L’Everest è ormai una discarica a cielo aperto: ci sono 240mila litri di urina ed escrementi

L’Everest, la vetta più alta del mondo e simbolo di imprese eroiche, è ormai diventato una discarica a cielo aperto. Il rapporto pubblicato dalle autorità nepalesi dipinge una situazione allarmante: le acque dei ghiacciai risultano gravemente contaminate da rifiuti organici, con una stima di circa 240.000 litri di urina ed escrementi. Il turismo di massa...

Mar 31, 2025 - 13:18
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L’Everest è ormai una discarica a cielo aperto: ci sono 240mila litri di urina ed escrementi

L’Everest, la vetta più alta del mondo e simbolo di imprese eroiche, è ormai diventato una discarica a cielo aperto. Il rapporto pubblicato dalle autorità nepalesi dipinge una situazione allarmante: le acque dei ghiacciai risultano gravemente contaminate da rifiuti organici, con una stima di circa 240.000 litri di urina ed escrementi.

Il turismo di massa e l’aumento degli scalatori, spesso poco esperti ma disposti a investire cifre esorbitanti per un’esperienza irripetibile, hanno reso la montagna un ecosistema fragile e compromesso. L’inquinamento sull’Everest non si limita ai rifiuti biologici: tonnellate di detriti di ogni genere sono disseminati lungo il percorso degli alpinisti.

Dai campi base fino alle vette più alte, si possono trovare bombole di ossigeno esaurite, contenitori di cherosene, cartacce, plastica, lattine e persino attrezzature abbandonate. Questa situazione è resa ancora più drammatica dallo scioglimento dei ghiacciai che sta riportando alla luce rifiuti sepolti da anni, aggravando ulteriormente il problema ambientale.

È stato aumentato il costo del permesso per scoraggiare un afflusso eccessivo di visitatori

Negli ultimi anni diverse spedizioni hanno denunciato lo stato degradato della montagna. Alpinisti esperti, giunti nei campi avanzati come il campo 4, hanno riferito di un ambiente sporco e deturpato, lontano dall’immagine epica dell’Everest che molti hanno sognato.

La situazione è destinata a peggiorare con l’inizio della stagione delle scalate, tra marzo e maggio, quando circa duemila persone si avventurano lungo i sentieri impervi, creando lunghe code e aumentando la quantità di rifiuti lasciati lungo il percorso.

Il governo nepalese ha cercato di porre rimedio a questa emergenza ambientale attraverso operazioni di bonifica e iniziative di sensibilizzazione. Tuttavia gli sforzi finora compiuti non sono stati sufficienti. Per scoraggiare un afflusso eccessivo di visitatori, dal 2025 il costo del permesso per scalare l’Everest è stato aumentato: dai circa 10.200 euro fissati nel 2015, oggi un biglietto per raggiungere la vetta costa quasi 13.900 euro. A questa somma si aggiungono le spese di viaggio, assicurazione e attrezzature, portando il costo complessivo di un’ascensione a cifre che variano tra i 40.000 e i 200.000 euro.

Nonostante questi tentativi di regolamentazione, il problema rimane irrisolto. Senza un intervento deciso e un maggiore impegno nella gestione dei rifiuti, l’Everest rischia di perdere definitivamente il suo fascino leggendario, trasformandosi in una montagna di immondizia.

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