Le parole di Papa Leone XIV abbracciano il suo gregge senza chiedere nulla. Ma offrendo
di Francesca Carone Il nuovo pastore della Chiesa ha il volto della Pace. Le parole di Papa Leone XIV sono state accolte nell’abbraccio simbolico della materna Piazza San Pietro. L’emozione non ha tradito il suo sguardo coraggioso e fermo né tantomeno la sua voce con le meravigliose parole di Pace. Papa Provost continuerà ad essere […] L'articolo Le parole di Papa Leone XIV abbracciano il suo gregge senza chiedere nulla. Ma offrendo proviene da Il Fatto Quotidiano.

di Francesca Carone
Il nuovo pastore della Chiesa ha il volto della Pace. Le parole di Papa Leone XIV sono state accolte nell’abbraccio simbolico della materna Piazza San Pietro. L’emozione non ha tradito il suo sguardo coraggioso e fermo né tantomeno la sua voce con le meravigliose parole di Pace. Papa Provost continuerà ad essere un missionario del “Perù”. Continuerà a lottare con i piedi immersi nel fango dell’inondazione del Niño e a lottare contro la sofferenza, la povertà e l’ingiustizia con la fierezza dello spirito agostiniano e la pazienza del Pastore chiamato a riunire il suo gregge.
Nelle famose parole del Papa, dal balcone di San Pietro, si è sentito l’abbraccio del suo predecessore, Papa Francesco: le sue parole hanno raggiunto il cuore di tutti. Anche di chi non è Cristiano. Il suo discorso è stato un richiamo amorevole alla speranza e alla Pace. Un annuncio. Una certezza: Dio ci ama e vuole costruire ponti con l’umanità.
Nelle sue parole c’erano le “strade” e la “fatica” della sua chiamata missionaria nel Sud del Mondo. Papa Leone in quel discorso ha abbracciato con orgoglio il suo gregge attraverso parole che non chiedono nulla. Ma offrono. Donano. Incutono speranza e coraggio a tutti gli uomini della Terra: “Dio vi ama”.
Papa Provost non ha preparato quel discorso ai fedeli del Mondo come il nuovo Capo della chiesa Cattolica. Ma come un missionario coraggioso che ha abbracciato la sua Fede e la sua Croce. Così come Papa Francesco si presentò il 13 marzo 2013 con il “bagaglio” del suo operato nelle Villas Miserias, le baraccopoli di Buenos Aires. Entrambi hanno sperimentato sul campo il senso e il valore del Vangelo, della carità, della povertà. Di quel sacrificio che, sorretto dalla Fede, si trasforma in gioia. Ed è proprio la gioia e la speranza che si sono percepite nello sguardo e nelle parole del nuovo Papa. Nessun rimando e nessun accenno a narrazioni autoreferenziali: dalle sue parole solo Pace e fiducia verso il futuro.
Così il mondo, immerso nel silenzio dell’attesa, ha accolto il nuovo Pastore, lo ha riconosciuto, lo ha celebrato e lo ha seguito. Come i discepoli con Gesù. La chiamata di Papa Provost per la guida del popolo cristiano è stata una chiamata d’amore, di Gioia e di riconoscenza.
La lotta e l’indole missionaria di Papa Provost sono risuonate nelle parole e in quello sguardo fisso ed emozionato di fronte ai fedeli e al Mondo. Come a farci capire che la sua Missione non si è conclusa in Perù, ma continua adesso con la guida della Chiesa: una Missione allargata e devota al sacrificio cristiano. Una missione che giungerà in ogni angolo della Terra, proclamando i precetti evangelici della Povertà, dell’amore e del perdono “costruendo ponti” per una Pace “Disarmata e Disarmante”.
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