Le ultime ore del Titanic svelate dalla ricostruzione 3D. I dettagli inediti sull’impatto con l’iceberg

Un gruppo di ricercatori della Magellan Ltd ha presentato in esclusiva alla Bbc una modernissima replica tridimensionale del transatlantico. Così è stato possibile ricostruire gli ultimi istanti prima del naufragio

Apr 8, 2025 - 19:48
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Le ultime ore del Titanic svelate dalla ricostruzione 3D. I dettagli inediti sull’impatto con l’iceberg

Roma, 8 aprile 2025 – Una scansione digitale del relitto del Titanic ha rivelato nuovi dettagli inediti sulle ultime ore del transatlantico britannico. La replica, tridimensionale, fornisce la prima visione completa della nave, affondata nel 1912 dopo la collisione con un iceberg. National Geographic e Atlantic Productions inseriranno le nuove scoperte nel documentario “Titanic: The Digital Resurrection”.

La riproduzione 3D del relitto

Il Titanic era stato concepito per essere tra i transatlantici più lussuosi dell’epoca. Disponeva di una sala radio, di una piscina interna, di un bagno turco, persino di una palestra. Non era solo sinonimo di sfarzosità, ma anche di sicurezza: era praticamente “inaffondabile”, secondo i suoi costruttori. E invece, è tristemente passato agli annali per il suo naufragio, che ha provocato la morte di 1500 persone. Ma se si sa che ad affondare il Titanic è stato l’impatto fatale con un iceberg, i dettagli della tragedia sono sempre rimasti avvolti in un alone di mistero. Ora, a fare luce sulla vicenda è un gruppo di ricercatori della Magellan ltd (una società indipendente specializzata in indagini subacquee, interventi submarini e cartografia del fondale, ndr) che sono riusciti a ricostruire le ultime ore del transatlantico. “Avere una visione completa dell'intero sito del relitto è fondamentale per comprendere cosa sia successo”, ha dichiarato Parks Stephenson, analista del Titanic. E avere una panoramica d’insieme quanto più dettagliata possibile è ciò a cui si sono dedicati gli studiosi. Nello specifico, il relitto, che giace a 3800 metri di profondità nelle acque dell’Atlantico, è stato mappato utilizzando robot sottomarini. Una scansione che ha portato alla nascita di un “gemello digitale” del transatlantico, progettato sulla base di più di 700mila foto scattate sott’acqua da ogni angolatura. Come riporta la Bbc, la replica esatta in 3D dà agli esperti una nuova visuale della nave, come per esempio della sala caldaie, permettendo di confermare i resoconti dei testimoni oculari secondo cui i tecnici lavorarono fino alla fine per tenere accese le luci della nave.

Perché il Titanic è affondato 

La scansione del relitto non ha permesso solo di replicare fedelmente i resti del transatlantico al computer, ma anche di simulare il suo naufragio. "Abbiamo utilizzato algoritmi numerici avanzati, modelli computazionali e capacità di supercalcolo per ricostruire l'affondamento del Titanic", ha affermato il professor Jeom-Kee Paik dell'University College di Londra, che ha guidato la ricerca. Una simulazione che ha portato a galla alcuni dettagli inediti, come il fatto che il Titanic ha urtato l'iceberg solo di striscio, riportando una serie di forature grandi quanto un foglio A4 lungo una stretta sezione dello scafo, che hanno allagato sei compartimenti stagni della nave. "La differenza tra l'affondamento e il non affondamento del Titanic sta nei sottili margini di fori", ha spiegato Simon Benson, docente associato di architettura navale presso l'Università di Newcastle. "Ma il problema è che quei piccoli buchi attraversavano gran parte della nave, quindi l'acqua è penetrata lentamente ma inesorabilmente nei compartimenti e il Titanic è affondato."

Il team di esperti ha anche analizzato nel dettaglio una delle enormi sale caldaie del Titanic, ben visibile nella scansione digitale del relitto grazie alla sua posizione nella parte posteriore della sezione prodiera, esattamente nel punto in cui la nave si spezzò in due. Secondo le testimonianze dei passeggeri sopravvissuti, le luci erano ancora accese mentre il transatlantico sprofondava negli abissi. E la nuova ricostruzione tridimensionale conferma questi racconti: alcuni caldaie appaiono concave, suggerendo che fossero ancora in funzione nel momento in cui furono sommerse dall’acqua. Inoltre, gli studiosi hanno individuato sul ponte della sezione di poppa una valvola del vapore rimasta in posizione aperta, un dettaglio che indica che il sistema di generazione elettrica è rimasto attivo persino negli ultimi istanti della nave. Furono Joseph Bell e il suo team di ingegneri a sacrificarsi per mantenere in funzione le caldaie e l’impianto elettrico del transatlantico, permettendo così all’equipaggio di lanciare le scialuppe con l’ausilio della luce. Nessuno di loro sopravvisse, ma il loro gesto eroico contribuì a salvare numerose vite. “Riuscirono a mantenere luci e corrente fino alla fine, dando modo all’equipaggio di lavorare con un minimo di ordine, evitando il buio totale” ha commentato Parks Stephenson alla Bbc.