Il nuovo Milan tra progetto stadio e caso Paratici: una clausola blocca tutto
Fabio Paratici doveva essere il nuovo direttore sportivo del Milan ma una clausola ha bloccato ogni trattativa. Cosa è successo, le novità sul nuovo Milan e il progetto per lo stadio

Dopo una stagione da dimenticare con cambio di allenatore e l’obiettivo Champions League ormai sfumato, il Milan vuole ripartire con un nuovo progetto che possa dare lustro alla storica società. I troppi passi falsi hanno portato a numerose proteste da parte dei tifosi che continuano ad attaccare la società per la poca chiarezza nel futuro dei rossoneri e per alcune scelte di mercato ritenute incomprensibili. Per rilanciare il Milan, negli ultimi mesi si è parlato spesso di un nuovo stadio e soprattutto di una riorganizzazione societaria che possa mettere ordine nei rapporti tra società, calciatori e dirigenza. Proprio per questo l’arrivo di Fabio Paratici al Milan come nuovo direttore sportivo era stato accolto dai tifosi con grande entusiasmo.
I motivi della trattativa saltata con Paratici
Una trattativa vicina alla definizione, mancava solo la fatidica ufficialità ma che è saltata definitivamente, infatti l’intesa tra le parti non è stata più ratificata. A pesare sarebbero principalmente la squalifica in corso dell’ex dirigente di Juventus e Tottenham e alcune questioni contrattuali mai definite. Uno degli ostacoli principali, se non l’unico concretamente valido, è la scadenza della squalifica inflitta a Paratici, prevista per il 20 luglio. Questo limite temporale avrebbe potuto creare ritardi significativi nella pianificazione del calciomercato estivo del Milan, attesa particolarmente intensa.
A questa incognita si aggiunge l’esito del processo legato all’inchiesta Prisma sulle plusvalenze, atteso per il 15 aprile. Tale sentenza potrebbe non essere definitiva, comportando tempi ancora più lunghi per la definizione dell’incarico, con un impatto diretto sull’organizzazione della squadra.
La clausola d’uscita nel contratto
Per gestire l’incertezza, il Milan voleva inserire una clausola di uscita nel contratto, da attivare qualora le vicende giudiziarie di Paratici si protraessero. L’attuale squalifica, decisa nel 2023 dalla Corte Federale d’Appello della FIGC, è di 30 mesi e riguarda la gestione delle plusvalenze durante il periodo alla Juventus.
Il 20 gennaio 2023 la FIGC aveva sanzionato Paratici per il suo ruolo nel caso plusvalenze, impedendogli di ricoprire incarichi federali. Il successivo ricorso era stato respinto il 19 aprile 2023 dal Collegio di Garanzia del CONI. Nel frattempo, la FIFA aveva esteso la squalifica anche in ambito internazionale, su richiesta della FIGC.
Le dimissioni dal Tottenham
A seguito dell’estensione della squalifica, Paratici si era dimesso dal ruolo di direttore generale del Tottenham. Il club inglese aveva confermato l’impossibilità del dirigente di svolgere le sue funzioni comunicandolo ufficialmente nell’aprile 2023. Dopo un lungo silenzio è tornato in auge il nome dell’ex Juventus per rifondare un Milan sempre più allo sbando dopo l’addio a Stefano Pioli e dopo scelte di calciomercato che non hanno sortito l’effetto sperato. Lo stop alla trattativa, sbandierata ai quattro venti con tanti incontri per trovare un accordo, costringe la società a tornare alla ricerca di un manager esperto in grado di ricostruire.
I nomi che si fanno ora per il ruolo di direttore sportivo sono quelli di Igli Tare, fermo dopo una lunga esperienza alla Lazio e già considerato in pole position prima della trattativa con Paratici, Sartori, D’Amico e Manna. Gli ultimi tre però sono sotto contratto rispettivamente con Bologna, Atalanta e Napoli e difficilmente lasceranno il loro incarico.
Un Milan italiano
In attesa di capire chi sarà il direttore sportivo, il nuovo Milan potrebbe tornare a essere prevalentemente italiano secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport. Già sono tanti i nomi che si fanno per rinnovare una rosa a fine ciclo. In attacco piacciono Federico Chiesa, Lorenzo Lucca e Riccardo Orsolini. Il centravanti, in forza all’Udinese, costa tra i 30 e i 35 milioni. Stesso prezzo per l’esterno del Bologna, anche se il Milan potrebbe inserire Pobega nella trattativa per abbassare la cifra. Per quanto riguarda Chiesa, oggi al Liverpool ma ai margini del progetto, l’ipotesi è un prestito con l’obiettivo di rilanciarsi in vista dei prossimi Mondiali.
A centrocampo si seguono con attenzione i profili di Bryan Cristante e Lorenzo Pellegrini, entrambi della Roma. In difesa, infine, il Milan monitora Diego Coppola del Verona e Pietro Comuzzo della Fiorentina, per cui i viola chiedono circa 40 milioni. In uscita potrebbero essere sia Rafael Leao che Theo Hernandez leader dei rossoneri negli ultimi anni ma ormai sempre più lontani da una riconferma.
Il progetto per il nuovo stadio del Milan
Parallelamente alla vicenda Paratici e ad una squadra da ricostruire, il Milan è coinvolto nel progetto di realizzazione del nuovo stadio. Nonostante alcune difficoltà burocratiche e legali, l’iniziativa congiunta con l’Inter prosegue. Il Comune di Milano ha aperto a offerte migliorative rispetto a quella già presentata dai club.
Tra i temi in discussione figurano i costi per la demolizione e bonifica dell’area, la valutazione economica del Meazza e l’impatto urbanistico del nuovo impianto. Il progetto prevede una distanza minima di 74 metri tra lo stadio e le abitazioni più vicine, rispetto ai 54 metri inizialmente previsti. Si sceglierà tra riqualificazione della zona, manutenzione dell’attuale impianto o demolizione del Meazza con costruzione di un nuovo vero stadio che sia in grado di rispettare gli standard internazionali, risolvere le criticità evidenti e soddifare le necessità dell’area circostante.