Il prossimo Papa e la missione più difficile: sanare le finanze del Vaticano

Dopo anni di riforme e scandali, il Vaticano resta fragile dal punto di vista finanziario. Il nuovo Papa dovrà affrontare deficit cronici, crisi pensionistica e calo delle donazioni. Risanare i conti senza snaturare la missione spirituale sarà tra le sfide più difficili

Apr 29, 2025 - 12:33
 0
Il prossimo Papa e la missione più difficile: sanare le finanze del Vaticano

Roma, 29 aprile 2025 – Con la fine del pontificato di Papa Francesco il nuovo successore erediterà non solo la missione spirituale della Chiesa, ma anche un compito più terreno: risanare i conti della Santa Sede. È dal 2022 che il Vaticano non pubblica un bilancio consolidato ufficiale, ma i dati che circolano attraverso indiscrezioni stampa parlano di un deficit che nel 2023 avrebbe raggiunto circa 84 milioni di euro, in aumento rispetto ai 78 milioni dell’anno precedente. Per il 2024 si stima un miglioramento, con un contenimento del deficit intorno ai 70 milioni. Una cifra che, sebbene possa apparire modesta complessivamente, pesa considerevolmente su un bilancio annuo di poco superiore al miliardo di euro, privo di entrate fiscali e basato su risorse limitate: biglietti dei Musei Vaticani, diritti editoriali, donazioni, turismo religioso e i rendimenti di Apsa e Ior. 

VIGEVANO_OFFERTE CHIESA

Le voci di entrata: un modello economico unico

Il bilancio della Santa Sede si regge su un modello economico atipico, diverso da quello di uno Stato sovrano. Non esistono imposte, tributi o prelievi fiscali: le entrate sono interamente di natura volontaria o derivanti da attività culturali e finanziarie. Tra le principali fonti si trovano i Musei Vaticani, che rappresentano la voce più consistente: con oltre 6 milioni di visitatori l'anno, generano circa 100 milioni di euro di incassi. Seguono i diritti d'autore e i proventi editoriali legati alla figura del Papa e alla Libreria Editrice Vaticana. Le donazioni dei fedeli, tra cui l'Obolo di San Pietro, la raccolta annuale di fondi destinati alle opere di carità del Papa e al sostentamento delle strutture della Chiesa, si sono ridotte negli anni: dai circa 82 milioni del 2009 a meno di 50 nel 2023. Un altro canale di entrata è rappresentato dalle attività immobiliari e finanziarie gestite da Apsa e Ior. A queste si aggiungono in misura minore le entrate da servizi fotografici, vendita di francobolli e souvenir, oltre a contributi da diocesi e fondazioni esterne. Tutte risorse che, pur preziose, non bastano a colmare un deficit strutturale ormai cronicizzato.
 

Le riforme di Francesco: più trasparenza, ma il risanamento è incompleto

Durante il suo pontificato Papa Francesco ha rivoluzionato la gestione economica della Santa Sede. Ha istituito la Segreteria per l’Economia, nominato un revisore generale, riformato lo Ior, ovvero la banca del Vaticano, secondo gli standard internazionali contro il riciclaggio e centralizzato il controllo degli investimenti. Francesco ha imposto trasparenza sui fondi caritativi, come l'Obolo di San Pietro, e portato a processo i responsabili degli scandali finanziari più gravi. Queste riforme hanno permesso al Vaticano di entrare nella 'white list' dei paesi finanziariamente virtuosi. Tuttavia la parte più difficile è rimasta incompiuta: stabilizzare in modo strutturale i conti e ridurre il disavanzo cronico.
 

Il nodo del Fondo Pensioni

Fra le questioni più scottanti vi è la crisi del Fondo Pensioni vaticano. Secondo diversi studi indipendenti il disavanzo prospettico varierebbe tra i 500 milioni e 1 miliardo di euro, mettendo a rischio la sostenibilità delle pensioni future. Nel novembre 2024 Papa Francesco ha commissariato il fondo, affidandone la gestione al cardinale Farrell, e ha chiesto in una lettera ufficiale "provvedimenti strutturali urgenti" e "sacrifici" da parte di tutti. La tensione tra il personale laico vaticano, che chiede maggiore trasparenza, e le istituzioni, resta alta. Le misure tampone messe in campo finora non basteranno senza interventi incisivi.

