Lavoro: esperienza batte titoli di studio per 6 recruiter su 10

Tra un candidato laureato nel settore, ma privo di esperienza specifica nel proprio campo di studi, e uno senza laurea, ma con esperienza pratica sul campo, il 64% dei recruiter in Italia assumerebbe il secondo. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Indeed – portale numero uno al mondo per chi cerca e offre lavoro […] L'articolo Lavoro: esperienza batte titoli di studio per 6 recruiter su 10 proviene da Economy Magazine.

Apr 7, 2025 - 13:24
 0
Lavoro: esperienza batte titoli di studio per 6 recruiter su 10

Tra un candidato laureato nel settore, ma privo di esperienza specifica nel proprio campo di studi, e uno senza laurea, ma con esperienza pratica sul campo, il 64% dei recruiter in Italia assumerebbe il secondo. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Indeed – portale numero uno al mondo per chi cerca e offre lavoro – in collaborazione con YouGov che ha coinvolto 5.666 datori di lavoro in 11 Paesi, tra cui l’Italia.

In un contesto in cui il 63% dei datori di lavoro lamenta un aumento delle difficoltà di assunzione negli ultimi 3 anni, si assiste anche in Italia a una progressiva affermazione dell’approccio “skills-first“, ovvero un approccio alle assunzioni basato sulle competenze, con cui dichiara di avere familiarità più di un’azienda italiana su due. Per anni i titoli di studio sono stati considerati come indicatori della capacità di svolgere il lavoro richiesto. Oggi, le aziende stanno sempre più privilegiando una valutazione dei candidati in base alle loro esperienze, abilità e capacità specifiche per il ruolo ricercato.

Non stupisce che nella stesura delle descrizioni per le posizioni aperte, il 65% degli interpellati elabori descrizioni focalizzate sulle competenze specifiche necessarie per ricoprire il ruolo. O ancora, che, per capire se si trovano davanti a un candidato idoneo, sempre più recruiter considerino centrale poter contare su portfolio o esempi del lavoro svolto a conferma delle abilità (49%); che il candidato abbia le competenze tecniche adeguate a svolgere la mansione (38%) o che abbia esperienza sul campo (38%).

La mancanza di profili di “qualità” oggi rappresenta un problema per l’86% delle aziende italiane partecipanti all’indagine. Nel 24% dei casi, si tratta di difficoltà significative, perché la maggioranza dei candidati non è in linea con i requisiti previsti dalle posizioni. In 1 caso su 10, addirittura, la carenza è una criticità maggiore per l’azienda che non riesce a trovare un numero sufficiente di professionisti adatti alle proprie esigenze.

Per le aziende, le maggiori difficoltà nel recruitment riguardano la mancanza di profili con le competenze richieste (43%), una disconnessione tra i requisiti del ruolo e il background degli aspiranti candidati (28%), oltre alle alte aspettative di questi ultimi, soprattutto rispetto ai compensi (27%).

Per riuscire a colmare il gap, le aziende si stanno impegnando a rivedere le job description (26%), stanno investendo in nuovi tool da cui attingere i potenziali candidati (26%) e stanno rivedendo benefit e salari (24%). Anche la formazione gioca un ruolo chiave. Con l’obiettivo di formare le risorse necessarie all’azienda (41%) e di essere più attraenti per i talenti (45%), il 77% dei datori di lavoro partecipanti al sondaggio, ha già modificato o pianifica di modificare i propri training interni per formare alle competenze richieste i nuovi assunti.

 

L'articolo Lavoro: esperienza batte titoli di studio per 6 recruiter su 10 proviene da Economy Magazine.