Internazionali d’Italia 2025: il ritorno di Sinner, ma non solo. Tanti azzurri con ambizioni

Non di solo Jannik Sinner vivranno gli Internazionali d’Italia 2025. Ovviamente il focus è largamente sul numero 1 del mondo, perché c’è un ritorno dopo tre mesi che è sostanzialmente atteso come poche cose lo sono state nella storia del tennis italiano. In casa azzurra, però, tanto al maschile quanto al femminile, di materiale ce […]

Apr 30, 2025 - 11:23
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Internazionali d’Italia 2025: il ritorno di Sinner, ma non solo. Tanti azzurri con ambizioni

Non di solo Jannik Sinner vivranno gli Internazionali d’Italia 2025. Ovviamente il focus è largamente sul numero 1 del mondo, perché c’è un ritorno dopo tre mesi che è sostanzialmente atteso come poche cose lo sono state nella storia del tennis italiano. In casa azzurra, però, tanto al maschile quanto al femminile, di materiale ce n’è da portare avanti, dato che le presenze tricolori supereranno quota 20 tra i due tabelloni.

Partiamo dal maschile, che chiaramente, come detto, vive molto della curiosità legata al ritorno di Jannik. Come starà? Cosa succederà? Che condizione avrà? Nessuno è realmente in grado di prevederlo: tre mesi sono parecchi e per rodarsi ci vuole sempre un po’ di temo, ragion per cui, al di là dell’ovvia e naturale attesa, il profilo che lo stesso Sinner sta tenendo è dello stile per cui ritorna nella Capitale e cerca di comprendere realmente le proprie condizioni rispetto agli altri. Anche se le parole altrui, leggere alla voce Jack Draper, confortano. E se poi al Foro Italico non andasse troppo bene, c’è il “paracadute” di Amburgo, inserito tra Roma e Roland Garros in una collocazione che, solo fino a 17 anni fa, includeva una settimana di stacco tra il torneo al Rothenbaum e il Roland Garros.

La fortuna del tennis italiano è di avere non solo il numero 1 al mondo, ma anche un giocatore che sta letteralmente andando a prendersi la top ten a suon di risultati. Lorenzo Musetti è vicino a farcela, soprattutto per proprio merito visto che sta mostrando un livello anche più elevato sulla terra rossa. Nei fatti, per adesso non sta concedendo veramente nulla neppure a Madrid, dove sta tentando di uscire indenne da un tipo di tabellone molto difficile, forse il più duro in una situazione nella quale, oltre a replicarsi il cammino di Montecarlo, le certezze nei 1000 sono sempre meno. E di questo se ne può approfittare con vivo agio.

Ma non c’è da dimenticare neppure Matteo Berrettini, anche se in questo caso vale la pena farsi una domanda: quale sarà la sua condizione? L’infortunio subito contro l’USA Marcos Giron a Madrid, e che ha consigliato uno stop dopo un set contro Jack Draper, forse è meno grave del previsto, ma la speranza di tutti è di rivedere il capitolino nella sua città. Manca da Roma, infatti, dal 2021, anno in cui non riuscì ad andare al di là del terzo turno, poi i guai fisici lo hanno sempre tenuto lontano dal luogo nel quale è nato e che si conosce bene dalla sua parlantina, velocissima e squisitamente romana senza possibilità di confusione. E, a proposito di romanità, c’è anche Flavio Cobolli: ufficialmente nato a Firenze, ha però Roma dipinta nell’anima, e stavolta, anche in virtù dell’uscita di scena di Djokovic senza presentarsi al Foro, sembra proprio giunto il momento di esserci da testa di serie. Tutto merito del trionfo di Bucarest, ma non è l’unico nome da tenere d’occhio.

