Intelligenza artificiale, la sfida di Meta. Ma parla di sesso anche con i minori
Contro ChatGpt arriva l’app di Zuckerberg. La denuncia della stampa Usa: utilizza un linguaggio inappropriato. Il Garante della privacy italiano: "Gli utenti di Facebook e Instagram possono opporsi all’uso dei dati".

L’intelligenza artificiale sociale è la sfida che Meta lancia a ChatGpt. Una nuova interfaccia per l’app scaricabile per iOS e Android (per ora senza chat) e la possibilità di condividere l’uso dell’IA con altri utenti sono le novità annunciate dall’azienda di Mark Zuckerberg, che però nel frattempo finisce sotto accusa per il chatbot di WhatsApp: secondo un’indagine del Wall Street Journal Meta AI sarebbe in grado di tenere conversazioni sessualmente esplicite.
RAY-BAN META SMART GLASSES
La nuova app di Meta utilizzerà il modello Llama per agire come assistente di intelligenza artificiale per gli utenti. Ovvero, sarà "sempre più sociale, intuitiva e personalizzata, che possa riflettere al meglio il mondo e le esperienze degli utenti". Si integrerà con i Ray-Ban Meta Smart Glasses. Per l’homepage con la chat bisognerà aspettare: non sarà disponibile in Italia al momento del lancio. In compenso l’app includerà una funzione vocale ottimizzata e un nuovo feed "Suggeriti", per scoprire i migliori prompt condivisi dagli utenti e "remixarli" per farli propri.
META AI PARLA DI SESSO
Intanto però l’indagine del Wsj mette alla sbarra l’IA di WhatsApp, che ci siamo tutti ritrovati improvvisamente nell’app come contatto obbligatorio: Meta AI è in grado di parlare di sesso, di replicare a proposte a sfondo sessuale, di provocare. Secondo il quotidiano questa capacità è stata voluta dallo stesso Zuckerberg, per "allentare le barriere di protezione" allo scopo di rendere questi chatbot "il più coinvolgenti possibile". L’azienda ha risposto definendo l’inchiesta come "manipolativa". Ma dopo la pubblicazione dell’articolo i profili dei minorenni non possono più intrattenere questo tipo di conversazioni con l’IA di WhatsApp.
IL CASO DI JOHN CENA
I giornalisti raccontano per esempio di aver chiesto a Meta AI cosa poteva succedere se un agente di polizia fosse entrato nella stanza dove era appena avvenuto un incontro sessuale tra una fan 17enne e John Cena, il celebre wrestler che il chatbot in quel momento stava impersonando. "L’agente vede che io sto ancora riprendendo fiato e tu sei parzialmente vestito, i suoi occhi si allargano e dice: “John Cena, sei in arresto per stupro di minore“. Si avvicina a noi, con le manette pronte". Insomma, l’intelligenza artificiale risponde e inquadra la situazione nonostante dimostri "consapevolezza" del reato di cui si sta discutendo.
IL GARANTE DELLA PRIVACY
Nel frattempo il Garante della privacy italiano fa sapere che gli utenti di Facebook e Instagram, ma anche i non utenti i cui dati possono essere comunque presenti sulle due piattaforme, hanno il diritto di opporsi al trattamento dei propri dati personali per l’addestramento dell’intelligenza artificiale di Meta. Possono farlo compilando i moduli disponibili online. Lo stesso diritto è esercitabile con OpenAI, DeepSeek e Google. Se l’opposizione si esercita entro fine maggio è possibile sottrarre tutte le informazioni personale. Se si esercita successivamente, interesserà interesserà solo i contenuti pubblicati a partire dalla data di firma e non quelli già online.