Italia: nuovo deposito per scorie radioattive nell'ex centrale nucleare di Caorso
Caorso (PC): avviata la ricostruzione e l'adeguamento dei depositi di scorie radioattive nell'ex centrale nucleare per migliorare la sicurezza in vista dello smantellamento
L'area della centrale nucleare di Caorso in provincia di Piacenza, un tempo la più grande d'Italia con i suoi 860 MW di potenza, sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Le autorità italiane hanno avviato un significativo progetto di ammodernamento per la gestione delle scorie radioattive di basso e medio livello presenti nel sito. L'obiettivo primario è adeguare le infrastrutture agli standard di sicurezza più recenti e portare avanti in maniera efficace le operazioni di smantellamento dell'impianto, dismesso nel 1990 dopo circa dodici anni di attività e una produzione di circa 29 miliardi di kWh.
L'intervento principale riguarda i depositi temporanei ERSBA 1 ed ERSBA 2, destinati allo stoccaggio di rifiuti solidi a bassa radioattività. Queste strutture saranno completamente demolite e ricostruite per rispondere pienamente alle normative di sicurezza attuali, sia a livello industriale che legislativo nazionale. Un approccio differente è stato scelto per l'edificio ERSMA, adibito a contenere scorie solide a media radioattività: in questo caso, si procederà con una demolizione interna per adattare gli spazi alle nuove esigenze.
Sogin, la società statale incaricata della disattivazione degli impianti nucleari italiani e attuale proprietaria del reattore ad acqua bollente (BWR) di Caorso, ha sottolineato come questi lavori siano cruciali per garantire una gestione sicura e continua dei materiali radioattivi già presenti nel sito. I tre depositi provvisori ospitano sia rifiuti derivanti dal periodo di operatività della centrale che materiali prodotti durante le attuali attività di decommissioning.