La Treccani chiede di cambiare la Costituzione: “minorati” è un termine superato, è ora di aggiornarlo
Le parole contano. Definiscono il nostro modo di vedere il mondo, le persone e i diritti. Per questo, l’Istituto Treccani ha lanciato una proposta importante: eliminare dalla nostra Costituzione il termine “minorati”, usato nell’articolo 38 per riferirsi alle persone con disabilità. All’epoca della stesura della Carta, quel termine aveva un intento inclusivo, garantendo il diritto...

Le parole contano. Definiscono il nostro modo di vedere il mondo, le persone e i diritti. Per questo, l’Istituto Treccani ha lanciato una proposta importante: eliminare dalla nostra Costituzione il termine “minorati”, usato nell’articolo 38 per riferirsi alle persone con disabilità.
All’epoca della stesura della Carta, quel termine aveva un intento inclusivo, garantendo il diritto all’educazione e alla formazione professionale. Oggi, però, quasi sembra suonare superato e discriminatorio.
Da qui l’iniziativa di Treccani: il linguaggio evolve con la società e, fortunatamente, anche la sensibilità nei confronti delle persone con disabilità è cambiata.
La proposta ha trovato il sostegno trasversale della politica, compreso il governo Meloni. Un segnale positivo, che riconosce quanto sia importante aggiornare il linguaggio istituzionale per riflettere i valori di inclusione e rispetto.
Da tempo sostengo la necessità di aggiornare la nostra Costituzione nella parte dove parla di “minorati”. Ho anche depositato una proposta di legge affinché nella nostra Carta si parli di “persone con disabilità”. Ora anche la Treccani invita a superare l’espressione contenuta… pic.twitter.com/rLRLNCq5jr
— Giorgio Mulè (@giorgiomule) March 11, 2025
Non si tratta solo di parole: modificare il linguaggio significa cambiare la cultura, abbattere barriere e riconoscere la dignità di ogni individuo. È un passo in avanti verso una società davvero più equa.
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