Buon 25 Aprile, una festa dell Discordia immatura (da Gods Save the Vintage)
Buon 25 aprile, la festa dei cortei ideologici, non la festa di un'Italia matura, che ha superato le divisioni e si è fatta fort della propria storia L'articolo Buon 25 Aprile, una festa dell Discordia immatura (da Gods Save the Vintage) proviene da Scenari Economici.


Eccovi un nuovo video di God Save the Vintage, che si occupa della ricorrenza odierna Il 25 aprile, vissuta in sordina. Questa data, spesso celebrata come festa della liberazione e della democrazia, viene qui descritto come una ricorrenza che mette in luce profonde divisioni e prospettive contrastanti. Il testo sottolinea come la narrazione prevalente tenda a concentrarsi sul “mito partigiano”, spesso legato a componenti comuniste, trascurando o minimizzando il contributo di altri attori come militari regolari, monarchici e semplici cittadini desiderosi di pace.
Un punto centrale della divisione è il diverso trattamento riservato ai combattenti. Mentre si parla delle violenze fasciste, il video evidenzia il silenzio o la minimizzazione delle violenze commesse dai partigiani nel dopoguerra, incluse fucilazioni sommarie, vendette e tragici eventi come le foibe e il massacro dei soldati della RSI. Questa “storia scritta dai vincitori” è vista come distorta e incompleta, non riconoscendo pari dignità a tutti coloro che combatterono, in particolare ai vinti, che furono perseguitati e giustiziati.
La festa è anche presentata come ideologicamente divisiva. Si evidenzia come molti partigiani avessero visioni internazionaliste o comuniste, distanti dall’amor di patria tradizionale, e come alcuni aspirassero a un’Italia satellite dell’URSS, mettendo in discussione la natura “patriottica” della celebrazione per tutti.
Nel tempo, il 25 aprile è divenuto una “vetrina ideologica”, usata più per dividere e attaccare avversari politici che per unire. Chi propone visioni alternative o commemora i vinti viene spesso accusato di revisionismo, creando un paradosso per una festa della libertà che sembra non tollerare il dissenso. Se questa è una festa della divisione c’è un motivo: ci sono dei personaggi politici che hanno solo senso nell’odio e nella divisione, quindi cercano di farla proseguire, di non lasciare alla storia ciò che storia è.
Il video conclude definendo la guerra civile una “tragedia nazionale”, non un’epopea unilaterale, e lamentando come si continui a dividere le vittime tra “giuste” e “sbagliate”. Questa incapacità di riconoscere il valore umano e morale anche dei vinti impedisce la vera riconciliazione. Un’Italia matura e consapevole dovrebbe trasformare il 25 aprile in un giorno di memoria condivisa, onorando il sacrificio e il dolore di tutti i “figli della stessa terra” che combatterono con diverse motivazioni ma per quella che credevano essere la Patria, ascoltando anche il “silenzio dei vinti” per raggiungere una pace autentica con il proprio passato.
Invece siamo ancora ai “Cortei contro”. Non siamo maturi
Buona visione
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