Kingdom Come Deliverance 2, l'autore apre all'AI per lo sviluppo dei giochi futuri
Il Game Director svela i retroscena di uno sviluppo sfiancante.
Kingdom Come Deliverance 2 si è affermato come uno dei titoli di punta del 2025, vendendo 2 milioni di copie nelle prime due settimane. Aietro a questo successo si nascondono anni di sviluppo estenuanti e sacrifici personali, come rivelato dal Game Director Daniel Vávra in un’intervista esclusiva a The Game Business.
UNO SVILUPPO LOGORANTE: L'AI PUÒ AIUTARE
A quasi 7 anni dal primo capitolo, Vávra ha ammesso che lo sviluppo è stato una maratona logorante: "Ho avuto seri problemi di salute l’anno scorso a causa dello stress. Devo rallentare un po’". Il team di Warhorse Studios ha lavorato senza sosta per realizzare un’esperienza ambiziosa, con meccaniche di gioco complesse e una particolare attenzione al realismo storico. Come noto, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per sveltire lo sviluppo dei videogiochi è uno dei temi centrali internamente all'industria: si tratta di un passaggio già in atto e inevitabile, ma che potenzialmente nasconde insidie, tra timori legati a tagli importanti del personale e a lavori realizzati con meno cura.
La posizione di Vávra, in questo senso, è di decisa apertura: "Spero che l’AI ci aiuti a velocizzare il processo di sviluppo, senza sostituirci. Ho così tante idee, ma servono anni per realizzarle". Se è vero che l'impiego massiccio di AI da parte dei grandi player del settore può agitare timori, è anche vero che si tratta di uno strumento in grado di aiutare realtà più piccole, come Warhorse Studios, ad esprimersi in maniera più piena, potendo puntare anche a progetti più ambiziosi. E dal momento che il mercato indie riveste un ruolo sempre più importante all'interno del panorama videoludico, le prospettive sono interessanti.