Ahi, cara Pasqua

Non bastava l’inflazione generalizzata a rendere più salate le festività italiane. La Pasqua 2025 si è trasformata in un banco di prova per i portafogli delle famiglie, messe a dura prova da rincari diffusi su più fronti: dal cibo tradizionale ai trasporti, passando per l’ospitalità. Una spesa che, per molte famiglie, ha imposto una revisione delle abitudini pasquali, tra uova di cioccolato diventate quasi beni di lusso e brevi viaggi trasformati in vere e proprie imprese economiche. A tavola con l’inflazione Le festività pasquali sono, per tradizione, un appuntamento gastronomico irrinunciabile. Ma nel 2025 anche la tavola si è adeguata alla tendenza inflattiva che, da mesi, affligge i consumi. I dati diffusi da Federconsumatori parlano chiaro: i prezzi dei prodotti alimentari tipici della Pasqua hanno subito un incremento medio del 6-7% rispetto al 2024. E in alcuni casi si sono raggiunti picchi ben più alti. La colomba, dolce simbolo della ricorrenza, ha visto lievitare il proprio prezzo mediamente del 7%, con differenze marcate tra grande distribuzione e produzione artigianale. La pastiera napoletana, regina del Sud Italia, non è andata meglio: +6% in media, complice il rincaro di grano, latte e uova. Ma è soprattutto l’agnello a segnare un aumento che non è passato inosservato: la domanda stabile e l’offerta in calo hanno spinto i prezzi verso l’alto, registrando un +4% sui listini al dettaglio. Il cacao come termometro della crisi A influenzare in modo determinante i costi dei dolci pasquali è stata soprattutto la materia prima più amata e, ormai, più cara: il cacao. I mercati internazionali hanno vissuto negli ultimi mesi una vera impennata nei prezzi del burro e della pasta di cacao, con un incremento che in alcuni casi ha superato il 70% rispetto all’anno scorso. Le cause? Una combinazione di fattori climatici e geopolitici: siccità record in Costa d’Avorio e Ghana – i due principali produttori mondiali – unita a crisi logistiche e politiche valutarie. Il risultato è che le uova di cioccolato, prodotto immancabile per milioni di famiglie italiane, hanno subito rincari a doppia cifra. In molti supermercati i formati medi, da 200 grammi, sono arrivati a costare oltre 6 euro, con un aumento medio del 10% rispetto al 2024. Nei casi delle uova artigianali o con sorprese brandizzate, le cifre salgono vertiginosamente. Alcuni consumatori, di fronte ai prezzi, hanno preferito optare per tavolette o dolci alternativi. Economia 1 Dicembre 2024 Agricoltura, uso agrofarmaci in calo del 14% in 10 anni Continuano a ridursi le emissioni di ammoniaca, già sotto target Ue, e gas serra 1 Dicembre 2024 agricoltura agrofarmaci in calo del 14% in 10 anni agricoltura meno emissioni Guarda ora   Viaggi di Pasqua? Un lusso per pochi Non va meglio per chi ha deciso di trascorrere il weekend pasquale lontano da casa. Le festività hanno infatti coinciso con una vera escalation delle tariffe di trasporto. I voli nazionali, ad esempio, hanno registrato aumenti fino al 60% rispetto ai prezzi medi di marzo. In particolare, le tratte verso il Sud Italia – da Milano verso Brindisi, Catania, Palermo – sono schizzate ben oltre i 500 euro andata e ritorno. In certi casi, un biglietto per New York nello stesso periodo risultava più conveniente. Anche i treni non sono rimasti indietro. Secondo un’indagine di Federconsumatori, alcune tratte ad alta velocità hanno visto un’impennata fino al 51%, rendendo difficoltosa perfino la classica gita “fuori porta”. Non è andata meglio ai bus interregionali: qui l’aumento medio si è attestato attorno all’86%, spinto

Apr 12, 2025 - 11:28
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Ahi, cara Pasqua

Non bastava l’inflazione generalizzata a rendere più salate le festività italiane. La Pasqua 2025 si è trasformata in un banco di prova per i portafogli delle famiglie, messe a dura prova da rincari diffusi su più fronti: dal cibo tradizionale ai trasporti, passando per l’ospitalità. Una spesa che, per molte famiglie, ha imposto una revisione delle abitudini pasquali, tra uova di cioccolato diventate quasi beni di lusso e brevi viaggi trasformati in vere e proprie imprese economiche.

A tavola con l’inflazione

Le festività pasquali sono, per tradizione, un appuntamento gastronomico irrinunciabile. Ma nel 2025 anche la tavola si è adeguata alla tendenza inflattiva che, da mesi, affligge i consumi. I dati diffusi da Federconsumatori parlano chiaro: i prezzi dei prodotti alimentari tipici della Pasqua hanno subito un incremento medio del 6-7% rispetto al 2024. E in alcuni casi si sono raggiunti picchi ben più alti.

