Il dentista è un lusso al Sud, il 60% delle famiglie rinuncia
Nel Sud d'Italia andare dal dentista è una spesa insostenibile per la maggior parte delle famiglie: ben il 60% rinuncia rimarcando la differenza netta con quanto avviene al Nord

In Italia il divario tra Nord e Sud c’è da anni e, purtroppo, continua ancora a marchiare il Paese. Tali diseguaglianze si acuiscono molto se si pone il focus sulla sanità, con il Meridione che accusa sempre un ritardo marcato rispetto al Settentrione. Secondo quanto emerso in una ricerca dell’Istat sui consumi delle famiglie nel biennio 2022-2023, rielaborata da Key-Stone (Osservatorio di ricerca specializzato nel settore dentale), al Sud le famiglie che rinunciano ad andare dal dentista sono circa il triplo di quelle del Nord, con le motivazioni che ricadono in gran parte nelle differenze socio economiche delle due aree del Paese.
Salute dentale, il Sud resta indietro
Così come espresso da Francesco Cairo, presidente della Società italiana di parodontologia e implantologia, nel corso del 22esimo Congresso internazionale della Sidp tenutosi a Rimini, “nel 2023 tra le famiglie non in povertà (assoluta e/o relativa) si registra un tasso di accesso (alle cure dentali, ndr) intorno al 69%, contro il 16% delle famiglie in condizioni di povertà“.
“Come noto – ha aggiunto Cairo – nel nostro Paese le cure della salute orale sono a carico delle famiglie, salvo che per una marginale offerta della sanità pubblica che garantisce assistenza solo ai bambini fino a 14 anni e ad alcune categorie di persone in condizioni di particolari vulnerabilità sia dal punto di vista economico che di salute”.
Il quadro generale fornito si aggrava se ci si sofferma sulle differenze regionali. La media nazionale delle famiglie che si rivolgono al dentista è pari al 61%, ma al Sud ben il 60% di queste non ha accesso alle cure dentali. Il dato è circa tre volte quello del Nord d’Italia, dove la percentuale scende al 26%. Al Centro, invece, è pari al 34%.
La Calabria Regione peggiore per accesso alle cure dentali
Dai dati forniti dall’Istat è possibile ricavare anche una vera e propria graduatoria delle Regioni in cui si va di più o di meno dal dentista.
In vetta troviamo il Trentino Alto Adige dove ben l’84% delle famiglie ha accesso alle cure odontoiatriche, mentre lo scenario peggiore interessa la Calabria, con la percentuale che crolla al 32%. Questo dato vuol dire che poco più di un terzo dei cittadini calabri ha accesso regolare a cure o controlli odontoiatrici. Senza arrivare ai casi estremi in positivo e in negativo descritti, percentuali comunque diverse si registrano per esempio tra la Toscana, 78%, e la Campania e la Sicilia, altre due Regioni del Sud in cui solo il 37% e il 36% delle famiglie riesce economicamente ad andare dal dentista.
La scolarizzazione come traino delle cure dentali
Preso atto delle profonde differenti esistenti in Italia tra Nord e Sud in tema di accesso alle cure odontoiatriche, il presidente Sidp Francesco Cairo ha sottolineato come le stesse siano “in parte, attribuibili anche al tasso di scolarizzazione e alla condizione lavorativa”. “Si osserva – ha aggiunto – che il tasso di accesso alle cure è nettamente superiore quando il titolo di studio è il diploma o ancora di più la laurea, rispettivamente 69% e 87%. Rispetto alla condizione lavorativa, i tassi più alti si riscontrano tra gli occupati, 71%, e i pensionati, 55%”.
La richiesta di strumenti di tutela per i più poveri
Così come sostenuto nel corso del congresso di Rimini dalla presidente emerita della Corte costituzionale e socia corrispondente dell’accademia nazionale dei Lincei, Silvana Sciarra, per eliminare tali diseguaglianze è necessario considerare “il benessere psico-fisico dell’individuo nella sua globalità”. “Il Parlamento – ha aggiunto – ha modificato l’art. 33 della Costituzione, inserendo la promozione del benessere psico-fisico collegato all’attività sportiva. Il mio plauso va all’attività della Sidp che, come formazione sociale, si batte per una parità di trattamento nelle cure, suggerendo che si abbattano le differenze territoriali e che si abbia cura dei meno abbienti, perché le disuguaglianze si accentuano laddove c’è povertà”.
C’è dunque una richiesta di intervento al Governo affinché la situazione descritta possa essere eliminata, con il presidente Cairo che ha sottolineato la necessità di “investimenti in sanità pubblica e maggiori interventi di prevenzione a partire dalle scuole: basti pensare che l’attività fisica può ridurre il rischio di problemi di salute orale fino al 28%, oltre a migliorare molte altre malattie croniche sistemiche”.