Le nuove centrali nucleari italiane? I vecchi siti “naturale destinazione”, dice la Sogin

Il presidente Artizzu: le vecchie centrali che stiamo smantellando “sono a disposizione”. Ottima soluzione, commenta l’ex presidente Enel Chicco Testa. “Ma ora bisogna accelerare la dismissione dei vecchi impianti”. L'articolo Le nuove centrali nucleari italiane? I vecchi siti “naturale destinazione”, dice la Sogin proviene da FIRSTonline.

Apr 16, 2025 - 15:30
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Le nuove centrali nucleari italiane? I vecchi siti “naturale destinazione”, dice la Sogin
Centrale nucleare
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Ripartire dalle quattro centrali nucleari italiane chiuse con il referendum del 1987. O meglio, dai loro siti una volta definitivamente ripuliti e bonificati dai vecchi reattori e dal relativo materiale radioattivo. Pronti – ma ancora non lo sono e questo è un noto e gigantesco problema – ad ospitare i nuovi impianti. Da allestire assemblando tra loro i mini-reattori di nuova generazione. Via dunque alle grandi manovre per ridare nuova vita elettrica a Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta)? “Sono la naturale destinazione per i futuri nuovi impianti” incalza l’amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu intervenuto al convegno sulla rinascita nucleare italiana organizzato a Milano dalla Lega il cui leader Matteo Salvini auspica la costruzione di una nuova centrale atomica direttamente nell’area del milanese.

“Per un ritorno al nucleare, oltre alle sue competenze, Sogin mette a disposizione i siti delle vecchie centrali che stiamo smantellando. Noi smantelliamo gli impianti – spiega Artizzu – ma non smantelliamo i siti. Questi sono stati progettati e manutenuti come siti per ospitare una centrale nucleare” e il loro recupero alla nuova missione rappresenta dunque la soluzione ideale.

“Il primo peccato del nucleare è non farlo lavorare. Pensiamo – incalza Artizzu – alla centrale di Caorso: ha lavorato meno di cinque anni e ha prodotto 30 miliardi di kilowattora. Oggi, se non l’avessimo fermata con il referendum di allora, staremmo discutendo dell’allungamento dell’esercizio, come sta avvenendo nel mondo per impianti simili”.

Pienamente d’accordo con la strada indicata da Artizzu si dice tra gli altri Chicco Testa, ex presidente dell’Enel. “I siti delle vecchie centrali nucleari – afferma Testa – hanno tutt’oggi le caratteristiche ideali per ospitare anche gli impianti di nuova generazione. Hanno le aree di rispetto necessarie, che a quel tempo erano state predisposte con cura. Hanno già tutte le infrastrutture indispensabili, sia quelle di interconnessione con la rete elettrica nazionale che quelle logistiche, a partire dagli scali ferroviari a bocca di centrale”. E comunque “godevano – rimarca Chicco Testa – di un buon consenso delle popolazioni locali, e il riutilizzo dei loro siti per i nuovi impianti avrebbe nuovi evidenti benefici sul territorio, a partire da un possibile corrispettivo per lo sviluppo dell’economia locale legato alla quantità di energia prodotta”.

“Certo – osserva Testa – per dare credibilità a questa ipotesi bisogna accelerare davvero l’attività di dismissione dei vecchi impianti ad opera della Sogin risolvendo in parallelo il problema dell’individuazione e allestimento di un sito unico nazionale per la gestione delle scorie”.