La bozza della Direttiva sui pacchetti turistici fa arrabbiare i tour operator
L’Ectaa – associazione europea degli agenti di viaggio e dei tour operator contesta la bozza di rapporto del Parlamento europeo sulla Direttiva sui pacchetti turistici. Mentre il Consiglio ha adottato una posizione equilibrata nel dicembre 2024, l’Associazione europea degli agenti di viaggio e dei tour operators i oppone fermamente alla bozza di rapporto pubblicata il ... L'articolo La bozza della Direttiva sui pacchetti turistici fa arrabbiare i tour operator proviene da GuidaViaggi.

L’Ectaa – associazione europea degli agenti di viaggio e dei tour operator contesta la bozza di rapporto del Parlamento europeo sulla Direttiva sui pacchetti turistici. Mentre il Consiglio ha adottato una posizione equilibrata nel dicembre 2024, l’Associazione europea degli agenti di viaggio e dei tour operators i oppone fermamente alla bozza di rapporto pubblicata il 26 febbraio, sostenendo che essa non affronta alcuna delle preoccupazioni del settore e potrebbe destabilizzare l’intero comparto.
Sconcerto per la bozza sui pacchetti turistici
L’Ectaa ha espresso il proprio sconcerto per la bozza di rapporto dell’eurodeputato Agius Saliba sulla revisione della Direttiva sui pacchetti turistici. Descritto come “sconcertante e scollegato” dalla realtà del settore, il documento ignora le serie preoccupazioni sollevate dagli operatori di mercato su aspetti chiave della proposta iniziale. Piuttosto che migliorare la tutela dei consumatori e garantire la stabilità del settore, rappresenta un’occasione persa per una riforma significativa ed equilibrata.
Mancanza di dialogo approfondito con gli operatori
L’ECTAA ha evidenziato l’assenza di un vero confronto con le parti interessate. Le consultazioni si sono ridotte a una mera formalità, con audizioni ufficiali che concedevano a malapena cinque minuti per relatore—un tempo del tutto insufficiente per discutere questioni così cruciali. “Abbiamo partecipato in buona fede, sperando di contribuire a una riforma costruttiva. Purtroppo, le nostre preoccupazioni sono state completamente ignorate”, lamenta Eric Drésin, Segretario Generale di Ectaa.
Incertezza giuridica e definizioni inapplicabili
La bozza di rapporto aggrava il problema della definizione di pacchetto, estendendola a due vendite effettuate sullo stesso sito web nell’arco di 72 ore. Questo approccio genera una notevole incertezza, poiché gli operatori non potranno determinare se un servizio turistico acquistato sia un servizio autonomo o parte di un pacchetto fino allo scadere del termine di 72 ore. Di conseguenza, anche i consumatori resteranno nel dubbio riguardo ai propri diritti e alle tutele applicabili al momento dell’acquisto. Questa mancanza di chiarezza comprometterà le attività di tutto il settore turistico, impattando sia i tour operator sia i fornitori di servizi autonomi, mettendo a rischio modelli di business consolidati.
Restrizioni sui pagamenti anticipati
Limitare i pagamenti anticipati per i pacchetti turistici aggiunge un ulteriore onere agli organizzatori, che già proteggono i fondi dei clienti contro l’insolvenza. Contrariamente alle aspettative, la restrizione dei pagamenti anticipati non ridurrà il rischio di fallimenti, ma indebolirà finanziariamente gli operatori, soprattutto nella prima metà dell’anno. Le eccezioni previste al limite del 25% sui pagamenti anticipati sono insufficienti per mitigare le difficoltà di liquidità, poiché non tengono conto dei costi fissi come stipendi, affitti e spese energetiche. “Se l’obiettivo è realmente la tutela del consumatore, perché non garantire la protezione dei pagamenti anticipati per tutti i servizi turistici, invece di colpire solo i tour operator?” si chiede Eric Drésin.
Un appello a una riforma equilibrata e pragmatica
La Direttiva sui pacchetti turistici riguarda meno del 15% dei servizi turistici venduti nel mercato Ue, un calo netto rispetto al 40% del 2013, prima della precedente revisione della normativa. La scelta della Commissione europea e dell’eurodeputato Saliba di favorire una legislazione sproporzionata, pensata per scenari estremi, è fuorviante. Piuttosto che imporre ulteriori vincoli ai tour operator, un approccio più efficace sarebbe quello di rafforzare la protezione dell’85% dei consumatori Ue che utilizzano servizi turistici autonomi e che attualmente non godono degli stessi standard. Se questa tendenza proseguirà, sempre meno viaggiatori sceglieranno i pacchetti turistici, scoraggiati dagli alti costi delle garanzie imposte.
L’ECTAA sollecita una revisione sostanziale del rapporto, che tenga conto delle realtà economiche e delle opinioni degli operatori del settore turistico. La revisione della Direttiva sui pacchetti turistici deve trovare il giusto equilibrio: offrire un’elevata protezione ai consumatori senza compromettere l’attrattività e la funzionalità del mercato.
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