Il nucleo liquido di Marte spiegava un campo magnetico parziale

Una scoperta rivoluzionaria sull’origine del magnetismo marziano Un recente studio pubblicato su Geophysical Research Letters ha lanciato nuova luce su un antico enigma del Pianeta Rosso: perché il campo magnetico marziano risulta fossilizzato solo nell’emisfero sud. Le simulazioni suggeriscono che il nucleo interamente liquido di Marte potrebbe essere stato responsabile della generazione di un campo […] Il nucleo liquido di Marte spiegava un campo magnetico parziale

Apr 19, 2025 - 07:19
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Il nucleo liquido di Marte spiegava un campo magnetico parziale
Una scoperta rivoluzionaria sull’origine del magnetismo marziano Un recente studio pubblicato su Geophysical Research Letters ha lanciato nuova luce su un antico enigma del Pianeta Rosso: perché il campo magnetico marziano risulta fossilizzato solo nell’emisfero sud. Le simulazioni suggeriscono che il nucleo interamente liquido di Marte potrebbe essere stato responsabile della generazione di un campo magnetico unilaterale, limitato appunto alla metà meridionale del pianeta. Questa nuova ipotesi nasce dalle osservazioni del lander InSight della NASA, che ha rilevato un nucleo fuso costituito da ferro, zolfo e idrogeno, e privo di un nucleo interno solido. Una condizione ben diversa rispetto alla struttura geofisica terrestre, dove il nucleo interno solido e quello esterno liquido cooperano nella generazione di un campo magnetico globale. Il legame tra il nucleo e l’atmosfera primordiale Secondo Chi Yan, ricercatore presso la University of Texas Jackson School of Geosciences, l’assenza di un nucleo solido avrebbe favorito correnti convettive asimmetriche, limitando la produzione del campo magnetico a una sola regione. Questa particolarità potrebbe avere influenzato la longevità dell’atmosfera marziana, aumentando la vulnerabilità del pianeta ai venti solari e accelerando l’evaporazione degli oceani e la perdita di condizioni abitabili. Le simulazioni al computer hanno mostrato che, aumentando la temperatura del mantello settentrionale rispetto a quello meridionale, il flusso di calore risultante avrebbe intensificato l’attività magnetica solo nel sud. Un risultato coerente con le impronte magnetiche ancora rilevabili sul pianeta, che restano confinate nella crosta dell’emisfero sud. Nuove ipotesi contro antiche teorie Queste conclusioni si oppongono a precedenti interpretazioni secondo cui gli impatti asteroidali nel nord avrebbero semplicemente cancellato ogni traccia del campo magnetico. Sabine Stanley, fisica alla Johns Hopkins University, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, dichiarando che il modello termico asimmetrico riproduce in modo sorprendente le osservazioni raccolte da InSight. Un passato più complesso di quanto immaginato Il deterioramento del campo magnetico marziano, avvenuto circa 4 miliardi di anni fa, rappresenta uno dei momenti chiave nella storia del pianeta. Questo evento ha probabilmente segnato la fine delle condizioni favorevoli alla vita, lasciando tuttavia tracce magnetiche che oggi ci permettono di esplorare la sua antica geodinamica. L’ipotesi di un campo magnetico emisferico offre una nuova chiave di lettura sulla natura interna di Marte e sulle sue profonde differenze rispetto alla Terra, aprendo la strada a nuove ricerche che potrebbero riscrivere completamente la storia marziana primordiale.

Il nucleo liquido di Marte spiegava un campo magnetico parziale