In Amazzonia si abbattono porzioni di foresta in vista della COP30
In vista dell’arrivo della COP30 e di 50.000 delegati internazionali, tra capi di Stato, esperti e attivisti, il Brasile ha riavviato un progetto molto discusso che era stato sospeso: la costruzione dell’Avenida Liberdade (PA-020), un’autostrada a quattro corsie lunga 13,3 km che percorre l’Amazzonia. Il tracciato taglia la foresta amazzonica, attraversa tre fiumi (Aurá, Murutucu […] The post In Amazzonia si abbattono porzioni di foresta in vista della COP30 appeared first on The Wom.


In vista dell’arrivo della COP30 e di 50.000 delegati internazionali, tra capi di Stato, esperti e attivisti, il Brasile ha riavviato un progetto molto discusso che era stato sospeso: la costruzione dell’Avenida Liberdade (PA-020), un’autostrada a quattro corsie lunga 13,3 km che percorre l’Amazzonia. Il tracciato taglia la foresta amazzonica, attraversa tre fiumi (Aurá, Murutucu e Pau Grande) e si avvicina pericolosamente (ovvero di soli 500 metri) al Parco Statale di Utinga, una delle aree protette più preziose dello Stato del Pará.
I lavori procedono senza sosta, 24 ore su 24, e sono talmente mastodontici da essere ben visibili dai satelliti.
Ci si affanna a costruire viadotti, ponti e svincoli, mentre interi ettari di foresta vengono rasi al suolo
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Le vittime della forestazione? Noi stessi
Un colpo durissimo a uno degli ecosistemi più ricchi e fragili del pianeta, ma anche a noi stessi, dato che le COP sono nate per proteggerci dai cambiamenti climatici, limitando la quantità di anidride carbonica in atmosfera. Gli alberi sono proprio gli organismi che in modo naturale e gratuito ci aiutano in questo scopo.
Tra le vittime invisibili di questa idea “sensazionale” c’è un raccoglitore di bacche di açaí, Claudio Verequete, che ha perso il suo unico mezzo di sostentamento. Gli alberi che gli davano da vivere sono stati abbattuti, senza alcun preavviso o risarcimento. “È stato tutto distrutto”, racconta alla BBC, spiegando come ora la sua famiglia sopravviva con gli ultimi risparmi.
In questa situazione, il pericolo più grande è che la nuova strada, una volta completata, diventi un corridoio per il disboscamento illegale, ripetendo quanto accaduto con la BR-163, un’altra arteria che, invece di portare sviluppo sostenibile, ha favorito un aumento del 400% nel tasso di deforestazione delle aree circostanti.
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Le contraddizioni della COP30
Di ironia ne resta poca e di controsensi tanti, dato che la COP30 dovrebbe essere il luogo in cui i governi del mondo trovano soluzioni concrete per ridurre le emissioni di CO₂, eppure si sta costruendo un’autostrada distruggendo la foresta che ogni anno assorbe oltre 2 miliardi di tonnellate di CO₂. La foresta amazzonica, non a caso, è chiamata “il polmone verde del pianeta”.
A questo proposito, le autorità assicurano che il progetto sarà “sostenibile”, con corridoi ecologici per gli animali, piste ciclabili, illuminazione solare. Ma basta questo per bilanciare la perdita di biodiversità, habitat naturali e risorse vitali per le popolazioni locali? E soprattutto è lecito chiedersi: sarà vero?
Mentre il mondo si prepara a parlare di clima, il luogo simbolo di questa battaglia sta pagando il prezzo più alto
La scoperta amara è che, pur di accogliere migliaia di persone che oltre ad arrivare in aereo, probabilmente non raggiungeranno alcun accordo, si rischia di perdere proprio ciò che si dovrebbe proteggere.
Forse per la COP30 il vero banco di prova non sarà il palco delle dichiarazioni, ma ciò che succederà sul terreno, al centro della foresta.
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