Juve, Tether possiede più del 10% del club: cosa cambia per i bianconeri

Tether acquista tramite il mercato azionario il 10,12% del capitale sociale della Juventus e rafforza la sua posizione. Per il club si aprono nuovi orizzonti e qualche rischio

Apr 24, 2025 - 18:59
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Juve, Tether possiede più del 10% del club: cosa cambia per i bianconeri

Tether Investments compra altre azioni della Juventus e arriva così al 10,12% del capitale sociale, pari al 6,18% dei diritti di voto.

Come ha reso noto tramite un comunicato l’azienda che opera nel campo delle criptovalute, “questa mossa strategica segue l’acquisizione iniziale da parte di Tether dell’8,2% del capitale (pari a poco più del 5% dei diritti di voto) del club”, consentendo al gruppo “di aumentare ulteriormente il suo investimento” nella Juventus.

Tether e Juve, quale obiettivo

Come nel precedente acquisto, anche in questo caso la transazione è avvenuta tramite il mercato azionario.

Oggi la società che emette la stablecoin Usdt, guidata dagli italiani Paolo Ardoino e Giancarlo Devasini, si afferma come secondo maggiore azionista del club, subito dopo Exor (la holding controllata dalla famiglia Agnelli).

In un contesto in cui la Juventus cerca di uscire da una fase turbolenta sul piano sportivo e gestionale, la mossa di Tether potrebbe segnare un punto di svolta. Non solo per l’immissione di capitale (presente e futura), ma soprattutto per il progetto che porta con sé: trasformare la Juventus in un laboratorio di sinergie tra sport e tech. Non è un caso che Ardoino parli apertamente di innovazione digitale, esperienze per i tifosi, resilienza finanziaria, intelligenza artificiale. La Juve come piattaforma tecnologica globale, non solo come squadra di calcio.

La Borsa reagisce positivamente

La Borsa ha già reagito positivamente: il titolo Juventus è salito oltre il 2%, per poi cedere leggermente (ora è a quota 3,104), segno che il mercato crede nel potenziale di questa partnership. Ma c’è di più: Tether ha anche aperto alla possibilità di partecipare alla governance del club, ipotizzando la formazione di un consiglio di amministrazione “integrato e unificato”. Un modo elegante per dire: “Vogliamo contare di più”.

Cosa cambia per i bianconeri

Per i bianconeri, questo potrebbe significare un cambio di paradigma. Meno dipendenza dalle logiche tradizionali del calcio italiano e maggiore apertura a modelli globali, dove la monetizzazione passa anche dai dati, dalle piattaforme digitali e da un approccio tech-driven.

Ogni medaglia, però ha il suo rovescio: il rischio che si prospetta per la Vecchia Signora è che il legame con la tradizione venga un po’ annacquato. La sfida è aperta: coniugare tradizione e futuro senza tradire l’identità.

Andando sul concreto, l’ingresso di Tether come azionista di peso potrebbe avere delle importanti ricadute, fra le quali:

  • maggior supporto finanziario dal momento che Tether potrebbe portare nuove risorse economiche, soprattutto in caso di future ricapitalizzazioni;
  • maggiore stabilità societaria grazie alla disponibilità di Tether a evitare la diluizione delle proprie quote, fatto che indica un’attenzione alla stabilità dell’azionariato. Si tratta di una cosa particolarmente utile in un momento di ricostruzione;
  • maggiore innovazione e tecnologia, con la Juventus che potrebbe diventare una piattaforma di sperimentazione per soluzioni digitali, coinvolgimento dei fan e monetizzazione su scala globale;
  • rafforzamento della governance, con l’ipotesi di un consiglio di amministrazione integrato si segnala una possibile influenza più diretta nella gestione del club da parte di Tether;
  • più valorizzazione per il brand, con Tether che punta su Juventus come veicolo per espandersi anche nel mondo dello sport. Si tratta di un’opportunità per il club di allargare i propri orizzonti commerciali e mediatici.