Funerale Papa Francesco, l'attesa in piazza San Pietro
Faithful and religious wait for the funeral Mass of Pope Francis in Saint Peter's Square, on the parvis of Saint Peter's Basilica in Vatican City, 26 April 2025. Pope Francis passed away on Easter Monday, 21 April 2025, at the age of 88. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI (funerali, esequie, messa)

Il ruolo finanziario di Apsa e Ior

Nel quadro economico vaticano brillano i risultati di Apsa e Ior. L'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica – l'organismo che gestisce le risorse finanziarie e immobiliari della Santa Sede – ha chiuso il 2023 con un utile netto di 45,9 milioni di euro. Di questi, 37,9 milioni sono stati destinati al sostegno della Curia Romana. La gestione mobiliare ha prodotto un surplus di 27,6 milioni, grazie a una strategia prudente e diversificata: investimenti a basso rischio, ridotta esposizione azionaria, breve durata media del portafoglio obbligazionario e alta liquidità precauzionale (circa il 50%). Sul fronte immobiliare, Apsa gestisce oltre 5.000 unità, di cui il 92% localizzate nella provincia di Roma. Il 70% circa è a canone nullo, perché utilizzato da dicasteri ed enti religiosi. Solo il 19% è affittato a mercato. Anche lo Ior, l'Istituto per le Opere di Religione, ha registrato una performance positiva. Nel 2023 ha chiuso con utili pari a 30,6 milioni di euro, di cui 13,6 milioni destinati direttamente alle opere caritative del Papa. Il bilancio 2024, in attesa di pubblicazione, dovrebbe segnare un ulteriore miglioramento, grazie al buon andamento dei mercati e a investimenti chiusi con plusvalenze. La gestione dell'Istituto, pur autonoma rispetto alla Curia, rappresenta una delle poche fonti strutturali di liquidità per la missione della Chiesa. Tuttavia, anche questi risultati vanno letti con cautela: da soli non sono in grado di compensare un disavanzo cronico che continua a pesare sull'intera architettura finanziaria della Santa Sede. 

FILES-VATICAN-SISTINE-POPE-CONCLAVE-RELIGION
(FILES) This handout picture released by the Press office shows cardinals queuing in the Sistine Chapel to swear on the Bible to never reveal the secrets of their deliberations before the start of the conclave at the Vatican on March 12, 2013. Catholic cardinals meeting in Rome on April 28, 2025, agreed to begin on May 7, 2025, the conclave to elect a successor to Pope Francis, according to ANSA news agency. On Wednesday May 7, the cardinals will take part in a solemn mass at St Peter's Basilica in the Vatican, after which those eligible to vote will gather in the Sistine Chapel for the secretive ballot, which can last several days. (Photo by Handout / OSSERVATORE ROMANO / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / OSSERVATORE ROMANO" - HANDOUT - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS

Le priorità del nuovo Papa: tagliare senza tradire la missione

Il nuovo Pontefice dovrà agire su più fronti: rilanciare la spending review avviata ma rimasta incompleta, rafforzare la raccolta di donazioni con nuove strategie come la 'Commissio de donationibus', una nuova commissione voluta da Papa Francesco nel 2024 per coordinare e incentivare la raccolta di fondi da parte dei fedeli, delle diocesi e delle conferenze episcopali, attraverso campagne strutturate e una maggiore trasparenza, stabilizzare i meccanismi di controllo e garantire l'indipendenza economica senza sacrificare il patrimonio immobiliare. Non meno importante sarà trovare una soluzione definitiva alla crisi pensionistica interna e portare avanti progetti strategici, come il parco agrivoltaico di Santa Maria di Galeria, che potrebbe abbattere i costi energetici della Città del Vaticano. Il futuro della Chiesa, oggi più che mai, passa anche dalla solidità dei suoi conti.