La sfida legale sulle Generali, c’è battaglia sul «concerto»
La contesa sulla governance di Generali si consumerà all’assemblea del 24 aprile, chiamata a rinnovare i vertici e il board. Ma intanto i vari protagonisti si sfidano sui profili legali e su quelli regolamentari e autorizzativi. Al centro c’è la stabilità della governance del Leone e in seconda battuta il nodo del presunto concerto tra […] L'articolo La sfida legale sulle Generali, c’è battaglia sul «concerto» proviene da Iusletter.

La contesa sulla governance di Generali si consumerà all’assemblea del 24 aprile, chiamata a rinnovare i vertici e il board. Ma intanto i vari protagonisti si sfidano sui profili legali e su quelli regolamentari e autorizzativi. Al centro c’è la stabilità della governance del Leone e in seconda battuta il nodo del presunto concerto tra i maggiori soci. Temi che sono stati oggetto delle segnalazioni a Consob e Ivass da parte di Generali così come le interlocuzioni con la Bce da parte di Mediobanca , azionista con il 13,1% della compagnia sulla quale esercita un’influenza rilevante (esprime un consigliere), che ha anche deciso di fare un esposto alla Consob. Al centro, i due azionisti privati nel capitale di Piazzetta Cuccia, dove Delfin detiene quasi il 20% e Caltagirone attorno all’8%; del Monte dei Paschi, di cui Delfin è il primo azionista privato con il 10%, mentre Caltagirone ne detiene l’8%; e infine di Generali, di cui la holding della famiglia Del Vecchio detiene il 10% e Caltagirone il 7%. Uno dei punti di arrivo sono le Generali, forse l’appuntamento più rilevante della stagione assembleare. Nel caso in cui l’offerta pubblica di scambio di Mps arrivasse al 67% di Mediobanca, Caltagirone e Delfini avrebbero una quota di circa il 28% delle due banche combinate e del 29% di Generali, grazie a quel 13,1% che Piazzetta Cuccia possiede nel capitale di Trieste.
Il gruppo Caltagirone respinge tutti gli argomenti. Si tende a confondere la legittima comunanza di visioni strategiche e industriali tra i due imprenditori, che peraltro ha condotto sempre a ottimi ritorni finanziari, con accordi e collaborazioni di cui però non vi è traccia, dicono fonti vicine al gruppo romano. Che incalza. «Quando un coordinamento effettivo c’è stato — ed è ciò che accadde con il patto di consultazione stipulato nel settembre 2021 e rimasto in piedi sino all’inverno 2022 — Del Vecchio e Caltagirone lo hanno sempre reso noto e senza infingimenti. Con lo stesso atteggiamento ne è stata resa nota la cessazione.
Le considerazioni arrivano anche in merito alle segnalazioni alle authority. In occasione dell’ultima elezione del cda Generali del 2022, Mediobanca e la compagnia avevano fatto esposti e denunce sostanzialmente identiche a quelle oggi rese note, aggiungono le stesse fonti. Ebbene, concludono, sia Ivass, sia Consob, respinsero le denunce, riconoscendo l’insussistenza di elementi sufficienti a giustificare iniziative di vigilanza. E visto che nulla è cambiato, lo stesso esito avranno le nuove iniziative oggi proposte dalle Generali e da Mediobanca.
Intanto, Generali ha pubblicato le liste candidate all’assemblea a Trieste. Ci sono i 12 nomi di Mediobanca (che ricandida il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi), i tre di Assogestioni e infine i sei di minoranza di Caltagirone. Il gruppo romano ha proposto che il compenso annuo spettante a ciascun componente del cda per il triennio 2025-2027 preveda una riduzione del 15% rispetto a quanto proposto dal cda.
L'articolo La sfida legale sulle Generali, c’è battaglia sul «concerto» proviene da Iusletter.