Jeson, la musica e quella canzone: “Quando mi ha chiamato Mengoni è stato uno shock”
Il cantautore romano Daniele Fossatelli racconta la nascita di ‘Lasciami andare’ e il suo avvicinamento al cantautorato

Daniele Fossatelli e la musica. Un rapporto profondo, a tratti anche tormentato. Un rapporto fatto di esplorazione, di continua ricerca, di conoscenza. Che lo ha portato a diventare Jeson.
Domanda d’obbligo: perché hai scelto “Jeson” come nome d’arte?
“E’ brutto dirlo, perché di solito si danno motivazioni personali o famigliari, ma mi piaceva semplicemente questo nome e il suono che ha”.
Quando hai iniziato a fare musica?
“Un po’ di anni fa. Ho cominciato con la scrittura. Scrivevo per conto mio, ma senza la musica. Poi mi sono avvicinato anche a quello. E’ servito del tempo, ho fatto un lungo lavoro su di me per capire che artista volessi essere. Finalmente adesso sono riuscito a trovare la mia sintonia”.
E quindi che tipo di artista sei?
“Mi sono avvicinato al cantautorato perché ho capito che mi riesce meglio quello con cui ho iniziato, ovvero la scrittura. Dal punto di vista musicale vengo dall’r’n’b, recentemente mi sono avvicinato al cantautorato e questo mi ha fatto capire che non devo essere legato per forza alle linee melodiche, al fatto di dover cercare di trovare comunque un modo per far entrare le parole in una melodia”.
Il tuo ultimo singolo è ‘Vagabondo’, ma nel corso della tua carriera hai collaborato con diversi nomi importanti del panorama musicale internazionale. Uno su tutti: quel Marco Mengoni con cui hai cantato ‘Lasciami indietro’. Come è andata quell’esperienza?
“Io mi sono avvicinato al cantautorato anche grazie al mio lavoro come autore. Oltre ad essere un cantautore, infatti, scrivo anche per altro artisti. Ho conosciuto Marco proprio grazie al mio lavoro di autore. Come è andata? Gli ho mandato ‘Lasciami andare’, lui stava preparando l’Eurovision, aveva appena vinto il Festival di Sanremo con ‘Due vite’. Il mio brano gli era piaciuto, perciò abbiamo cominciato a lavorarci su in studio. Mi ricordo che avevamo una nota in comune sull’IPhone in cui ogni mattina lui scriveva qualche frase”.
Quindi ti svegliavi con le note di Marco Mengoni?
“Sì (ride, ndr). In quella nota in comune io vedevo i suoi pensieri ed estrapolavo i concetti più interessanti. Da lì ho iniziato a costruire il testo e poi a provinarla, a mandargli varie versioni. Lui era molto impegnato in quel periodo, ma era sempre presente e mi chiedeva di aggiustare determinate cose tra un suo impegno e l’altro. Siamo andati avanti così per un mese. ‘Lasciami andare’ non avrebbe dovuto essere inserita nel disco (‘Materia (Prisma)’, ndr), ma poi una volta chiuso il brano Marco mi ha mandato un messaggio in cui diceva: ‘Ti va se alla fine lo cantiamo insieme, questo pezzo?’”.
Raccontaci la tua reazione.
“Per me è stato uno shock, ho fatto cadere il telefono dalla sorpresa. Continuavo a pensare che non potesse essere vero, perché non ti aspetti una richiesta del genere da parte di un artista così affermato. Io sono sempre stato suo fan e cantare questa canzone con lui è stato incredibile”.
Tu hai collaborato con tanti artisti, c’è un sogno che non hai ancora realizzato?
“Dico sempre che mi piacerebbe tanto scrivere una canzone insieme a Madame, che per me è un’artista incredibile. La stimo così tanto che non dico scrivere un pezzo, ma anche solo stare con lei in una stanza a chiacchierare sarebbe un’esperienza pazzesca per me”.
I progetti futuri di Jeson?
“Conto di fare uscire altri singoli, che faranno parte sicuramente di un progetto più ampio. Poi sicuramente a ridosso dell’estate punterò a portare la mia musica in giro dal vivo. Lo streaming è importante, ma bisogna dare modo al pubblico di emozionarsi. E se la gente non trova nemmeno il tempo di ascoltare la musica, come fa ad emozionarsi? Cantarla dal vivo è importante”.