La donazione di Trump per influenzare il Conclave? 14 milioni per tirare la volata a Prevost

L’assegno staccato in occasione del funerale di papa Francesco. Il tycoon punta sull’attività negoziale del cardinale americano Dolan

Mag 8, 2025 - 04:21
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La donazione di Trump per influenzare il Conclave? 14 milioni per tirare la volata a Prevost

Città del Vaticano, 8 maggio 2025 – Dollari, dollari e ancora dollari. Sembra quasi un déjà-vu rispetto al Conclave del 1922 quando furono proprio i dollari americani a salvare la realizzazione dell’elezione del Papa. In quel caso, dopo quattordici scrutini, venne eletto papa il cardinale Achille Ratti, che prese il nome di Pio XI.

Che il Vaticano sia in deficit non è una novità ma certo è stato ben accolto l’assegno di 14 milioni di dollari staccato da Donald Trump in occasione del funerale di Papa Francesco, quando ha avuto il colloquio a quattr’occhi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Una donazione molto generosa per un Vaticano che ha un deficit di circa 70 milioni di euro e che tira la volata a qualche candidato gradito proprio al presidente americano che è pur sempre impegnato in un grande sforzo di pacificazione mondiale.

Media, Trump in abito blu navy viola dress code al funerale
Donald Trump criticato per aver indossato un abito blu navy al funerale di Papa Francesco, infrangendo il dress code.

Un’interferenza, un’indebita intromissione, un possibile caso di simonia? Le domande sono legittime, ma storicamente gli Stati Uniti sono insieme con la Germania tra i maggiori contributori della Santa Sede. Un’organizzazione che non vive del gettito fiscale, ma di una serie di entrate che puntano appunto sulle donazioni in primis e poi sui biglietti dei Musei Vaticani, concessione italiana ai tempi dei Patti Lateranensi.

Donald Trump, che è già stato in Vaticano come presidente degli Stati Uniti al primo mandato, sa come funzionano le cose di mondo. D’altronde anche nelle campagne presidenziali americane generosi donatori finanziano i possibili presidenti. E certo si tratta di una bella mano per un Vaticano che sta affrontando le spese extra e ingenti proprio del conclave, con il personale in pensione richiamato a mille euro per assistere la sicurezza, il servizio d’ordine, con le ingenti spese dei rifacimenti delle stanze di Santa Marta con nuove suppellettili e arredi di prim’ordine. Quando venne nel corso del suo primo mandato, Donald Trump fu accompagnato dalla moglie Melania che si aspettava da Jorge Mario Bergoglio una donazione per la sua Fondazione a sostegno dei bambini. Un vero equivoco: a sua volta il Vaticano si aspettava una donazione per il Bambino Gesù, l’ospedale che a Roma accoglie bambini malati e incurabili da tutto il mondo. Non se ne fece nulla e rimase molta ruggine.

Ma ora Francesco è morto, gli Stati Uniti rispolverano l’antica alleanza con il Vaticano (Pio XII temeva il rapimento da parte dei nazisti e per questo firmò una preventiva lettera di dimissioni che avrebbe invalidato un rapimento) e Trump ha un alleato di ferro nel Conclave come il cardinale di New York, Timothy Dolan. Non un papabile, ma un king maker. Uno che può dire la sua con una certa influenza.

In questi giorni Dolan, nelle sue stanze del Pontificio collegio americano vista Cupolone di San Pietro, ha avuto diversi incontri, colloqui. Probabilmente a favore del cardinale statunitense ma spendibile anche nel Sudamerica, Francis Prevost. Su di lui ci sarebbe stata in queste ultime ore una convergenza degli americani. Tra Nord, Sud e Centro America, un bel pacchetto di voti.