La colomba, dolce simbolo della ricorrenza, ha visto lievitare il proprio prezzo mediamente del 7%, con differenze marcate tra grande distribuzione e produzione artigianale. La pastiera napoletana, regina del Sud Italia, non è andata meglio: +6% in media, complice il rincaro di grano, latte e uova. Ma è soprattutto l’agnello a segnare un aumento che non è passato inosservato: la domanda stabile e l’offerta in calo hanno spinto i prezzi verso l’alto, registrando un +4% sui listini al dettaglio.

Il cacao come termometro della crisi

A influenzare in modo determinante i costi dei dolci pasquali è stata soprattutto la materia prima più amata e, ormai, più cara: il cacao. I mercati internazionali hanno vissuto negli ultimi mesi una vera impennata nei prezzi del burro e della pasta di cacao, con un incremento che in alcuni casi ha superato il 70% rispetto all’anno scorso. Le cause? Una combinazione di fattori climatici e geopolitici: siccità record in Costa d’Avorio e Ghana – i due principali produttori mondiali – unita a crisi logistiche e politiche valutarie.

Il risultato è che le uova di cioccolato, prodotto immancabile per milioni di famiglie italiane, hanno subito rincari a doppia cifra. In molti supermercati i formati medi, da 200 grammi, sono arrivati a costare oltre 6 euro, con un aumento medio del 10% rispetto al 2024. Nei casi delle uova artigianali o con sorprese brandizzate, le cifre salgono vertiginosamente. Alcuni consumatori, di fronte ai prezzi, hanno preferito optare per tavolette o dolci alternativi.

Economia
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Viaggi di Pasqua? Un lusso per pochi

Non va meglio per chi ha deciso di trascorrere il weekend pasquale lontano da casa. Le festività hanno infatti coinciso con una vera escalation delle tariffe di trasporto. I voli nazionali, ad esempio, hanno registrato aumenti fino al 60% rispetto ai prezzi medi di marzo. In particolare, le tratte verso il Sud Italia – da Milano verso Brindisi, Catania, Palermo – sono schizzate ben oltre i 500 euro andata e ritorno. In certi casi, un biglietto per New York nello stesso periodo risultava più conveniente.

Anche i treni non sono rimasti indietro. Secondo un’indagine di Federconsumatori, alcune tratte ad alta velocità hanno visto un’impennata fino al 51%, rendendo difficoltosa perfino la classica gita “fuori porta”. Non è andata meglio ai bus interregionali: qui l’aumento medio si è attestato attorno all’86%, spinto dalla domanda stagionale e dalla riduzione di corse in alcune fasce orarie.

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Pernottare costa (quasi) come volare

La scelta di alloggiare fuori casa per il ponte di Pasqua si è trasformata in un’operazione ad alto budget. Hotel e B&B, in particolare nelle località turistiche e nelle città d’arte, hanno aumentato i prezzi con punte fino al +140% rispetto ai periodi feriali. Roma, Firenze e Venezia sono risultate le più care, ma anche mete tradizionalmente più accessibili come Perugia, Matera e Lecce hanno registrato aumenti consistenti.

Secondo un’analisi realizzata da QuiFinanza, i pernottamenti in camere doppie standard, durante il weekend pasquale, si sono aggirati tra i 180 e i 240 euro a notte in strutture di fascia media. In molti casi, le prenotazioni anticipate non sono bastate a evitare l’impatto del caro-festività, che ha trovato impreparate numerose famiglie e coppie in cerca di relax.

Soluzioni alternative e tentativi di risparmio

Davanti a questo quadro, molti italiani hanno scelto di modificare le proprie abitudini. Si è notata una maggiore attenzione verso mete meno affollate e un ritorno alle seconde case, dove disponibili, per ridurre i costi dell’alloggio. Anche il turismo di prossimità, che consente spostamenti più brevi e spese contenute, ha conosciuto un nuovo slancio.

Sul fronte alimentare, sono aumentate le vendite nei mercati locali e nei gruppi d’acquisto solidale, che offrono prodotti freschi e a filiera corta a prezzi più competitivi rispetto alla grande distribuzione. In diversi casi, sono tornate in auge anche le preparazioni casalinghe: molte famiglie hanno scelto di impastare colombe, pastiere e biscotti in casa, non solo per una questione di risparmio, ma anche come riscoperta di tradizioni dimenticate.

Una festività che riflette le tensioni del presente

La Pasqua 2025 si rivela così non solo come una festa religiosa e culturale, ma anche come uno specchio delle tensioni economiche che attraversano il Paese. Dai costi in aumento delle materie prime ai rincari strutturali nel settore dei trasporti e del turismo, ogni componente della festività è stato toccato da dinamiche che riflettono fragilità più ampie: dai cambiamenti climatici alla volatilità del commercio internazionale, dalla crisi energetica alla precarietà salariale.

In questo contesto, il caro cacao diventa quasi un simbolo: un ingrediente universale, amato e celebrato, che oggi racconta una storia fatta di sfruttamento delle risorse, impatti ambientali e squilibri nei mercati. Ma anche una storia di resilienza, di consumatori che cercano alternative e di comunità che, nonostante tutto, trovano modi per ritrovarsi attorno a una tavola o per regalarsi un momento di pausa.

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