L'Ape Maia festeggia 50 anni, la storia del libro da cui tutto ebbe inizio

Nacque in Germania all’inizio del Novecento, simbolo di curiosità e ribellione, ma anche di valori patriottici

Apr 4, 2025 - 16:55
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L'Ape Maia festeggia 50 anni, la storia del libro da cui tutto ebbe inizio

​Simbolo di curiosità, amicizia e connessione con la natura, aprile 2025 segna il 50esimo anniversario della prima messa in onda della simpatica Ape Maia, protagonista della celebre serie animata che ha incantato generazioni di bambini. Tuttavia, non tutti sanno che prima di diventare un'icona televisiva l'Ape Maia è nata dalle pagine di un libro, pubblicato nel 1912 in Germania. Ecco la storia.

L’Ape Maia, simbolo di amicizia e curiosità

Era il 1975 quando l’Ape Maia faceva il suo primo volo in tv. Da allora sono passati 50 anni e la piccola ape curiosa continua a volare nei cuori di generazioni di bambini. Ribelle con gentilezza, l’Ape Maia ha insegnato il valore dell’amicizia, della libertà, del rispetto per la natura, sempre pronta a scoprire il mondo, senza mai perdere lo stupore.

Grazie al cartone animato giapponese-tedesco degli anni Settanta l’Ape Maia è diventata leggenda: tanti piccoli di allora, oggi adulti, possono ricordare la sigla e personaggi iconici come il goffo Willi o il saggio Flip.

Cinquanta anni dopo, Maia è ancora qui. Ha cambiato grafica; si è lanciata in nuove avventure e parla ai bambini di oggi con linguaggi diversi, tuttavia resta fedele a se stessa: una piccola ape che non ha paura di esplorare e volare oltre l’alveare.

L’Ape Maia e il libro del 1912

La storia della piccola ape curiosa comincia nel 1912, quando Waldemar Bonsels pubblica il suo libro Die Biene Maja und ihre Abenteuer. Il personaggio, infatti, nasce dalla penna dello scrittore tedesco, che nel 1912 pubblica il romanzo per ragazzi intitolato Die Biene Maja und ihre Abenteuer (“L’ape Maia e le sue avventure”). Nel libro racconta la storia di una giovane ape ribelle e coraggiosa che abbandona l’alveare per esplorare il mondo, vivere incontri, pericoli e scoperte.

Non è solo una fiaba per bambini: il testo originale ha anche un sottotesto filosofico e patriottico, in linea con la Germania del primo Novecento. L’opera riflette una visione idealizzata della comunità (rappresentata dall’alveare), contrapponendola alla libertà individuale. Una visione che col tempo è stata rielaborata e addolcita dalle versioni successive.

Chi era Waldemar Bonsels?

Lo scrittore Waldemar Bonsels nacque nel 1880 ad Amburgo. Chi era davvero l’autore dietro il personaggio dlel’Ape Maia? Crebbe in una famiglia borghese protestante e, da giovane, studiò teologia per un breve periodo, ma abbandonò gli studi per dedicarsi ai viaggi, alla scrittura e a una vita piuttosto libera e anticonvenzionale per l’epoca.

In uno dei suoi viaggi raggiunse l’India, un’esperienza che influenzerà profondamente la sua visione del mondo e le sue opere successive. Scrisse diversi testi con tematiche spirituali e orientali, tra cui Indienfahrt (1916), dove riflette sulle religioni e sulla natura dell’uomo.

Bonsels morì il 31 luglio 1952 a Ambach, in Baviera. Non vide mai la trasformazione del suo libro in cartone animato, tuttavia la sua eredità letteraria sopravvisse grazie alle numerose ristampe e traduzioni. "L’Ape Maia" è oggi tradotto in oltre 40 lingue. In Germania, a Monaco di Baviera, la fondazione Waldemar-Bonsels-Stiftung, dedicata allo scrittore, oggi continua a promuovere progetti culturali e sostiene la letteratura per ragazzi.

Successo editoriale

Pubblicato nel 1912, Die Biene Maja und ihre Abenteuer, diventa un bestseller in Germania. Inizialmente pensato come libro per ragazzi, in realtà si tratta di un testo carico di riferimenti allegorici, con messaggi a favore dell’ordine, disciplina e senso del dovere, in linea con un certo nazionalismo conservatore tedesco di inizio Novecento.

Nel romanzo, Maia viene inizialmente vista come una ribelle che rifiuta il rigore dell'alveare, ma alla fine ne difenderà i valori: un arco narrativo che riflette le tensioni fra individualismo e appartenenza sociale.

Dopo il successo dell’Ape Maia, Bonsels continuò a scrivere, ma durante gli anni Trenta mostrò una chiara vicinanza all’ideologia nazionalsocialista: appoggiò alcune delle idee, tuttavia non fu iscritto ufficialmente al partito nazista. In alcuni testi lo scrittore parlò di “purezza razziale” in chiave metaforica. Tuttavia, anche il regime prese le distanze dall’autore, censurando parzialmente alcune sue opere, forse per contenuti dallo sfondo esoterico e poco allineati con l’ideologia ufficiale.

Dopo la seconda guerra mondiale la figura di Waldemar Bonsels restò nell’ombra, anche per le ambiguità politiche. Invece, l’Ape Maia continuò a vivere di vita propria, soprattutto grazie al cartone animato e al suo messaggio, rinnovato e trasformato.

Dalle pagine allo schermo: la nascita della serie animata

Nel 1975, più di sei decenni dopo la pubblicazione del libro, l'Ape Maia fa il suo debutto televisivo come serie animata. Prodotta dalla Zuiyo Enterprise, oggi Nippon Animation, in collaborazione con la tedesca ZDF (Zweites Deutsches Fernsehen), la serie "Mitsubachi Maya no Bōken" ("Le avventure dell'Ape Maia"), per la regia è di Hiroshi Saitō, viene trasmessa per la prima volta in Giappone nell'aprile del 1975.

In Italia, la serie arriva nel 1979, conquistando il cuore di molti giovani spettatori. La sigla italiana, composta da Karel Svoboda e cantata da Cristina D’Avena (negli anni ‘80), è diventata un cult. Negli anni successivi, l'Ape Maia è stata protagonista di nuove versioni animate, inclusa una realizzata in CGI nel 2012, dimostrando la duratura popolarità del personaggio.

Come si spiega il viaggio dell’Ape Maia dalla Germania al Giappone? All’epoca la ZDF cercava nuovi modi per adattare classici della letteratura per l’infanzia al linguaggio audiovisivo moderno e nel 1974 si rivolse alla Nippon Animation, nota grazie alla serie “Heidi”, basata sul romanzo svizzero di Johanna Spyri, che aveva riscosso grande successo internazionale.

Il produttore giapponese Kōzō Kusuba insieme al team giapponese si occupò dell’animazione e della regia, mentre la parte tedesca lavorò in modo da assicurare la fedeltà al tono del libro, curando doppiaggio e sceneggiature. Una coproduzione dal successo incredibile destinata a un autentico successo.