Vale infatti la pena ricordare quello che sta facendo Matteo Arnaldi, ottimo protagonista a Madrid e che già da un anno sta dimostrando di valere quel cammino che è iniziato proprio nella capitale spagnola due anni fa. Da Ruud agli ottavi (almeno) attuali è passato parecchio, ma la fiducia nei propri mezzi del sanremese è notevole, e può permettergli di far bene anche in questo torneo, che l’anno scorso lo vide perdere al secondo turno con il futuro finalista, il cileno Nicolas Jarry. Fu una sfortuna, col senno di poi: resta da sperare che quest’anno l’urna, che lo vedrà protagonista dal primo turno salvo ulteriori balzi madrileni, sia benigna con lui. E che lo sia anche per Luciano Darderi, che come ha rivisto comparire la terra rossa davanti ai propri occhi ha cambiato completamente il verso della propria stagione, visto il successo a Marrakech. Vero, a Madrid si è ritirato contro Tiafoe, ma per lui può esserci una carica importante al Foro. Il tutto senza nemmeno dimenticare Mattia Bellucci, che però arriva con le scorie di quanto accaduto proprio nella capitale iberica contro Dzumhur: chissà se di fronte al pubblico romano riuscirà a ritrovare l’aura che lo ha portato, tra le altre cose, a una sorprendente semifinale a Rotterdam.

Poi ci sono le wild card: da Fabio Fognini, che ormai da vent’anni è frequentatore fisso del Foro Italico con diverse grandi battaglie all’attivo (Thiem, Dimitrov, Berdych, Nadal per dirne solo alcune), a Luca Nardi, che proprio dalla Capitale ha cercato di muovere i passi verso un futuro più roseo anche ora che è in una fase piuttosto critica. E poi c’è Federico Cinà, che in due Masters 1000 giocati a 17 anni ha sempre superato il primo turno. Resta invece il mistero di Francesco Passaro, sparito dalla circolazione, probabilmente per guai fisici, da diverse settimane: l’anno scorso si era ben distinto al Foro, ma resta da capire se lo stop continuerà anche con Roma. Nel caso, cambieranno anche le questioni di wild card (una sarebbe lì a disposizione sia di Matteo Gigante, che ne avrebbe anche ottimo diritto vista la vittoria al Garden, che di Giulio Zeppieri).

E poi c’è il femminile. Un settore nel quale Jasmine Paolini, dopo dei mesi piuttosto incerti legati alla stagione australiana e alle settimane successive, ha piazzato un buon lotto di risultati, con la semifinale tanto a Miami quanto a Stoccarda, e questo crea inevitabilmente parecchia fiducia sul suo conto, al di là di quanto accaduto a Madrid, dov’è incappata in un genere di giornata no spaventose contro la greca Maria Sakkari. Al Foro non è mai riuscita a incidere più di tanto, ma forse nessun anno più del 2025 è per lei propizio al fine di provare a rappresentare un guanto di sfida ideale ad Aryna Sabalenka e a Iga Swiatek, l’una dominatrice assoluta dell’anno, l’altra regina del rosso in cerca di ritorno in auge.

Poi c’è Lucia Bronzetti, che è tra le prime arrivate al Foro e che, nella stagione, sta comunque ritagliandosi un buon ruolo anche se non sempre con grande costanza. Per lei il compito di dimostrare che alcuni successi della stagione, primo fra tutti quello su Victoria Azarenka a Melbourne, non sono casuali, ma vengono da quella che è stata una bella preparazione invernale. Intanto il suo è l’unico altro nome entrato con l’accesso diretto nel tabellone principale, vista una serie di circostanze che ha creato diverse situazioni non del tutto gradite in termini di classifica.

Elisabetta Cocciaretto, infatti, dopo una crisi che sostanzialmente dura da quando ha dovuto superare una polmonite che le ha fatto saltare Wimbledon 2024 non ha più raggiunto i livelli che stava trovando in quella fase dell’anno: la speranza è che l’aria di Roma la faccia rinvigorire. Ci sarà poi il ritorno di Sara Errani, che sostanzialmente marca sempre visita fin dal 2006 e che qui ha raggiunto alcune delle più grandi soddisfazioni sia in singolare, con la semifinale del 2013 e ancor più la finale del 2014, che in doppio, con i successi al fianco di Roberta Vinci prima e Jasmine Paolini poi. Wild card anche per Lucrezia Stefanini, che sta continuando a provare a darsi una chance nel tennis che conta, come pure per Nuria Brancaccio. Più particolare il caso di Giorgia Pedone: ha avuto un periodo di ottimi risultati, ma ha bisogno di un tennis un pochino più pesante per riuscire a salire di livello, per quello che sarebbe un balzo necessario in quota WTA. Il tutto nell’attesa di scoprire quando arriverà la bandiera italiana al fianco di Tyra Grant. Quando, e non se, perché tutto lascia pensare che la questione sia solo di tempi.