Lavoro, in Italia salari in calo: la denuncia di Mattarella

L'occupazione aumenta ma i salari sono inferiori a quelli del 2008: monito del presidente della Repubblica in occasione della Festa del Lavoro.

Mag 2, 2025 - 09:52
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Lavoro, in Italia salari in calo: la denuncia di Mattarella

Ci sono «segnali incoraggianti sui livelli di occupazione» ma «d’altro lato, aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro».

In occasione della Festa del Lavoro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pone l’accento sulla dinamica del salari ancora negativa nel nostro Paese: le retribuzioni reali sono «inferiori a quelli del 2008, nonostante l’avvenuta ripresa a partire dal 2024. Questo mentre, a partire dal 2022, la produttività è cresciuta»

I° Maggio: focus sulla sicurezza nel lavoro

Il Capo dello Stato ha pronunciato un discorso dedicato alla festa del lavoro in occasione della visita di uno stabilimento produttivo. «Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo maggio unitario», ha dichiarato Mattarella, ricordando come il 28 aprile sia stata anche la giornata internazionale dedicata a questo tema e mettendo in luce al contempo che le morti del lavoro sono «una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione».

Il Primo maggio deve celebrare «un lavoro che non può essere quello di consegnare alla morte, ma che sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come persona».

Salari in Italia ancora inadeguati

Il lavoro «è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale». Ma oggi, pur a fronte di una ripresa dell’occupazione, resta una dinamica salariale negativa. «Salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia», perché i salari «sono fondamentali per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso».

Si tratta di una criticità che contribuisce a impoverire il capitale umano, perché ad esempio spinge all’emigrazione i giovani, anche quando hanno una preparazione caratterizzata da alta qualificazione.

Un grande valore per l’economia italiana e per la coesione della nostra società assume il tema del territorio, attraverso connessioni virtuose tra impresa, società e Stato. Viceversa, «la carenza dei servizi nelle aree interne favorisce lo spopolamento e con esso il venir meno delle opportunità di utilizzo delle risorse e dei saperi di quelle aree».

Viceversa, ci sono fenomeni da contrastare con fermezza: «il trattamento dei migranti, con salari che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali» e «fenomeni scandalosi come il caporalato».

Il futuro del lavoro

Mattarella ha infine posto l’accento sulla «dignità della persona che lavora» un concetto che rappresenta anche una risposta alle sfide della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale.

«Tutto attorno a noi cambia velocemente. Tanti lavori di qualche decennio or sono non esistono più. Nuove occupazioni si affacciano. E altre ancora sorgeranno presto nella società. Quel che non tramonta è il carattere del lavoro, come espressione della creatività e della dignità umana».

Lo strumento da valorizzare è «il confronto delle parti sociali, il dialogo favorito dalle istituzioni», che «è stato nella nostra storia, con intese dal valore epocale, un volano di progresso civile, sociale, economico» e «ha molti ambiti in cui può svilupparsi.Conviene sempre investire nel dialogo, aiuta a raggiungere mete di progresso, come è stato con l’invenzione, nel secolo scorso, dello Stato sociale. È questo un tema fondamentale dell’agenda pubblica».