La doppia vita di Andrea Prospero: 5 cellulari, tre carte di credito e la famiglia che non sapeva nulla

Andrea Prospero aveva una doppia vita. Anche se i suoi genitori non lo sapevano, alla carriera universitaria aveva affiancato quella di cracker: esperto di programmi e sistemi informatici che tende a derubare il prossimo. Il 19enne di Lanciano non aveva fatto sapere nulla nemmeno alla gemella Anna. Il Corriere della Sera ricorda che Andrea è morto la mattina di venerdì 24 gennaio per overdose di psicofarmaci e oppioidi. Aveva ottenuto un alloggio e mille euro di sostegno. Ma aveva anche cinque cellulari, 60 sim telefoniche e tre carte di credito.

Il padre Michele

Il padre Michele dice che il ragazzo non brillava per i voti in informatica all’istituto tecnico. Ma a quanto pare frequentava molti canali Telegram, poi abbandonati dagli astanti alla notizia del decesso con tanto di cancellazione delle chat. Prospero potrebbe aver partecipato a truffe informatiche, operazioni clandestine di brokeraggio, clonazione di carte di credito. Nei giorni precedenti aveva effettuato ricerche su psicofarmaci e oppioidi e sull’effetto combinato. L’ultima foto lo ritrae seduto sul letto, vestito, le scarpe, il pc poggiato sulle gambe, una posizione innaturale, una posizione da malore, i flaconi di medicinali e droghe sul comodino.

Sempre al computer

Andrea avrebbe dovuto lasciare l’appartamento, affittato a 700 euro mensili, a fine gennaio. Ma aveva prolungato per l’intero febbraio quando avrebbe sostenuto il primo esame. O almeno questo è ciò che aveva detto ai genitori. Che adesso si chiedono: cosa sappiamo davvero dei nostri figli?

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