L’età dell’oro delle obbligazioni: opportunità e sfide secondo BlackRock

L’inizio del 2024 non è stato facile per gli investitori obbligazionari, che hanno dovuto fare i conti con instabilità politica, volatilità e repentini cambiamenti nelle politiche economiche. Nonostante ciò, Rick Rieder, CIO Global Fixed Income di BlackRock, continua a sostenere che ci troviamo nella “golden age of fixed income”. Tuttavia, come egli stesso riconosce, per... Leggi tutto

Mar 24, 2025 - 15:13
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L’età dell’oro delle obbligazioni: opportunità e sfide secondo BlackRock

L’inizio del 2024 non è stato facile per gli investitori obbligazionari, che hanno dovuto fare i conti con instabilità politica, volatilità e repentini cambiamenti nelle politiche economiche. Nonostante ciò, Rick Rieder, CIO Global Fixed Income di BlackRock, continua a sostenere che ci troviamo nella “golden age of fixed income”. Tuttavia, come egli stesso riconosce, per chi ha subito una perdita del -1,7% sull’indice Bloomberg Global Aggregate Bond nel 2024, con un rendimento inferiore del 7% rispetto a quello del cash, questa definizione potrebbe sembrare poco calzante.

Un ruolo cambiato per le obbligazioni

“La confusione”, spiega Rieder, “deriva in parte dal ruolo mutato dei bond nei portafogli rispetto a quello tradizionale”. Se molti segmenti del mercato obbligazionario hanno mostrato performance solide nell’ultimo anno, i settori più sensibili ai tassi di interesse hanno invece sofferto. Durante il lungo mercato rialzista obbligazionario dal 1981 al 2021, caratterizzato da un calo costante di inflazione e tassi, detenere asset con elevata duration si è rivelato vincente. Inoltre, la correlazione negativa tra azioni e obbligazioni ha reso queste ultime un efficace elemento di stabilizzazione del portafoglio.

Negli ultimi tre anni, però, “il rischio tasso non è stato altrettanto efficace come copertura nelle fasi di calo dei mercati azionari”, afferma Rieder, evidenziando una maggiore volatilità dei tassi d’interesse e il verificarsi di movimenti in entrambe le direzioni. Di conseguenza, detenere una lunga duration ha spesso avuto l’effetto opposto a quello desiderato nei portafogli.

Un’opportunità per la gestione attiva

Nonostante le difficoltà, il manager di BlackRock vede ancora opportunità per gli investitori attivi. “Fortunatamente, per chi gestisce attivamente i portafogli obbligazionari, i tassi d’interesse restano elevati rispetto alla storia recente, l’inflazione sembra in calo (anche se ancora persistente) e i rendimenti reali sono storicamente attraenti”, sottolinea Rieder. Questo permette di generare reddito e stabilità nei portafogli in un modo che non era possibile da anni.

Guardando al futuro, il contesto politico ed economico globale si preannuncia frammentato, con “divergenze enormi tra regioni, settori e aziende nel 2025”, secondo Rieder. In questo scenario, la gestione attiva potrà sfruttare le opportunità offerte dalla crescente volatilità dei mercati e da un’attenta selezione del credito.

Strategie

Rieder e il suo team vedono un forte potenziale nelle soluzioni obbligazionarie multi-settoriali gestite attivamente. “Un approccio attivo completo può offrire esposizione flessibile a una vasta gamma di settori, regioni e qualità creditizie, permettendo di ottenere redditi diversificati e rendimenti aggiustati per il rischio più consistenti”, spiega.

Questo tipo di strategie guarda oltre le tradizionali obbligazioni investment-grade e governative, investendo anche nei cosiddetti settori “plus” come il credito high-yield, gli asset cartolarizzati e il debito dei mercati emergenti. Questo consente di ottenere rendimenti più elevati e una maggiore diversificazione.

L’approccio dinamico della gestione attiva permette inoltre di adattarsi rapidamente ai cambiamenti di mercato, investendo in settori di nicchia e fonti di reddito meno tradizionali prima che lo faccia il mercato più ampio. “Ciò non solo aumenta il potenziale di reddito, ma aiuta anche a ridurre la sensibilità ai tassi d’interesse e a gestire il rischio complessivo del portafoglio”, conclude Rieder.

In sintesi, l’”età dell’oro” dell’obbligazionario non si traduce in un ritorno ai vecchi paradigmi, ma richiede una gestione attiva e mirata per cogliere le opportunità di un mercato sempre più complesso e volatile.