La rivincita di Trump, risarcito da Meta e X

Dopo Meta anche X trova un accordo per rimborsare Donald Trump. La vicenda chiude la causa avanzata dal presidente statunitense alle due compagnie per l’estromissione dai rispettivi social media subita dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Le immagini dei sostenitori di Trump che misero a soqquadro il Campidoglio Usa fecero il giro del mondo, convincendo Facebook e l’allora Twitter a bloccare l’account del magnate, considerato l’ispiratore dell’attacco. Poco più di quattro anni dopo lo scenario è capovolto, con Trump di nuovo alla Casa Bianca, che utilizza i suoi profili social e pronto a prendersi le scuse ufficiali dei grandi capi tech. A distanza dell’ammissione di colpa di Meta, con Mark Zuckerberg che ha accettato di versare 25 milioni di dollari nelle casse dell’ex bannato (22 milioni saranno utilizzati da Trump per realizzare la sua biblioteca, mentre gli altri fondi saranno usati per coprire le spese e risarcire altre persone che hanno citato in tribunale la compagnia), adesso tocca a Elon Musk pagare dazio. Con un curioso giro di denaro e potere — dai 250 milioni di dollari elargiti dal patron di Tesla a sostegno della campagna presidenziale del tycoon, al ruolo di primo piano rivestito da Musk all’interno dell’amministrazione Trump — l’uomo più ricco del mondo salderà il conto pagando 10 milioni di dollari. A proposito di curiosità, va ricordato che in questo caso Musk sconta una decisione presa da altri per tutelare una piattaforma che sotto il suo controllo ha cambiato nome, stile e strategia. C’erano pochi dubbi che Musk e Trump trovassero un’intesa, perché sono figure sempre più vicine, sia in ambito politico, sia nella visione di come dovranno essere sfruttate le tecnologie nei prossimi quattro anni. A partire dalla priorità assegnata all’intelligenza artificiale. Tornando, invece, alle piattaforme che hanno bandito Trump dopo i fatti di Capitol Hill, appare probabile che il prossimo bersaglio del team legale del presidente sarà Google. A pesare su Big G è il blocco inflitto a Trump su YouTube, che determinerà un altro risarcimento. Perché nonostante l’immediato riposizionamento di tutte le big tech dopo le elezioni, Trump non rinuncia a prendersi le sue rivincite.

Feb 14, 2025 - 03:52
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La rivincita di Trump, risarcito da Meta e X


Dopo Meta anche X trova un accordo per rimborsare Donald Trump. La vicenda chiude la causa avanzata dal presidente statunitense alle due compagnie per l’estromissione dai rispettivi social media subita dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Le immagini dei sostenitori di Trump che misero a soqquadro il Campidoglio Usa fecero il giro del mondo, convincendo Facebook e l’allora Twitter a bloccare l’account del magnate, considerato l’ispiratore dell’attacco. Poco più di quattro anni dopo lo scenario è capovolto, con Trump di nuovo alla Casa Bianca, che utilizza i suoi profili social e pronto a prendersi le scuse ufficiali dei grandi capi tech.

A distanza dell’ammissione di colpa di Meta, con Mark Zuckerberg che ha accettato di versare 25 milioni di dollari nelle casse dell’ex bannato (22 milioni saranno utilizzati da Trump per realizzare la sua biblioteca, mentre gli altri fondi saranno usati per coprire le spese e risarcire altre persone che hanno citato in tribunale la compagnia), adesso tocca a Elon Musk pagare dazio. Con un curioso giro di denaro e potere — dai 250 milioni di dollari elargiti dal patron di Tesla a sostegno della campagna presidenziale del tycoon, al ruolo di primo piano rivestito da Musk all’interno dell’amministrazione Trump — l’uomo più ricco del mondo salderà il conto pagando 10 milioni di dollari. A proposito di curiosità, va ricordato che in questo caso Musk sconta una decisione presa da altri per tutelare una piattaforma che sotto il suo controllo ha cambiato nome, stile e strategia.

C’erano pochi dubbi che Musk e Trump trovassero un’intesa, perché sono figure sempre più vicine, sia in ambito politico, sia nella visione di come dovranno essere sfruttate le tecnologie nei prossimi quattro anni. A partire dalla priorità assegnata all’intelligenza artificiale. Tornando, invece, alle piattaforme che hanno bandito Trump dopo i fatti di Capitol Hill, appare probabile che il prossimo bersaglio del team legale del presidente sarà Google. A pesare su Big G è il blocco inflitto a Trump su YouTube, che determinerà un altro risarcimento. Perché nonostante l’immediato riposizionamento di tutte le big tech dopo le elezioni, Trump non rinuncia a prendersi le sue rivincite.