno europeo sui semiconduttori può aiutare l’Italia

Una “coalizione di volenterosi” che raccoglie nove Paesi Ue, tra cui l’Italia, ha deciso di mettere nero su bianco il suo impegno per rafforzare la filiera industriale europea dei semiconduttori (o chip). La notizia giunge negli stessi giorni in cui istituzioni comunitarie, nazionali e regionali si trovano a vario modo coinvolte sulla STMicroelectronics, società con […] The post L’impegno europeo sui semiconduttori può aiutare l’Italia first appeared on QualEnergia.it.

Mar 13, 2025 - 14:39
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L’impegno europeo sui semiconduttori può aiutare l’Italia

Una “coalizione di volenterosi” che raccoglie nove Paesi Ue, tra cui l’Italia, ha deciso di mettere nero su bianco il suo impegno per rafforzare la filiera industriale europea dei semiconduttori (o chip).

La notizia giunge negli stessi giorni in cui istituzioni comunitarie, nazionali e regionali si trovano a vario modo coinvolte sulla STMicroelectronics, società con stabilimenti produttivi a Catania e Agrate Brianza dove lavorano circa 13.000 dipendenti. Nel sito siciliano, in particolare, è stata avviata una fase di cassa integrazione.

Le richieste della “Semicon Coalition”

“I semiconduttori sono la spina dorsale della nostra società e delle nostre economie, alimentando tutto ciò che è innovativo: intelligenza artificiale, aerospaziale, difesa, mobilità, comunicazioni ed energia”. Per questo motivo l’Europa, che “si trova in una fase critica nel panorama tecnologico globale”, deve intraprendere “azioni decise e collettive per rafforzare questa industria”.

È quanto si legge nella dichiarazione finale sottoscritta da Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Paesi Bassi ieri, 12 marzo, al termine di una tavola rotonda ministeriale che ha dato vita alla “coalizione dei volenterosi” o “Semicon Coalition” sui semiconduttori (l’atto è disponibile in basso).

Presente per l’occasione il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, che spiega: “Un coordinamento tra Paesi dell’Unione è fondamentale per garantire la sovranità tecnologica e la competitività del nostro continente”.

Al centro del dibattito, scrive il Mimit in una nota, “il documento di indirizzo presentato dall’Italia insieme ai Paesi Bassi e ad altri Stati membri lo scorso 21 gennaio. Il testo rappresenta la base per definire il futuro Chips Act 2.0, sul quale la Commissione europea si è impegnata a lavorare con l’obiettivo di adottarlo entro il 2026. Il documento propone una serie di azioni concrete per rendere più competitive le imprese del settore, a partire dai grandi player industriali europei come la multinazionale italo-francese STMicroelectronics – detenuta al 13% dal nostro ministero dell’Economia – e l’olandese Asml” (si veda anche Rinnovabili e auto elettriche potranno contare su nuovi chip italiani).

Un’operazione che guarda anche agli schemi di sostegno per questo settore, visto che oggi “è disponibile un finanziamento congiunto di 43 miliardi di euro per la filiera europea dei semiconduttori attraverso l’EU Chips Act”, ricorda il ministero olandese degli Affari economici.

“Altri importanti progetti internazionali multimiliardari includono il Chips & Science Act negli Stati Uniti, il Big Fund in Cina e investimenti in Corea del Sud, Taiwan e Giappone. La Semicon Coalition esaminerà quindi, insieme alla Commissione europea, anche le modalità di sostegno a lungo termine”.

STMicroelectronics ricorre alla cassa integrazione

Commentando la firma della dichiarazione il ministro Urso ha ricordato che l’Italia vanta impegni nel comparto per oltre 9 miliardi di euro, “con interventi significativi come quello di Silicon Box a Novara, per 3,2 miliardi di euro, e il progetto da 5 miliardi di STMicroelectronics a Catania, oltre a iniziative che prevedono insediamenti in Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia”.

Proprio le vicende siciliane possono dare una cartina tornasole di quale sia lo stato del mercato dei semiconduttori in questo momento.

STMicroelectronics ha infatti comunicato di aver concluso da poco la procedura di consultazione sindacale sulla “cassa integrazione guadagni ordinaria” per due settimane, che coinvolgerà 2.500 persone a Catania dell’area manifattura.

Escluso, in questo caso, tutto ciò che riguarda il progetto Wsic, cioè l’insediamento produttivo per i “wafer in carburo di silicio” su cui si concentrano i sostegni finanziari ricevuti.

La motivazione con cui si è proceduti in questo senso è “la contrazione temporanea degli ordini”.

La vicenda ha ovviamente agitato le sigle sindacali del settore, che hanno lanciato un appello a istituzioni e politica affinché si possa collaborare sulla risoluzione della vertenza.

Auspicio espresso anche ieri (12 marzo) in X commissione della Camera da Silvia Roggiani (Pd), replicando al sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci, che ha risposto a un’interrogazione sulla STM.

Secondo Roggiani “non si riesce a comprendere perché non sia stato istituito un tavolo di lavoro al fine di verificare il rispetto dei livelli occupazionali convenuti, anche in considerazione delle complesse vicende che coinvolgono l’azienda; come, ad esempio, la class action attualmente in corso negli Stati Uniti”.

Per quanto attiene “l’eventualità di un cambio di governance”, ha riferito Bitonci, “la questione è seguita per competenza dal Mef, in qualità di azionista della società”.

Intanto, “Stm ha presentato istanza di attivazione della procedura per la sottoscrizione di un Accordo di sviluppo che, attualmente, è in corso di definizione”. Infine, “verrà prestata massima attenzione agli aggiornamenti del piano industriale e già oggi sono costanti le interlocuzioni tra l’azienda e il ministero” (il testo dell’interrogazione e della risposta è disponibile in basso).

Timori sono stati espressi anche in plenaria a Strasburgo, dove il parlamentare europeo M5S Giuseppe Antoci è intervenuto ieri parlando di “forte preoccupazione per la situazione della STMicroelectronics di Catania che ha annunciato la cassa integrazione per 2.500 lavoratori su un totale di 5.400. Staremo al fianco di quei lavoratori”.

La società, infine, potrebbe essere convocata in audizione, insieme ai sindacati, dalla commissione Attività produttive della Regione Lombardia. Il consigliere regionale di Forza Italia Jacopo Dozio, infatti, ha richiesto un confronto per approfondire la situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento di Agrate Brianza.

Allargando lo sguardo oltre i confini italiani, la STM è protagonista a livello globale visto che il 27 febbraio ha annunciato l’avvio della produzione di wafer in carburo di silicio da 8 pollici a Chongqing, in Cina, grazie a una partnership con Sanan Optoelectronics.

Dalla fine del 2025 si stima di poter arrivare a una generazione di 480.000 wafer l’anno per il settore auto, con cui ridurre i tempi di ricarica dei veicoli elettrici e aumentare l’autonomia delle percorrenze.

Silicon Box si avvicina al suo stabilimento a Novara

Annunci sono arrivati pure per il futuro stabilimento di produzione dei semiconduttori che la società di Singapore Silicon Box intende costruire a Novara, anche grazie a 1,3 miliardi € di aiuti di Stato ricevuti.

A fine febbraio, infatti, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha firmato un’intesa con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per la nomina del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, a commissario straordinario per la realizzazione dell’investimento.

La nomina, inoltre, “arriva a pochi giorni dall’individuazione da parte di Silicon Box dei progettisti dello stabilimento, il cui cantiere prenderà il via entro la fine del 2025”, spiega una nota della Regione. L’impatto stimato sull’occupazione è di 1.600 posti di lavoro.

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