L’avvocato di Andrea Sempio su Alberto Stasi insiste: «È innocente, Chiara Poggi fu uccisa da un sicario». La sua versione sulle scarpe pulite
Massimo Lovati, legale del 37enne di Garlasco indagato per concorso in omicidio, ha parlato a «Storie Italiane» rilanciando l'potesi di un killer come vero assassino di Chiara Poggi. Poi la dura critica alle indagini: «Stasi aveva le scarpe pulite perché non è mai entrato nella villetta» L'articolo L’avvocato di Andrea Sempio su Alberto Stasi insiste: «È innocente, Chiara Poggi fu uccisa da un sicario». La sua versione sulle scarpe pulite proviene da Open.

«Ho sempre pesato che Alberto Stasi sia innocente», la tesi dell’avvocato Massimo Lovati è chiara, come lo era già un mese fa. L’elemento che stona, però, è che a sostenere l’innocenza del «biondino dagli occhi di ghiaccio», condannato a sedici anni per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007, sia il legale di Andrea Sempio, indagato per omicidio volontario dopo la clamorosa riapertura delle indagini. Lovati, intervistato a Storie italiane su Rai1 da Eleonora Daniele, ha infatti ribadito una posizione che da tempo ribadisce con forza: «Non voglio che gli stessi errori delle indagini di allora siano ripetuti da quelle di oggi contro il mio cliente: sono tutti e due innocenti. Ho sempre detto, e lo ribadisco, che a uccidere Chiara Poggi è stato un sicario».
L’ipotesi del sicario killer di Chiara Poggi
Lo aveva effettivamente già detto oltre quattro settimane fa ai microfoni di Mattino Cinque, lo ha ripetuto con le stesse identiche parole: killer, sicario. Una ricostruzione che non combacia con nessuna delle piste aperte nel corso delle lunghe indagini riguardo al giallo di Garlasco ma che, assicura Lovati, si basano su fatti da lui raccolti negli anni. In particolare dal 2016, da quando cioè ha iniziato a rappresentare Andrea Sempio durante la prima indagine a suo carico, poi archiviata. «Ero vivo nel 2007, e come tutti i cittadini e gli addetti ai lavori ho sempre avuto le mie opinioni», ha spiegato il legale.
La spiegazione delle scarpe pulite di Stasi: «Non è mai entrato nella villetta»
Uno dei punti principali sollevati da Massimo Lovati è un elemento fondamentale che ha portato alla condanna di Alberto Stasi. «Perché aveva le scarpe pulite? Perché non è mai entrato», afferma Lovati sostenendo che l’ipotesi che il «biondino» si sia liberato delle sue calzature sia quantomeno assurda. «Stasi aveva le scarpe pulite e significa, con un pensiero lineare, che lui non è entrato. Non significa che è andato, ha ucciso, è tornato a casa sua, ha acceso il computer e ha buttato via scarpe e arma del delitto. Sono pensieri arzigogolati, non è un pensiero limpido e lineare».
Il buco nelle indagini su Stasi: «Manca un esperimento giudiziale»
E allora perché Stasi, negli interrogatori, ha sempre detto di essere entrato nella villetta e di aver visto un cadavere? «Quando Alberto racconta quelle cose, dice una bugia sacrosanta. La questione rilevante è una sola: non si è verificato il racconto di Alberto Stasi». Secondo Lovati, infatti, gli inquirenti avrebbero dovuto chiedere all’allora fidanzato di Chiara Poggi di inscenare tutti i suoi movimenti di quella mattina nella villetta di via Pascoli e verificare se ci fossero sue tracce nei luoghi indicati. «Lui ha dichiarato che quella mattina aveva telefonato a Chiara che non aveva risposto, insospettitosi sarebbe andato a casa sua, avrebbe suonato il campanello, nessuno gli ha aperto il portoncino e ha scavalcato l’inferriata di casa Poggi ed è entrato. Dopo esser entrato, ha scoperto non il cadavere, ma una persona che forse era ancora viva, è uscito e ha fatto quella telefonata che non ha senso ai carabinieri», riassume. «Perché non si è fatto un esperimento giudiziale? Lo si portava al pomeriggio alla villetta di Garlasco e gli si chiedeva: “Dove hai scavalcato?”. E lì si vedeva se c’erano impronte o no. Si poteva a quel punto capire se diceva una verità o una bugia».
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