Lega divisa tra Meini e Vannacci. Il generale ora è pronto a correre

Oggi l’eurodeputato si presenterà al congresso del Carroccio da tesserato

Apr 6, 2025 - 05:00
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Lega divisa tra Meini e Vannacci. Il generale ora è pronto a correre

"Coraggio e libertà", esclamano i leghisti a congresso a Firenze. Uno slogan incardinato a fianco del guerriero simbolo di Alberto da Giussano. Ma l’aria che si respira in Fortezza da Basso non è la stessa di quella dell’Hotel Ripamonti di Milano che ospitò nel febbraio ’91 il congresso fondativo della Lega Nord lanciata da Bossi. Il Carroccio di oggi ha fatto la muta: autonomista in Italia, ultra-sovranista in Europa. Ed è proprio quella parolina, ’ultra’, che agita gli oltranzisti della Liga veneta. Così come i puristi toscani. Il punto è che se ne dovranno fare entrambi una ragione per colpa del ’lodo Vannacci’. Avallato dal leader (per acclamazione) Matteo Salvini. Quel vicepremier che gli alfieri doc (Molinari, Crippa, Romeo, Durigon) vorrebbero tornasse al Viminale "per il bene dell’Italia" - anestetizzata la vicenda giudiziaria Open Arms -, si tiene stretto in mano un accordo col generale Vannacci che riguarda da vicino la Toscana in ottica Regionali. L’europarlamentare è atteso oggi a Firenze, pronto ad appendere al chiodo la divisa in favore di un gessato istituzionale. Con spilletta della Lega cucita al petto, parlando dal centro palco della Fortezza. Domenica 6 aprile 2025, per la storia della Lega, segnerà un prima e un dopo, come il giorno del tesseramento da militante di Vannacci. Condicio sine qua non per la vicesegreteria allargata a quattro teste anziché tre, data ormai per acquisita, grazie alla modifica dello statuto del partito che elimina il limite temporale dell’anzianità di militanza per la eleggibilità a cariche alte federali (anche per imbarcare delusi di Fratelli d’Italia e Forza Italia al Sud).

Battaglia persa, quindi, per la frangia toscano-veneta - a partire da Ceccardi e Meini, fino al doge Zaia - avversa a mister preferenze alle ultime Europee (500mila voti). Più che spendibili col voto autunnale alle porte, Piantedosi permettendo.

Sibillino, tutto il centrodestra nazionale attende la pronuncia della Consulta di questo mercoledì. Il candidato governatore toscano dipende dall’eventuale terzo mandato di seguito concesso a Zaia. Tomasi (FdI) resta il favorito nella logica dei rapporti di forza partitici. Intanto gli alleati meloniani e forzisti continuano a non vedersi attrorno a un tavolo.

Francesco Ingardia