L’appello alla pace di Michele Serra è una prima mossa politica, ma per me non basta

di Enza Plotino La via è strettissima, ma è una sola: la pace. Ecco perché aderisco all’appello “l’Europa siamo noi” di Michele Serra: perché lo considero una prima importante mossa politica, ma non è sufficiente per me. Non c’è una pace con le armi e, in questo momento, le potenze europee vogliono continuare a riarmarsi, […] L'articolo L’appello alla pace di Michele Serra è una prima mossa politica, ma per me non basta proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 6, 2025 - 11:02
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L’appello alla pace di Michele Serra è una prima mossa politica, ma per me non basta

di Enza Plotino

La via è strettissima, ma è una sola: la pace. Ecco perché aderisco all’appello “l’Europa siamo noi” di Michele Serra: perché lo considero una prima importante mossa politica, ma non è sufficiente per me. Non c’è una pace con le armi e, in questo momento, le potenze europee vogliono continuare a riarmarsi, come ha spiegato bene Ursula von der Leyen, a spese non solo della popolazione ucraina che continua a vivere nella tragedia della guerra, ma anche di tutti noi cittadini europei (di certo non i più ricchi, che vivono arricchendosi anche con le armi) che in nome di una guerra insensata dobbiamo sacrificare la qualità della nostra vita, la cura, la salute, il diritto a vivere dignitosamente, ma soprattutto dobbiamo assistere impotenti a chi fa carta straccia di ogni regola democratica che i nostri padri costituenti hanno difeso anche con il loro sangue.

E tra le regole democratiche ce n’è una di primaria importanza per tutti: l’Italia ripudia la guerra. Non ha altra forma, per me, la pace. L’Unione europea deve abbandonare questa bulimia del riarmo e fare ciò che avrebbe dovuto fare tre anni fa: negoziare la pace subito e senza morti inutili. Fermiamo questa accelerazione verso il riarmo che non porta a nient’altro che morte e distruzione di interi popoli. Dovunque sia rintanata quella parte di cittadine e cittadini che ha deciso rispettabilmente di astenersi dalla vita pubblica e politica del nostro Paese deve uscire allo scoperto perché è ora. E’ ora di alzare la voce e dire “Basta, non in nostro nome”. Lo dobbiamo ai nostri figli, ai quali stiamo lasciando un mondo infiammato da conflitti e devastato dalla eliminazione di regole, diritti e libertà democratiche. Lo dicevo tre anni fa e venivo aggredita puntualmente da compagni e compagne di partito. Anche il Pd infatti ha continuato a nicchiare sul riarmo e a votare a favore delle spese militari per “aiutare” l’Ucraina aggredita, da quel mostro di Putin con cui fino al giorno prima si facevano grandi affari e si invitata a tutti i consessi più importanti.

Oggi, dopo tre anni di morti e distruzione, non solo continuiamo a foraggiare di armi l’Ucraina senza uno straccio di atto verso la fine della guerra, ma siamo ricattati e verremo strozzati dai costi altissimi con cui gli americani ci chiedono di comprare e pagare il “loro” gas (perché quello che compravamo dalla Russia e che pagavamo tre volte meno non lo abbiamo più), così come siamo ricattati e saremo costretti all’acquisto di armamenti sempre da quell’America di Trump che ci chiede di armarci fino ai denti ma che ci vuole contemporaneamente schiacciati. E, mentre in Europa succede tutto ciò, in Medio Oriente una pulizia etnica mostruosa a spese di un’intera popolazione sta avvenendo senza nessuna indignazione e presa di posizione di peso, non dico da quella parte europea che ha sempre avuto problemi a sostenere l’autodeterminazione del popolo palestinese, ma da tutte le migliori menti occidentali, da una sinistra consapevole e autorevole che ha, in passato, detto cose e fatti gesti importanti a sostegno di quella popolazione martoriata e senza terra.

La pace è una sola e si declina sempre nella stessa forma.

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