La Stazione Spaziale va dismessa: Elon Musk accende il dibattito sul futuro dell'ISS
L'appello di Elon Musk riaccende le discussioni sul destino della stazione orbitante e sui prossimi obiettivi dell'esplorazione spaziale
Un dibattito acceso sul futuro della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è stato innescato dalle recenti dichiarazioni di Elon Musk, CEO di SpaceX, che ha proposto di anticipare significativamente i tempi per il suo pensionamento. Attraverso il suo profilo social su X (ex Twitter), l'imprenditore ha espresso una posizione netta sulla questione, sostenendo che la stazione orbitante "ha ormai servito il suo scopo" e che sia giunto il momento di concentrare gli sforzi su nuovi obiettivi, in particolare l'esplorazione di Marte.
La proposta di Musk, che suggerisce di procedere con il deorbiting dell'ISS entro due anni, si scontra con i piani attualmente concordati dalle agenzie spaziali internazionali, che prevedono la dismissione controllata della stazione nel 2030. Questa timeline è stata sottoscritta da quasi tutti i partner del progetto: NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA), Agenzia Spaziale Canadese, Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), con l'unica eccezione della Roscosmos, l'agenzia spaziale russa, che ha manifestato l'intenzione di abbandonare il progetto nel 2028.
La Stazione Spaziale Internazionale, la cui costruzione è iniziata nel 1998, rappresenta uno dei più importanti successi della cooperazione spaziale internazionale. Dal novembre 2000, l'ISS ha ospitato ininterrottamente equipaggi di astronauti, fungendo da laboratorio fondamentale per la ricerca scientifica in microgravità e permettendo di acquisire preziose conoscenze sulla permanenza umana nello spazio, essenziali per future missioni lunari e marziane.
