La Russia supera l’Europa nella spesa militare. Report Iiss
La spesa militare della Russia è superiore ai budget per la difesa di tutti i Paesi europei messi insieme: Mosca si sta preparando a una guerra prolungata. Che cosa emerge dal Military Balance 2025, il rapporto pubblicato dall’International Institute for Strategic Studies (IISS)

La spesa militare della Russia è superiore ai budget per la difesa di tutti i Paesi europei messi insieme: Mosca si sta preparando a una guerra prolungata. Che cosa emerge dal Military Balance 2025, il rapporto pubblicato dall’International Institute for Strategic Studies (IISS)
La spesa militare della Russia sta crescendo a ritmi vertiginosi, superando per la prima volta il totale dei budget per la difesa di tutti i Paesi europei messi insieme. Secondo il Military Balance 2025, il rapporto pubblicato dall’International Institute for Strategic Studies (IISS), Mosca ha speso nel 2024 l’equivalente di 461,6 miliardi di dollari in termini di parità di potere d’acquisto (PPP), rispetto ai 457 miliardi di dollari dell’intera Europa. È un balzo del 42% rispetto all’anno precedente, che ridefinisce gli equilibri di potenza nel continente, e ciò nonostante il PIL dell’Unione Europea sia oltre nove volte quello russo.
L’ECONOMIA DI GUERRA IN RUSSIA
Dallo scoppio della guerra in Ucraina, quasi tre anni fa, la Russia ha riconfigurato la propria economia in funzione bellica. Il settore industriale è stato mobilitato per aumentare la produzione di armamenti, con uno sforzo che ricorda la strategia dell’URSS nella Seconda Guerra Mondiale. Il Cremlino ha rafforzato la propria capacità produttiva in settori chiave come munizioni e artiglieria, fondamentali per alimentare la strategia di logoramento adottata sul campo di battaglia.
L’incremento della spesa militare è stato accompagnato da una riorganizzazione profonda del comparto industriale. Le aziende private hanno assunto un ruolo crescente, mentre lo Stato ha centralizzato gli investimenti per garantire una produzione costante. Secondo Fenella McGerty, esperta dell’IISS, “non si tratta solo di un aumento della spesa, ma di un vero e proprio adattamento del sistema economico russo per sostenere un’economia di guerra a lungo termine“.
L’EUROPA È IN RITARDO
Mentre la Russia corre, l’Europa fatica a tenere il passo. Dopo anni di tagli ai bilanci della difesa, il Vecchio Continente ha iniziato a invertire la rotta, ma con ritmi insufficienti. Nel 2024, 24 dei 32 membri della NATO hanno raggiunto il target del 2% del PIL in spesa militare, ma il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha già chiesto di portarlo al 5%.
Alcuni Paesi, come la Polonia, si sono mossi rapidamente, firmando contratti miliardari per acquistare armamenti da fornitori non europei. Tra febbraio 2022 e ottobre 2024, Varsavia ha speso 16,9 miliardi di dollari per acquisire carri armati, obici e caccia dalla Corea del Sud. Altri Stati, come Francia e Germania, sono invece divisi su quale strada seguire: puntare su una maggiore autonomia industriale europea o rafforzare ulteriormente il legame con gli Stati Uniti?
L’Unione Europea sta cercando di rispondere alla sfida, ma con difficoltà. La Commissione ha proposto un piano da 500 miliardi di euro per rafforzare la difesa nel prossimo decennio e ha lanciato il European Defence Industry Programme da 1,5 miliardi di euro per incentivare la produzione interna. Tuttavia, le divisioni tra Stati membri su come e dove investire restano profonde.
LA RUSSIA SI PREPARA A UNA GUERRA PROLUNGATA
Il rafforzamento militare russo non è solo una questione di numeri. Il segnale politico è chiaro: Mosca si prepara a un confronto prolungato, non solo in Ucraina. Secondo l’intelligence danese, la Russia potrebbe essere pronta a lanciare una guerra su larga scala contro l’Europa entro cinque anni. Un allarme che si somma a quello lanciato dal Segretario Generale della NATO, Mark Rutte: “Non siamo pronti per quello che ci aspetta nei prossimi quattro o cinque anni”.
A preoccupare è anche la capacità della Russia di mantenere lo sforzo bellico nonostante le perdite subite. L’IISS stima che Mosca abbia già perso oltre 14.000 tra carri armati, veicoli corazzati e mezzi da combattimento, tanto da dover rimettere in servizio modelli risalenti agli anni ’50. Tuttavia, il Cremlino sembra disposto a sostenere questa strategia ad altissimo costo umano e materiale pur di mantenere la pressione su Kiev e, indirettamente, sull’Europa.
L’EUROPA AL BIVIO
L’Europa si trova di fronte a un bivio: accelerare il riarmo e rafforzare la propria industria della difesa o rischiare di trovarsi impreparata di fronte a una Russia sempre più assertiva. Se il Vecchio Continente continuerà a dibattersi tra divisioni interne e incertezze strategiche, il vantaggio competitivo di Mosca potrebbe consolidarsi, con conseguenze potenzialmente devastanti per la sicurezza europea. Il tempo stringe.