La notte alcolica della Generazione Z. Fra taser, drink e giochi di sguardi: "Basta poco e scoppia la tensione"
Un venerdì sera in centro, da Sant’Ambrogio a Santa Croce, passando per le vie più interne e riparate. Divisi in gruppetti per età e nazionalità, bottiglie alle mani e non solo: "Gira ogni tipo di droga".

di Teresa Scarcella
Lo chiamano ‘beverdì’ e il motivo è intuibile. Inizia presto e finisce molto tardi, porta sulle spalle tutto il peso della settimana che volge al termine e al primo drink i muscoli sciolgono la tensione. La stessa che a notte fonda rischia poi di scoppiare.
SANT’AMBROGIO
Alle 23.30 in Sant’Ambrogio la serata è solo all’inizio. L’età media è sui 30 anni, fanno la spola fra Largo Annigoni e lo slargo ai piedi della chiesa, passando per Borgo la Croce, dove c’è da sgomitare. Chiacchierano e scherzano tra un sorso alla bottiglia di vino o al cocktail e un tiro di sigaretta. La musica dei bar si mescola con quella delle casse portate da casa, mentre i tappi delle birre saltano sotto il bordo dell’accendino. A contendersi la clientela c’è il minimarket, risparmiato dalla mappa dei coprifuochi imposti dal Comune - l’ordinanza che li obbliga alla chiusura dalle 21 è prorogata per tutta l’estate in 36 strade - è aperto ma comunque scrupoloso nel rifiutarsi di venderci una bottiglia di vino: "Alcol no".
SANTA CROCE
Tra gli assidui frequentatori della Firenze notturna c’è chi le spalle dovrebbe averle già leggere, per una questione anagrafica. Eppure sentono l’esigenza di svuotarsi la mente con l’aiuto di super alcolici e droga. È questo il menù della serata in Santa Croce e l’hashish è la portata principale. Il suo odore inconfondibile arriva ad arricciare le narici insieme a un gruppetto di ragazzi. Sono giovani, ma si atteggiano a grandi; sbarbati, ma ansiosi di dimostrare la propria, ancora parziale, virilità. Attraversano una piazza semi deserta e si siedono per terra, con la schiena alla porta della chiesa. Senza parlare, si passano una canna sotto lo sguardo giudicante del Sommo poeta. Ma a turbarli sono altri occhi. I nostri. A farglieli notare è un altro ragazzo, fino a quel momento rimasto in disparte. Arriva in monopattino con la musica sparata, si avvicina ai sei e li mette in guardia di qualcosa, perché subito dopo il gruppo ci accerchia visibilmente infastidito: "Perché ci riprendete? State facendo foto e video". Lasciano subito perdere e vanno via. Accanto a noi, su quelle scale che emanano a tratti puzza di urina, una coppia di ventenni si versa dalla bottiglia gli ultimi due bicchieri di rum a basso costo. Il distillato facilita la chiacchiera. "Gira ogni tipo di droga qui" ci spiega il ragazzo, che non frena la lingua quando l’amica gli dice sottovoce: "Sono sbirri", sbagliando lettura. "In questa zona ci sono molti ’maranza’ - racconta ancora -. La scorsa settimana io e i miei amici siamo stati aggrediti solo perché secondo loro li stavamo guardando male. Uno ha tirato fuori il taser e siamo scappati". Acquistato probabilmente online, il taser a quanto pare è il nuovo coltellino. Basta poco e diventa protagonista della serata. "Si avvicinano con una scusa e cercano lo scontro".
VIA VERDI
È nelle vie interne, che c’è più movimento. In via Verdi, teatro di una maxi rissa pochi giorni fa, c’è da litigarsi l’asfalto con auto e moto. Attirati dai tranci di pizza formato Xl che alleviano la fame chimica e assorbono l’alcol, sono divisi in gruppi, per nazionalità, ma tutti ’fratelli’ nell’atteggiamento e nel dress code: maglia over size, possibilmente griffata, jeans larghi, felpa e cappellino, meglio se di lato. Una comitiva, in particolare, si fa notare. Sputi per strada, bottiglie appoggiate sui tettucci delle auto in sosta o spaccate ai muri. Ammiccano alle ragazze e puntano i turisti. "My friend, my friend" è la dimostrazione di affetto non richiesta che uno di loro dedica agli sconosciuti incrociati per caso, con tanto di braccio sulla spalla. Uno si smarca infastidito e prosegue dritto per la sua strada. Tentativo di abbordaggio fallito. L’alcol scorre a fiumi nelle vene di quei corpi barcollanti. Ma deve esserci altro. Il loro passeggio si fa concitato dalla vicina via delle Badesse: vanno nel vicolo in due o tre, a braccetto, e tornano da soli, ancora più alterati.